giovedì 8 aprile 2010

La tragediaL’appello della moglie del 70enne ucciso da una moto in via Vespucci

ALTRO INCIDENTE IN VIA VESPUCCI
GIUSTIZIA PER LA MORTE DI MIO MARITO
IL MATTINO di Giuliana Covella - 7 aprile 2010 «Vorrei essere cittadina di Napoli senza dovermene vergognare, ecco perché rivolgo un appello a chi ha visto quella notte, affinché la morte di mio marito non sia stata vana. Voglio giustizia e la chiedo a Dio e agli uomini». Antonietta D’Urso, 55 anni, insegnante elementare, è la vedova di Carlo Longobardi, il 70enne morto nella notte tra venerdì e sabato in via Vespucci. L’uomo è stato travolto e ucciso da una Honda Transalp all’altezza del bar Ciottolo. Una morte quasi annunciata - è il caso di dire - dato che il pensionato raccomandava sempre alla moglie di stare attenta nell’attraversare. «Fai attenzione - mi ripeteva - perché quelli sfrecciano e ci prendono in pieno come birilli». Un destino beffardo che ha mietuto un’altra vittima poche sere fa in una strada che tutti definiscono killer. L’incidente in cui ha perso la vita Longobardi si è verificato intorno alle 1,40 di sabato notte. L’uomo aveva accompagnato la moglie sotto casa e aveva riportato l’auto in un garage privato in via Marina. Nell’attraversare, è stato falciato da una moto (in sella alla quale c’erano un 26enne e una 20enne) che percorreva la corsia preferenziale e che lo ha fatto balzare una cinquantina di metri più avanti. Inutili i soccorsi. «Quello che è accaduto a mio marito è assurdo - tuona la donna - non è possibile che nessuno abbia visto nulla e soprattutto che lungo quella strada si verifichino incidenti mortali periodicamente. Quello che chiedo alle istituzioni è di rendere sicura via Marina, perché noi cittadini non ci sentiamo tutelati. Nel mio caso non si tratta di una, ma di due vite spezzate, perché senza il mio Carlo non vivo più». Sposati da 17 anni, i due coniugi abitavano al Lavinaio. Sarto in pensione lui, maestra elementare lei, vivevano l’uno per l’altra. «Ricordo quando mi accompagnava al treno per andare a scuola tutte le mattine e mi salutava con un bacio. Avrei dovuto farlo conoscere ai miei alunni alla fine dell’anno scolastico. Ora non lo vedranno più». «Via Marina - polemizza Gianfranco Wurzburger, assessore alla Viabilità della II municipalità - è considerata una strada killer, ma il vero killer è chi dovrebbe metterla in sicurezza e non lo fa, cioè l’amministrazione centrale. Sono anni che chiedo videosorveglianza con autovelox, strisce pedonali con bande sonore e potenziamento dei semafori».

Nessun commento: