mercoledì 20 maggio 2009
Napoli, lavori finiti a via San Sebastiano nuovo look per la strada della musica
deturpata la facciata di S. Maria di Montesanto

Imbrattata la chiesa di S. Maria di Montesanto
L’edificio religioso, che si trova di fronte all’uscita della Cumana, è del 1600. Piuttosto imponente, è un simbolo della zona. Neanche trenta giorni fa si sono conclusi i lavori di pulizia della facciata esterna. Oggi, sui circa trenta metri di lunghezza del lato sinistro che da su via Ventaglieri, si può leggere: "Pinelli assassinato, Calabresi assassino", "Pinelli assassinato, terrorista è lo stato", "Discariche + inceneritore= Tumore".
Wurzburger fa ipotesi sugli autori delle scritte. "Credo si tratti dei frequentatori del circolo anarchico di via Ventaglieri. Ma mi chiedo, anarchici o incivili? Qualsiasi denuncia, qualsiasi ideale va rispettato, ma certo la sede adatta per farlo non è la facciata di una chiesa. È un puro atto di esibizionismo e di mancanza di rispetto per le opere pubbliche".
venerdì 15 maggio 2009
PROVINCIALI: NAPOLI; ARRIVA ECO-CANDIDATO, NO MANIFESTI
(ANSA) - NAPOLI, 14 MAG - l'unico candidato alle
provinciali a non aver voluto affiggere manifesti per non
imbrattare la città ma soprattutto per una scelta ecologica.
Gianfranco Wurzburger, 41 anni, attualmente assessore alla
Vivibilità della II Municipalità, è candidato per il Pd alle
provinciali nel collegio Chiaia, Montecalvario, San Giuseppe,
Porto ma, come spiega nella lettera inviata agli elettori: "Il
materiale per la mia campagna elettorale è stampato su carta
riciclata per la quale non è stato abbattuto nessun albero".
Il neo-candidato ha come priorità la legalità ed è questo
un altro dei motivi della rinuncia ai manifesti: "Non credo sia
opportuno mettersi nelle mani di chi delle campagne elettorali
fa un' ulteriore occasione di speculazione e di affari illeciti
- dice Wurzburger - non è un mistero che anche per l'affissione
dei manifesti pubblicitari c'é chi specula non sempre
legalmente". (ANSA).
lunedì 11 maggio 2009
lunedì 4 maggio 2009
IL PATRONO LA RICORRENZA
La Municipalità: senza caos e con maggiore vivibilità i cittadini hanno apprezzato la presenza delle istituzioni
04/05/2009 IL MATTINO
PIETRO TRECCAGNOLI Sangue su sangue. Il giorno dopo il miracolo di san Gennaro, Forcella s’è risvegliata con un sogno nuovo e antico: che il sangue del patrono sostituisca il sangue della violenza quotidiana. Qui, sabato scorso, è avvenuta la liquefazione e ora sembra che la speranza, parola che il cardinale Crescenzio Sepe coniuga in tutte le declinazioni, sia rinata. È presto per dirlo. Ma non è poco per sentirlo. E così, com’è giusto che sia, la gente si aspetta di più da chi esercita il potere. Che non sia come sempre, insomma: passato il santo, passata la festa. Don Carmine Nappo, parroco di Santa Maria Egiziaca, da cui dipende Sant’Agrippino, una delle chiese più antiche di Forcella e di Napoli, è ancora entusiasta e commosso dal miracolo del patrono, soprattutto dal miracolo della gente del quartiere. Appesi ai balconi c’erano coperte colorate, dall’alto cadevano petali di fiori. «Non è stata solo un’espressione di folklore» spiega Nappo. «Ma è stata la manifestazione di un’autentica devozione popolare, di una fede tenacemente radicata. Forcella per un giorno è tornata a essere quella che tutti desideriamo: un quartiere che la gente non ha paura di attraversare». Chi vive qui invoca la presenza delle istituzioni. Certo, la delinquenza la teme, ma la parte della sana del rione dei Giuliano non vuole essere abbandonata nelle mani della malavita, nel gorgo di una leggenda nera. La processione è passata davanti al luogo dove fu stroncata la giovane vita di Annalisa Durante, ormai un simbolo del cambiamento. «Forcella è una realtà complessa» aggiunge Nappo. «È un fantasma che fa paura a tutti, però bisogna capire che Forcella non è solo quella che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi sessant’anni. Il rione è antico quasi quanto la stessa Napoli. Qui ci sono stati i primi insediamenti cristiani. E il motto del quartiere, scritto proprio sul portone di Sant’Agrippino è: “Siamo nati per fare il bene”». Un motto troppo spesso dimenticato da chi vive in questi vicoli dove non entra l’odore del mare, dove il sole fatica a illuminare le case, dove i profumi della vita quotidiana si mescolano con il puzzo del fumo degli scooter frastornanti dalle marmitte sfondate. Forcella è l’unica piazza rimasta per i banchetti delle sigarette di contrabbando. I bassi da tempo sono abitati dai migranti, perlopiù cingalesi. Ma ci sono anche molti pakistani, africani, rumeni e ucraini. Qui vive gran parte dei venditori di merce contraffatta che viene venduta sui marciapiedi di Toledo e di via Chiaia. Si riforniscono ai grossisti del falso di altre zone di Napoli, al Lavinaio in particolare. «La presenza della camorra è ancora pervasiva» commenta l’assessore municipale alla Vivibilità, Gianfranco Wurzburger, che per una parte della processione ha portato il baldacchino con le reliquie di san Gennaro. «La gente comune era entusiasta della presenza delle istituzioni. Per un giorno si sono sentiti uguali agli altri. Strade ripulite dalla spazzatura e dalle auto in perenne divieto di sosta. Si chiedevano: “Perché non è sempre così?”. Certo, ma ci vorrebbe anche una collaborazione continua dei cittadini. Non si possono tenere i vigili sempre e solo a Forcella, ventiquattrore su ventiquattro». È facile autoassolversi, però. «Purtroppo» ammette Wurzburger «i riflettori vengono accesi dopo episodi tragici come l’uccisione della Durante. Poi si spengono e tutto torna come prima». San Gennaro, per chi ha fede in lui, ci ha messo la sua mano. E il suo sangue.
sabato 2 maggio 2009
VIA TOLEDO: AUTO IN SOSTA SUL MARCIAPIEDE
Repubblica — 30 aprile 2009 pagina 1 sezione: NAPOLI
CARRI gru che girano per la città come fantasmi, senza poter prelevare le auto. Vigili appiedati. Giardinieri costretti a rimandare le potature. San Giacomo è in ginocchio: non paga le assicurazioni per i carri attrezzi e da ieri non ci sono più fondi per il carburante delle auto di servizio. IL COMUNE è a secco. Da oggi i vigili sono a piedi. Finito il carburante, spesi anche gli ultimi buoni-gasolio forniti in questi mesi, il generale Luigi Sementa ha inviato un fonogramma a tutte le unità operative, invitando gli agenti a uscire di pattuglia a piedi e a non usare le auto, per risparmiare il carburante rimasto nei serbatoi per le emergenze. Stessa sorte per le auto dei giardinieri comunali: ieri mattina è stato interrotto un intervento nei giardini di Santa Chiara, perché i camion per trasportare i rami potati avevano il serbatoio in riserva. E sorte simile per i carri attrezzi: in quest' ultimo caso il Comune non ha pagato l' assicurazione per i danni causati dalle auto attaccate al gancio. Perciò, paradossalmente, i carri gru possono girare, ma non prelevare le auto in divieto. Caso eclatante ieri mattina in via Toledo 390. Una Fiat Bravo è parcheggiata (o abbandonata) di traverso sul marciapiede. I negozianti dicono che è lì da martedì sera alle 20.30. Sul parabrezza c' è la multa dei vigili urbani (ore 7.50), ma 24 ore dopo, cioè fino a ieri sera alle 20, l' auto è ancora al centro del marciapiede, a impedire il passaggio di pedoni e disabili, tra le ire di residenti e commercianti e le polemiche dei passanti. «Ho chiamato io stesso il capo staff dell' assessore Scotti - dice Gianfranco Wurzburger della II Municipalità, allertato dei disagi dagli stessi cittadini - Mi hanno detto che mi facevano sapere, ma non è arrivata risposta. I vigili hanno fatto il loro dovere, per quanto possibile. Cioè hanno multato l' auto. Ma quando abbiamo chiamato il carro attrezzi ci hanno spiegato che i carri per la rimozione possono girare per strada, ma non prelevare le auto». E, infatti, per ordine del comando dei vigili i carri attrezzi da giorni girano per la città, come "spaventapasseri", come deterrenti mobili, ma quando c' è un' emergenza non possono agganciare l' auto, perché non hanno l' assicurazione. «È tempo di crisi. I soldi sono pochi, ma una città come Napoli non può rimanere senza carri attrezzi o senza auto dei vigili o dei giardinieri - incalza Wurzburger - Possibile che il Comune non abbia messo in bilancio queste spese? Di chi è la responsabilità?». E si va di male in peggio perché l' assicurazione non pagata per i carri gru è solo una piccola parte di un' assicurazione, chiamata assicurazione globale, che permettea Palazzo San Giacomo di risarcire i cittadini in caso di danni. «Se oggi un cittadino cade in una buca o se un' auto passa sotto un ponte comunale e viene colpita da una pietra che si stacca dalla volta, il Comune non ha assicurazione. Chi risarcisce i cittadini?», si chiede Gennaro Martinelli, segretario provinciale della Fp Cgil. «I carri attrezzi continuano a girare, come deterrente, e i vigili continuano a lavorare, anche appiedati, ma così non si può andare avanti a lungo - chiosa Martinelli - Siamo sull' orlo dello sfascio». - CRISTINA ZAGARIA