venerdì 28 agosto 2009

La signora dei topi è tornata a casa

La signora dei topi è tornata a casa:sgombero inutile, Mamaluk senza cure
Transennata la sua "casa", si è dovuta accontentaredi un totem pubblicitario per trascorrere la notte
Corriere della Sera




NAPOLI - Mamaluk ha ritrovato i suoi to­pi. Dopo neanche ventiquat­tr’ore dallo sgombero, dalla bonifica e dalla derattizzazione. Si è dovuta accontentare, però. Il baldacchino della Torre Aragonese, la sua casa in via Marina, era transennato. A cin­quanta metri, un totem pubblicita­rio è bastato per trascorrere la notte, per sistemare specchietti, pettini e qualcuno degli abiti vecchi e puzzo­lenti che di mattina ricicla al merca­tino dei rom di piazza Garibaldi. I topolini, quelli con i quali Mamaluk parla, si tiene compa­gnia, ai quali dà da mangiare, non c’erano. Spaventati eviden­temente dall’azione di forza di mercoledì mattina. Torneran­no, ovviamente. Come è sem­pre stato da quattro anni a que­sta parte. E rincontreranno Mamaluk nella casa sulla Torre. La famiglia si ricomporrà. Rac­contata così, sembra una fiaba, un film. Magari anche a lieto fi­ne. Trasferita nel terzo millen­nio, la storia di Mamaluk che parla ai topi, che si fa accarezza­re dai topi, che dorme con i to­pi, in una città che si professa civile, è semplicemente un’as­surdità.
Povera Mamaluk, mala­ta di mente e non assistita dai servizi della Asl. Povera Napoli che non ha la forza di gestire con i servizi sociali una situazio­ne vergognosa. Poveri turisti che di Mamaluk hanno foto in tutte le pose. Le immagini del degrado, della sporcizia — Mamaluk fa i suoi bisogni in ogni dove — hanno fatto il giro dell’Italia intera. Mentre il ri­schio igienico-sanitario dilaga. Altro che influenza suina, per la quale sono allertati tutti gli ospedali cittadini, con tanta gente messa in isolamento solo sulla base di un sospetto della malattia.
Il bacio tra Mamaluk e suoi topi, purtroppo non è solo una bella suggestione fiabesca, è l’inconcepibile realtà di una Napoli arretrata, incivile. Ed ir­responsabile. Un mese fa, attor­no a un tavolo, riuniti dal presi­dente della Municipalità Merca­to, Gianfranco Wurburger, c’erano i responsabili dei servi­zi sociali e della Asl 1: ebbene, quattro ore a dibattere senza de­cidere nulla. Con la burocrazia sull’applicazione della legge 180 (trattamento sanitario ob­bligatorio) che imperversava, mentre i topi continuavano a baciare, ad accarezzare Mama­luk. Mentre il rischio infezione aumentava. La donna, di origi­ni tunisine, con un passato da insegnante (pare) e un marito che l’ha abbandonata, ha biso­gno di cure mediche specifiche. I servizi sociali non bastano. E il paradosso è che non si capi­sce se a prelevarla debba prov­vedere un’ambulanza del 118 (primo intervento) o quella del­la Asl. Lei, intanto, resta dov’è. Con la lucida follia della donna che parla ai topi. Napoli assiste al film della vergogna.
Monica Scozzafava28 agosto 2009

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