giovedì 27 marzo 2008

WURZBURGER, CANTIERE PIAZZA DEL CARMINE

WURZBURGER, CANTIERE PIAZZA DEL CARMINE
LIMITATI I DISAGI ANCHE PER LA VIA CRUCIS
«Il rifacimento dei marciapiedi di un’arteria fondamentale come via Marina è prioritario per la nostra Amministrazione e per Napoli. Ne va della sicurezza dei nostri cittadini, del decoro dei nostri quartieri, del miglioramento di una piazza storica di Napoli, quale è piazza del Carmine. Questo può comportare qualche sacrificio, ma ogni intervento si svolge sempre nel rispetto delle esigenze di ciascuno e cercando di valorizzare al meglio la piazza», è quanto afferma l’assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger. «Su questa linea – prosegue Wurzburger – è il solenne rito della Via Crucis, guidato dal cardinale Sepe che si è tenuto venerdì sera. Soltanto chi c’era può testimoniarlo: un’occasione significativa di partecipazione da parte del quartiere, per nulla intralciata dai lavori in corso. Un’attenta presenza, nessun tipo di problema ma, al contrario, grande raccoglimento, ordine, pulizia, collaborazione da parte di tutti».
«Quando i lavori di riqualificazione - conclude Wurzburger –termineranno, via Marina e piazza del Carmine recupereranno una maggiore dignità. Ma disagi inenarrabili i nostri concittadini non ne subiscono certo per il rifacimento dei marciapiedi! È bene precisare che questo cantiere non sarà di ostacolo alla cerimonia “dell’alzabandiera”per i festeggiamenti della Madonna del Carmelo perché come da tradizione si svolgerà in piazza Mercato».

domenica 23 marzo 2008

B U O N A P A S Q U A


La gioia che ci è stata donata con la Pasqua, possa accompagnarci sempre in ogni istante della nostra vita. Auguri a tutti

lunedì 17 marzo 2008

Via Crucis in piazza Mercato con i familiari delle vittime

Lotta ai clan, Sepe: con i giovani ce la faremo

L’ANNUNCIO

ROSANNA BORZILLO IL MATTINO del 17 marzo 2004
Arriva a piedi a Forcella perché il quartiere è ormai familiare al cardinale Sepe. Nel suo ministero episcopale l'arcivescovo c'è stato più volte per portare segni di speranza e di incoraggiamento. Ed anche nella domenica delle Palme la chiesa di Napoli parte da qui: San Giorgio Maggiore a Forcella. Venerdì santo: un altro segno. In piazza Mercato la Via Crucis vedrà la presenza dei familiari delle vittime innocenti della camorra e del terrorismo. E ai giovani toccherà animare, a partire dalle 20.30, il solenne rito della settimana santa. Come ieri mattina, in dieci, hanno accompagnato l'arcivescovo. I ragazzi, impegnati nell'oratorio attivato in questi giorni nei locali attigui alla chiesa di San Giovanni a Mare. Un presidio di legalità dove si fa dopo-scuola, attività ludico-sportive, avviamento all'informatica per impegnare significativamente il tempo libero. Forcella e piazza Mercato per dire, ancora un volta, che «la speranza viene coltivata da tanti giovani. Partiamo da questa chiesa - dice Sepe - che è simbolo di speranza per tutti. Ce la possiamo fare -aggiunge - con i giovani». Sono le uniche parole che l'arcivescovo pronuncia: la presenza e la testimonianza dei ragazzi in rappresentanza delle parrocchie e delle associazioni della diocesi è già segno del lavoro quotidiano e silenzioso che la Chiesa, con il nuovo parroco don Angelo Berselli, ha scelto di svolgere sul territorio. All'ingresso della parrocchia c'è lui ad accoglierlo, con il decano del territorio don Carmine Nappo, il vicario episcopale per la liturgia monsignor Salvatore Esposito, il direttore della pastorale giovanile Antonio D'Urso, l'assessore alla vivibilità della II municipalità Gianfranco Wurzburger, il capitano dei carabinieri della compagnia Stella Piercarmine Sica. Dopo la benedizioni delle palme, la processione percorre via Duomo e raggiunge la Cattedrale affollata da più di mille persone, dove l'arcivescovo celebra la Messa che coincide anche con la 23esima giornata mondiale della gioventù. «Come Gesù sentiamo il dolore ed il peso della sofferenza e ci sentiamo angosciati dalle prove della vita. Ma se noi guardiamo Cristo che sale al Calvario capiamo anche perché questa nostra vita alle volte è piena di sofferenza - dice Sepe nell'omelia. Tuttavia - aggiunge - le difficoltà hanno sempre un senso ed un valore: sono occasioni di vita nuova di salvezza». Anche in Cattedrale ci sono tanti giovani e l'arcivescovo parla ancora di speranza. «In questa domenica delle palme il nostro inno è contro ogni disperazione, gettiamo il seme della speranza che Cristo ha posto nei nostri cuori e nel solco della nostra vita e che tanti nostri fratelli e sorelle lontani sappiano riconoscere in noi la speranza che Gesù ci ha portato. Con lui c'è sempre resurrezione».

giovedì 13 marzo 2008

I MEZZI DEI VIGILI DEL FUOCO SONO SENZ'ACQUA DA 10 GIORNI

LA REPUBBLICA 12.03.2008 Il Caso...

Vigili del fuoco a secco. Non è un paradosso o un gioco di parle. E' l'ennesimo problema reale. Succede nel centro storico. Da oltre dieci giorni i mezzi dei vigili del fuoco hanno trovato ospitalità nel PArco dei quartieri Spagnoli, perchè la loro tradizionale caserma, in via del Sole (nei pressi di piazza Miraglia), è in ristrutturazione. Il Comune, che ha in concessione il parco dal Demanio, ha offerto l'area, l'unica disponibile nel centro storico, per contenere una quindicina di mezzi di soccorso. Ma se il Comune ha pensato allo spazio, nessuno ha pensato all'acqua. "Non sappiamo se il Ministero dell'interno deve fare un contratto direttamente con l'Arin, se deve intervenire il Demanio o se gli accordi li deve fare il Comune che ha offerto l'area - denunciano Gianfranco Wurzburger e Alberto Patruno, assessore e presidente della Seconda Municipalità - Noi, nel frattempo, stiamo cercando di ottenere dall'Arin una fornitura straordinaria, non è possibile che da dieci giorni i mezzi dei vigili del fuoco che lavorano in città escono senz'acqua o la devono recuperare affannosamente".
(cristina zagaria)

martedì 4 marzo 2008

FORCELLA: IL QUARTIERE LAVORA SENZA RIFLETTORI

WURZBURGER FORCELLA: IL QUARTIERE LAVORA SENZA RIFLETTORI
“Rabbia e tristezza sono sensazioni che appartengono a tutti quando si viene a sapere che si torna a sparare a Forcella. Ma a Forcella non si sono fatti passi indietro. E chi conosce il quartiere lo dovrebbe sapere. Si è illuso chi ha pensato che bastava proclamarsi contro la camorra per sconfiggerla: la camorra esiste, anche se ha momenti di tregua. E colpisce anche gli innocenti». Così Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità a margine di commenti e dichiarazioni che si sono succedute in questi giorni sul diciannovenne ucciso e il venticinquenne ferito a Forcella. «L’assassinio quattro anni fa di Annalisa Durante, il ferimento di un lavoratore venticinquenne incensurato, domenica scorsa ci dicono che siamo ancora in allarme. Che lo eravamo prima e lo siamo adesso. Che dobbiamo lavorare ancora. Ma a che serve sparare sul lavoro di chi compie la sua missione nel silenzio, con lo stile proprio del Vangelo; su chi compie il suo dovere, nella legalità, senza servirsi dei riflettori, ma passo dopo passo, pensando che sia sufficiente testimoniare con la propria presenza la legalità per ottenere risultati? Senza personalismi, senza esibizionismi?». «A Forcella si continua a lavorare – continua Wurzburger – esistono percorsi di legalità, si opera in stretto contatto con le scuole e le associazioni del territorio, si lavora e si collabora con l’attuale parroco don Angelo Berselli e con gli altri parroci di Forcella don Carmine Nappo (S. Maria Egiziaca) e don Luigi Calemme (SS. Annunziata) per attuare i laboratori ludici e ricreativi, si promuovono iniziative per sottrarre i ragazzi alle insidie della strada. Ma senza clamore, senza la ribalta. Non necessaria per far funzionare le cose. Non si è mai pensato di sconfiggere la camorra in pochi mesi. Chi lo ha fatto o era un illuso o un chiacchierone». «Di fronte alla camorra restano due possibilità: la fuga o l’omertà. Ma tanta gente di Forcella ancora oggi non vuole rassegnarsi né all’una né all’altra – prosegue Wurzburger – certo aspetta che si realizzino progetti concreti. La videosorveglianza che, per ora, resta un miraggio; un maggior controllo del territorio; concrete opportunità lavorative che possano allontanare i giovani dalle maglie della camorra. Forcella, insomma, aspetta di fare passi in avanti– conclude Wurzburger – da tempo. Aspetta assunzione di responsabilità maggiori da parte di tutti. Da tempo. Ma non è andata indietro. Né avanti. Non si misura un quartiere con il metro. Si misura dalla volontà che la sua gente ha di riscatto. E qui ce n’è tanta. Oggi certo più di prima».

domenica 2 marzo 2008

CAMORRA: AGGUATO A FORCELLA

Camorra: agguato in centro a Napoli – Wurzburger: aiutiamo la gente a non scappare da Forcella
“Si torna a sparare a Forcella. Perché la camorra esiste, anche se ha momenti di tregua. E colpisce anche gli innocenti. Quattro anni fa Annalisa Durante. Oggi un altro giovane incensurato è rimasto ferito. Un lavoratore venticinquenne è stato colpito per fortuna non mortalmente. Poteva essere colpito un passante: erano le 14 di una domenica come tante”. E’ lo sfogo addolorato di Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità. “Due possibilità restano: la fuga o l’omertà. Ma non possiamo rassegnarci né all’una né all’altra – prosegue – ci sono state tante promesse. La videosorveglianza che, per ora, resta un miraggio. Il controllo del territorio, rallentato, sporadico, insufficiente. Ecco perché in tanti vanno via – continua l’esponente della II Municipalità –ed anche avere un’attività commerciale sul territorio non è motivo sufficiente per rimanere a Napoli. Si ha paura e si è presi dallo scoraggiamento. E l’episodio di oggi non fa che accrescere la sfiducia”.
“Ma come rappresentante delle Istituzioni e prima ancora come cittadino – prosegue Wurzburger – sappiamo che c’è tanta gente onesta che non vuole restare a guardare in silenzio i camorristi continuare ad agire indisturbati. Ci sono uomini e donne che, ogni giorno, mettono in gioco se stessi, la propria vita e i propri affetti per rimanere a Forcella. Per rompere il muro del silenzio, per continuare a coltivare l’onestà ed il loro sogno di un quartiere libero dalla camorra. E’ possibile: creando punti di aggregazione, lavorando insieme, puntando sull’educazione, sull’impegno sociale, sulla partecipazione attiva alla vita della città. Chiediamo – conclude Wurzburger – investimenti che creino posti di lavoro: solo sottraendo i giovani dalle mani della camorra con opportunità lavorative concrete, Forcella sarà libera dalla criminalità. Chiediamo strutture per i giovani: la strada non è congeniale all’incontro, al confronto, al dialogo e alla partecipazione attiva alla vita della città. Forcella ce la può fare ed il sogno di qualcuno deve diventare assunzione di responsabilità per tutti. ”.

sabato 1 marzo 2008

PIAZZA PORTANOVA: risposta cittadino...

PIAZZA PORTANOVA, WURZBURGER: LEGALITA’ INNANZITUTTO


«Piazza Portanova continua ad essere un luogo carico di storia e di umanità perciò va salvaguardato da chi parcheggia in doppia e tripla fila, sui marciapiedi ed incurante di ogni norma del vivere civile». È la dura replica dell’assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger alle critiche di chi parla della zona a ridosso di corso Umberto come di un territorio «tormentato dalla presenza dei vigili» apparse su un quotidiano cittadino. «I vigili urbani sono espressione della legalità - continua Wurzburger – non tormentano, ma cercano di far rispettare le regole e stupisce che intellettuali e personaggi della società civile (?) si schierino contro chi cerca di far rispettare la legalità. Anche (e perché no?!) a Napoli».
«Come Municipalità stiamo approntando un piano di razionalizzazione dei parcheggi nelle strade secondarie del territorio: tra poco più di un mese – continua l’esponente del parlamentino – proporremo l’istituzione di stalli di sosta su strisce blu e bianche per i residenti e non. Ma nel frattempo – prosegue Wurzburger – che cosa dovremmo fare? Mi chiedo e chiedo agli esponenti della società civile: lasciare che tutto vada a rotoli? Che si perpetuino illegalità e abusi? Che Portanova sia terra di nessuno? Protestare perché i vigili elevano multe a chi parcheggia in doppia e tripla fila è, forse, civile protesta?». «Mancano i parcheggi – conclude Wurzburger – come negarlo? Ma questo delegittima tutti? Autorizza forse ogni cittadino a parcheggiare sui marciapiedi? Equivarrebbe a dire che poiché c’è l’emergenza rifiuti ognuno è autorizzato a buttare l’immondizia dalle finestre!».

Piazza PORTANOVA lettera al Mattino


L’INTERVENTO
Il recupero a senso unico di Portanova da IL MATTINO

Giuseppe Riccio.
Piazza Portanova è luogo carico di storia e di umanità: nel '500 fu campo del «sedile» dove il magistrato amministrava giustizia. Lì abitò il Principe su cui Masaniello depose le speranze del cambiamento. Lì esiste un luogo di culto di singolare devozione, quello che esponeva la «Madonna nera» (S. Maria in Cosmedin). Poi vi fu l'offesa della modernità. Come tutta Napoli, la piazza è diventata luogo di sosta delle auto; la chiesa è diventata, dopo il terremoto, deposito e da allora è chiusa, da lì sono scomparse anche le effigie dei santi. Contro queste - ed altre offese - si muovono ora le istituzioni. E se della Chiesa nulla si sa, è vietato il caotico parcheggio che pure negli anni addietro esponeva il tabellone con «l'autorizzazione del Comune». Il fatto è che ormai da più di due settimane Piazza Portanova è onorata (o tormentata) dalla presenza giornaliera e continua di addetti alla municipalità, che dispensano contravvenzioni a chi - abitanti o meno - occupa spazi non adiacenti ai marciapiedi. La ragione dichiarata è nobile; anche se, in una logica più generale, a qualche sociologo può risultare pericolosa in termini di prevenzione; ma questo è altro problema. È nobile, perché si iscrive nella lotta per la legalità, di cui l'«abusivismo» appare essere una delle componenti di crisi. Tuttavia, i cittadini di piazza Portanova si pongono legittimi interrogativi a cui da nessuna parte vi era data risposta. Anche perché quel «mitico» luogo insiste in un contesto territoriale - quello di Corso Umberto e dintorni - che testimonia - all'opposto e sotto ogni aspetto - degrado e illegalità, rispetto ai quali non si notano segnali di rimozione. Corso Umberto è oggi - con piazza Garibaldi - un avvilente biglietto da visita per il viandante; che passa in un «budello» di traballante stabilità arricchito da una inimmaginabile quantità di auto in sosta (spesso legittima per mancanza dei segnali di divieto) e per la ininterrotta fila di venditori ambulanti che sostano davanti ai negozi, da piazza Garibaldi a piazza Borsa, su tutti e due i lati e senza soluzione di continuità. Questo rilevamento scatena un inquietante interrogativo: come mai e perché i commercianti del luogo non si ribellano a questo mercato parallelo, che spesso espone, nella via, uguale merce del negozio davanti al quale quel mercato si esercita? Anche qui il sociologo avrebbe da dire; anche sul terreno dei flussi migratori. Perciò, alla meraviglia per la quantità di risorse umane sprecate quotidianamente per evitare che gli abitanti di piazza Portanova possano parcheggiare, si aggiunge il sospetto, proprio per la continuità della presenza dei carri-gru e, soprattutto, perché i dintorni sono così intasati di auto in sosta da dimostrare la forza della Provvidenza: per esempio, guai se per via Portanova o Miroballo dovesse transitare un'ambulanza o, peggio, un camion dei pompieri. Alla meraviglia si aggiunge il sospetto che vi sia un progetto per il «recupero urbanistico» della piazza, per il quale gli abitanti ringraziano per tanto onore e tanta attenzione rivolta ai suoi cittadini. Grazie, tanto più forte, se si recupererà anche il luogo di culto. Ma eliminare l'abusivismo e restituire piazza Portanova alla sua storia è cosa nobile ed auspicabile, a condizione che chi abbia la fortuna di abitare lì possa ancora godere - lecitamente - di quanto è concesso - spesso illecitamente - agli altri cittadini, o di quanto da questi è illecitamente usurpato. Gli abitanti di piazza Portanova, cioè, non chiedono altro che il Comune dia esecuzione alla sentenza n. 64693/03 (avete letto bene: del 2003!), notificata il 12 maggio 2004, con la quale si imponeva di «adottare un sistema di segnaletica diversa e idonea ad evitare il caos» e di predisporre, ovviamente, come in altri luoghi (pochi per la verità) le zone destinate agli abitanti; in mancanza di ciò, dice il giudice, «è illegittimo il processo verbale di contravvenzione». Questa civile «protesta» - che non minimizza le responsabilità per lo stato di degrado della città, che pure è elevato - vuole essere solo la messa in mora del Comune a fare quanto ordinatogli per via giudiziaria. Se, poi, i progetti sono altri, lo si dica con chiarezza e li si realizzi con razionalità, senza penalizzare cittadini che - non per loro colpa - abitano in zone totalmente prive di parcheggi a causa di risalenti, miopi azioni politiche. Insomma, in questo caso, la modernità non può essere alternativa alla storia. Perciò, se per piazza Portanova è finalmente venuto il tempo del suo recupero, è bene che questo non venga fatto «di nascosto» né in danno degli abitanti. È questa la civiltà del terzo millennio.

Un pensiero per Nunzio GALLO

COMUNI: NAPOLI; UNA TARGA ALLA PIGNASECCA PER NUNZIO GALLO


(ANSA) - NAPOLI, 29 FEB - Una targa per Nunzio Gallo nel
rione della Pignasecca a Napoli.
L'iniziativa è della II Municipalità che vuole ricordare
l'artista scomparso "perché fu uno dei rappresentanti più
autorevoli della tradizione melodica napoletana".
La municipalità del centro cittadino proporrà l'apposizione
di una targa ricordo in vico Paradiso dove l'artista nacque.
L'annuncio è stato dato da Maria Luisa Rega e da Gianfranco
Wurzburger, rispettivamente vice presidente e assessore alla
Vivibilità della II Municipalità, intervenuti al Consiglio
comunale in occasione della commemorazione di Nunzio Gallo.
"Un atto doveroso e sentito - commentano Rega e Wurzburger -
Napoli deve riconoscere e ricordare coloro che hanno portato e
reso celebre il suo nome nel mondo. Nunzio Gallo è stato
interprete stimato ed apprezzato, ma ha sempre conservato
l'amore per la sua città e la semplicità del cuore e dei modi.
Come Municipalità e prima ancora come cittadini vogliamo
ricordarlo e far sì che resti memoria anche per le generazioni
future di un uomo che ha saputo valorizzare le nostre tradizioni
senza dimenticare mai le sue origini".(ANSA).