martedì 4 marzo 2008

FORCELLA: IL QUARTIERE LAVORA SENZA RIFLETTORI

WURZBURGER FORCELLA: IL QUARTIERE LAVORA SENZA RIFLETTORI
“Rabbia e tristezza sono sensazioni che appartengono a tutti quando si viene a sapere che si torna a sparare a Forcella. Ma a Forcella non si sono fatti passi indietro. E chi conosce il quartiere lo dovrebbe sapere. Si è illuso chi ha pensato che bastava proclamarsi contro la camorra per sconfiggerla: la camorra esiste, anche se ha momenti di tregua. E colpisce anche gli innocenti». Così Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità a margine di commenti e dichiarazioni che si sono succedute in questi giorni sul diciannovenne ucciso e il venticinquenne ferito a Forcella. «L’assassinio quattro anni fa di Annalisa Durante, il ferimento di un lavoratore venticinquenne incensurato, domenica scorsa ci dicono che siamo ancora in allarme. Che lo eravamo prima e lo siamo adesso. Che dobbiamo lavorare ancora. Ma a che serve sparare sul lavoro di chi compie la sua missione nel silenzio, con lo stile proprio del Vangelo; su chi compie il suo dovere, nella legalità, senza servirsi dei riflettori, ma passo dopo passo, pensando che sia sufficiente testimoniare con la propria presenza la legalità per ottenere risultati? Senza personalismi, senza esibizionismi?». «A Forcella si continua a lavorare – continua Wurzburger – esistono percorsi di legalità, si opera in stretto contatto con le scuole e le associazioni del territorio, si lavora e si collabora con l’attuale parroco don Angelo Berselli e con gli altri parroci di Forcella don Carmine Nappo (S. Maria Egiziaca) e don Luigi Calemme (SS. Annunziata) per attuare i laboratori ludici e ricreativi, si promuovono iniziative per sottrarre i ragazzi alle insidie della strada. Ma senza clamore, senza la ribalta. Non necessaria per far funzionare le cose. Non si è mai pensato di sconfiggere la camorra in pochi mesi. Chi lo ha fatto o era un illuso o un chiacchierone». «Di fronte alla camorra restano due possibilità: la fuga o l’omertà. Ma tanta gente di Forcella ancora oggi non vuole rassegnarsi né all’una né all’altra – prosegue Wurzburger – certo aspetta che si realizzino progetti concreti. La videosorveglianza che, per ora, resta un miraggio; un maggior controllo del territorio; concrete opportunità lavorative che possano allontanare i giovani dalle maglie della camorra. Forcella, insomma, aspetta di fare passi in avanti– conclude Wurzburger – da tempo. Aspetta assunzione di responsabilità maggiori da parte di tutti. Da tempo. Ma non è andata indietro. Né avanti. Non si misura un quartiere con il metro. Si misura dalla volontà che la sua gente ha di riscatto. E qui ce n’è tanta. Oggi certo più di prima».

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