
La II Municipalità al fianco dei carmelitani
Il 16 luglio in piazza del Mercato, famosa anche per essere stata in epoche diverse lo scenario di fatti tristi come l’esecuzione di Corradino di Svevia, di Masaniello e dei rivoluzionari della repubblica partenopea del 1799, si festeggia la Madonna del Carmine, la Vergine detta «Santa Maria la Bruna».
Un tempo questa era la festa dei pescivendoli della zona circostante la Marina, che rievocavano la battaglia della Goletta con i Turchi, issando un castelletto difeso dagli infedeli contro i quali, dandogli fuoco, i cristiani riportavano la vittoria. In seguito al castelletto venne sostituito il campanile detto di fra’ Nuvolo.
Una volta all’anno l’antica Basilica di piazza Carmine, dedicata alla Madonna Bruna, viene riccamente decorata e scenograficamente illuminata dai fuochi pirotecnici, ma il vero soggetto della festa è il campanile che s’illumina e s’incendia stagliandosi come un tizzone ardente contro il cielo scuro della sera, la vigilia della Festa, il 15 luglio. Tra gli applausi della folla festante, gli inni dei fedeli e il suono delle campane, compare l’effigie della Madonna del Carmine che compie il miracolo spegnendo «l’incendio», opera di abili fuochisti, e salvando così il campanile.
Anche quest’anno è stata numerosa la gente che ha assistito al simulacro dell’incendio del Campanile, accalcata nella piazza e nei balconi degli edifici circostanti, evento folcloristico e religioso, questo, che appartiene ormai alla tradizione e alla storia del popolo napoletano. Dal palco d’onore hanno partecipato al tradizionale spettacolo pirotecnico il cardinale Crescenzio Sepe, S.E. Mons. Filippo Iannone, Vescovo Ausiliare e Vicario Generale, P. Aldredo di Cerbo oc, Commissario generale, l’assessore ai Grandi Eventi Valeria Valente, il Comandante della regione Carabinieri Campania Gen. Franco Mottola ed il Questore di Napoli dottor Antonino Puglisi. Ospite d’eccezione il giornalista Bruno Vespa.
L’incendio del campanile è stato più volte e a lungo applaudito da un festoso ed entusiasta pubblico per il multicolore gioco di luci emesso dall’accensione delle progressive «batterie pirotecniche curate dai fantasiosi e bravi «fuochisti» della ditta Cesarano di Torre del Greco.
Il 16 luglio si è svolta la tradizionale celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Sepe con il tradizionale atto di affidamento della città di Napoli alla Vergine Bruna, un invito forte all’impegno di testimonianza di vita cristiana nelle vicende di ogni giorno, per costruire una società più giusta: un’esortazione perentoria ad un impegno nell’azione pastorale più coerente ed attento ai «segni dei tempi».
In un pomeriggio assolato, si sono così conclusi i festeggiamenti in onore della Madonna Bruna, A concelebrare con l’Arcivescovo, S.E. mons. Filippo Iannone, Vicario generale e Vescovo ausiliare e P. Alfredo di Cerbo oc, Commissario generale. Presenti, tra gli altri, il parroco del Carmine Maggiore P. Domenico Antonio Lombardo oc e tanti altri sacerdoti del centro storico. Nel suo saluto P. Alfredo di Cerbo, dopo aver ringraziato le autorità, ed in particolare la II Municipalità, per la «squisita e sollecita attenzione» con la quale hanno contribuito alla realizzazione dei festeggiamenti, ha sottolineato la grande devozione del popolo napoletano che ogni anno «da ogni luogo della città e della provincia viene ai piedi della Madonna» per rinnovare il proprio atto di affidamento e attraverso «la riconciliazione del cuore» e il «nutrimento dello spirito», trova nuovamente il senso e la ragione della propria esistenza. Un sentito e sincero apprezzamento va anche al Cardinale per il suo impegno «di speranza, fiducia e gioia nel portare il Vangelo ad ogni uomo».
E per ogni napoletano la Vergine Bruna è la «Mamma del Carmine»: quella a cui rivolgersi in ogni difficoltà, in ogni momento di bisogno, nel dolore e nello scoraggiamento. «Dio ci ha messi a vivere in questa città, in questo territorio, in questo tempo. Quanti problemi dobbiamo affrontare ogni giorno – ha detto il cardinale Sepe - dai bambini, che non hanno una sufficiente sicurezza per la loro crescita umana e culturale nelle famiglie e nella scuola, ai giovani che, nell’incertezza del loro futuro, non riescono a realizzarsi e ad esprimere tutte le loro potenzialità; dalle coppie, che faticano a ritrovare quel clima di serenità e di pace necessario a costruire famiglie più fiduciose nel domani, agli anziani, sempre più soli e abbandonati. Ognuno di noi è chiamato a superare queste difficoltà con la speranza e la fiducia della fede». Confortati ed aiutati dai carmelitani, eredi privilegiati dello scapolare, consegnato nel 1251 a san Simone Stock.
Si racconta, infatti, che, nel 1251 la Vergine apparve al generale dell'ordine san Simone Stock. San Simone supplicava spesso la Madonna di proteggere con qualche privilegio i frati che portavano il suo nome. Un giorno la beata Vergine gli apparve accompagnata da una moltitudine di angeli, tenendo in mano lo scapolare dell'ordine e gli disse: «Questo è il privilegio che io concedo a te e a tutti i carmelitani: chiunque morirà con questo scapolare non patirà il fuoco eterno».
Ai devoti dello scapolare è raccomandata in modo speciale la recita del rosario, come colloquio giornaliero con la propria Signora e Sorella e come incontro d'amore con lei nella preghiera. A Fatima le apparizioni si conclusero con la visione della Madonna del Carmelo. Lucia, fattasi poi carmelitana scalza, disse che nel messaggio della Madonna «il rosario e lo scapolare sono inseparabili».
1 commento:
Bellissima la rievocazione ! e le significative le foto , le immagini e gli antichi ricordi di bel "sapore " storico
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