giovedì 23 dicembre 2010

SANITA': PD CAMPANIA, NO CHIUSURA GINECOLOGIA ANNUNZIATA



(ANSA) - NAPOLI, 23 DIC - "Ho appreso - dichiara in una nota

Gianfranco Wurzburger responsabile terzo settore PD Campania -

che il commissario dell'Asl Napoli 1 ha intenzione di chiudere i

reparti di ginecologia e ostetrica dell'Ospedale Annunziata di

Napoli; a quanto pare il provvedimento andrebbe in vigore da

oggi".

"I motivi - prosegue Wurzburger - non sono ancora ben noti,

probabilmente il tutto è provocato dalla carenza di personale

medico e para medico". "L'ospedale 'SS. Annunziata' di Napoli

- aggiunge l'esponente PD - ha una connotazione materno

infantile unica nella città e nella Provincia ed abbraccia non

solo il territorio dove è ubicato, ma tutto il centro storico

di Napoli, nonché tutta la provincia di Napoli a sud e a nord,

ed ha al suo interno alcune specificità di riferimento

regionale".

"I reparti di Ostetricia e Ginecologia con Centro gravidanze

a rischio, Centro per la menopausa e Pronto Soccorso Ostetrico

nel corso di un anno di attività - si ricorda - hanno

effettuato più di 2.000 ricoveri nel 2009 e 3.600 prestazioni

di pronto soccorso ostetrico, circa 1.400 parti, tra spontanei e

cesarei, 1.200 interventi chirurgici e più di 5.000 prestazioni

ambulatoriali; pertanto - conclude Wurzburger - chiuderli

significa non solo privare i tanti bambini che ricevono

assistenza delle cure quotidiane di cui hanno bisogno e impedire

ad altri di riceverle, ma anche depauperare ancora di più la

sanità in città".

(ANSA).

giovedì 30 settembre 2010

Il caso Cresce la polemica dopo la decisione di Palazzo San Giacomo di assegnare la struttura di piazza Mercato a un gruppo culturale

Ma i residenti non mollano: «Manterremo il presidio»

il mattino 29.09.09

Non sono ancora soddisfatti gli abitanti di piazza Mercato che hanno protestato per l’assegnazione della chiesa alla associazione culturale «Fino al momento in cui non saranno restituite le chiavi del portone di Santa Croce, noi continueremo a vigilare», dice Gianfranco Wurzburger che è assessore municipale alla vivibilità e leader della contestazione. Le persone radunate nei pressi della chiesa sono ancora inviperite perché qualcuno ha stracciato dal cancello lo striscione di protesta che venne issato la settimana scorsa per far sapere alla città quel che stava accadendo: «Pensano che senza quella scritta la gente possa dimenticarsi della nostra battaglia - dice un anziano fermandosi davanti all’ingresso - ma noi abbiamo già deciso di rifarlo e di rimetterlo al suo posto. Fino al giorno in cui la nostra chiesa verrà riaperta al culto, noi non molleremo il presidio». Del resto è facile per i contestatori essere presenti e vigili perché sono tutti abitanti della zona. La prossima mossa del comitato di protesta, secondo quel che si dicono i partecipanti, sarà quella di chiedere al sindaco o all’assessore al patrimonio di effettuare un sopralluogo all’interno della chiesa: «Così potrà essere cancellato anche l’ultimo dubbio sull’assegnazione - spiega Wurzburger a nome del comitato - da palazzo San Giacomo insistono nello spiegare che all’associazione PuntoZeroCamp è stata assegnata in fitto solo la canonica. Però quell’area della struttura non è materialmente separata dal luogo sacro: non ci sono muri né porte. Per cedere in fitto solo quella parte bisognerebbe isolarla e costruire una parete all’interno di una chiesa medioevale. Riteniamo, onestamente, che sia impossibile ottenere i permessi per realizzare una struttura muraria lì dentro». pa. bar.

Chiesa di Corradino, i residenti: tre proposte per liberarla

IL MATTINO 27.09.2010
I residenti di piazza Mercato non si arrendono all’idea che la chiesa di Santa Croce possa essere cancellata dalla loro vita. Alla notizia che il Comune l’ha già considerata sconsacrata e l’ha ceduta in fitto a una associazione culturale, è scattata la mobilitazione: «lì dentro siamo stati battezzati, abbiamo fatto la prima comunione, ci siamo sposati. Abbiamo, purtroppo, accompagnato i nostri cari nell’ultimo viaggio. Abbiamo atteso il restauro per trent’anni, oggi scopriamo che la chiesa non verrà restituita al culto». Per sostenere la protesta dei residenti, l’assessore municipale Gianfranco Wurzburger si è messo all’opera e ha identificato dei luoghi alternativi da offrire all’associazione teatrale per svolgere la propria attività in favore della gente del Mercato ma lasciando la chiesa di Santa croce al culto: «Tre ampi locali commerciali di proprietà del Comune si trovano in piazza larga al Mercato, in via San Donato e in via Giacomo Savarese. Sono sfitti e grandi abbastanza da soddisfare le esigenze dell’associazione». Da parte sua, l’associazione PuntoZeroCamp, creata proprio per svolgere l’attività nella chiesa di Santa Croce, chiede ascolto alla gente del quartiere: «Difenderemo quella chiesa e contribuiremo a restituirle la dignità che merita - spiega uno dei fondatori, Angelo Laurino - il nostro scopo è di creare un punto di aggregazione per tutti. Di dare luce a quella chiesa con iniziative culturali che la facciano tornare agli antichi splendori». Le perplessità sulla concessione in fitto della chiesa derivano, appunto, dall’importanza monumentale di quella struttura medioevale, nella quale è custodito, tra l’altro, il ceppo sul quale venne decapitato Corradino di Svevia: «Proteggeremo quel reperto - spiega Laurino - e tutti gli altri contenuti nella chiesa. Quel luogo, grazie alle dimensioni e all’altezza, sarà determinante per svolgere le nostre attività». Ma proprio sull’utilizzo dell’interno della chiesa c’è un primo segnale di incomprensione tra l’associazione e il Comune. L’assessore D’Aponte, che è intervenuto sulla polemica, ha precisato che «all’associazione è stata affidata attualmente solo la parte di immobile restaurato (che si trova alle spalle della chiesa ndr). L’Amministrazione resta comunque impegnata a completare l’intervento di restauro, per rendere fruibile in futuro la chiesa nella sua interezza. Quando sarà ultimato il restauro potranno essere prese eventualmente in considerazione altre ipotesi di utilizzo». Secondo Angelo Laurino non è così: l’associazione PuntoZeroCamp può utilizzare la chiesa nella sua interezza. Ma questa vicenda alle persone che protestano interessa poco: la gente di piazza Mercato vorrebbe semplicemente tornare ad ascoltare la messa lì dentro. L’associazione PuntoZeroCamp, però, puntualizza che non è possibile far tornare al culto quella chiesa: «Secondo il codice canonico se le chiese sono in parte distrutte perdono la dedicazione. Lì dentro anche gli altari, andati distrutti, non ci sono più...». Notizia triste quella comunicata da PuntoZeroCamp. Quando siamo entrati nella chiesa, lo scorso mese di marzo, gli altari c’erano ancora, ne abbiamo conservato le fotografie: se è vero che oggi non ci sono più, qualcuno li ha trafugati. Ulteriore sfregio alla chiesa di Corradino. pa. bar

In affitto la chiesa di Corradino, protesta a piazza Mercato

Il caso Ceduta per 10 anni a un’associazione teatrale. All’interno è custodito il ceppo dove fu decapitato il principino svevo
Il monumento proibito

Il lenzuolo è lungo un paio di metri ed è legato ai cancelli che proteggono la chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato. C’è scritto «Ridateci la nostra chiesa»: non è una protesta e nemmeno una minaccia. È semplicemente un appello degli abitanti di piazza Mercato che hanno appena scoperto di aver perduto il loro punto di riferimento. Guardano con tristezza quel lenzuolo Gianfranco Wurzburger e Salvatore Castiello, rispettivamente assessore alla vivibilità e consigliere della seconda municipalità: loro, per primi, hanno lanciato l’allarme. Il 3 settembre la Giunta comunale ha votato all’unanimità la cessione in fitto della storica chiesa napoletana fondata nel tredicesimo secolo, all’interno della quale è conservato anche il ceppo sul quale venne decapitato Corradino di Svevia. La chiesa, danneggiata dal terremoto, è chiusa dal 1980: un restauro recente s’è fermato a metà. Il popolo di piazza Mercato aspettava la conclusione dei lavori per riappropriarsi della chiesa, ha scoperto, invece, che il Comune (proprietario dell’immobile) ha già deciso che quella non sarà mai più una parrocchia: «Nell’accordo decennale di fitto - spiega Wurzburger - c’è scritto che è una ”ex chiesa”. Ma perché? Chi l’ha deciso che non può tornare ad essere chiesa?». Attorno all’assessore municipale c’è una piccola folla. I ricordi si affastellano: matrimoni, battesimi, comunioni «se veramente il Comune decide di dare in fitto la nostra chiesa ci incateneremo ai cancelli», dice uno dei presenti raccogliendo i consensi di tutti. La vicenda risale all’inizio di questo mese. La Giunta comunale (assenti solo gli assessori Guida e Raffa) ha votato la concessione in fitto della chiesa per dieci anni, a 2.600 euro al mese, alla «PuntoZeroCamp», una associazione che si occupa di promozione e sviluppo delle attività teatrali. Prima di proseguire, è bene precisare che le attività dell’associazione sono certamente pregevoli e meritorie: nessun dubbio sulla utilità dell’iniziativa. La grande perplessità si concentra semplicemente sul luogo in cui si svolgerà questa lodevole iniziativa: una chiesa simbolo della Napoli medioevale, nella quale devono ancora essere completati i lavori di restauro, che contiene testimonianze storiche come il «ceppo di Corradino». Anche il presidente del consiglio provinciale di Napoli, Luigi Rispoli, che vive il territorio, ne sollecita lo sviluppo e ne segue i problemi, è preoccupato: «Non capisco i motivi di questa cessione. E credo, tra l’altro, che bisogna approfondirne i termini. Lo stesso Comune, tramite la ragioneria generale, ha sollecitato la Giunta ad approfondire ogni particolare perché ha rilevato alcune discrasie tra i dettami di legge e l’accordo firmato». A proposito di accordo, dagli incartamenti emerge un particolare decisamente singolare. La delibera di Giunta per la cessione in fitto porta la data del 3 settembre, l’atto costitutivo della associazione «PuntoZeroCamp», redatto dal notaio Fortunata M. Barbarisi Coccoli invece risale al 27 maggio: in quella data l’associazione fissava la propria sede «presso la chiesa monumentale Santa Croce e Purgatorio in piazza Mercato n. 291». Evidentemente c’è un errore: quattro mesi fa l’associazione non poteva sapere che avrebbe avuto in fitto quella chiesa... pa. bar.

venerdì 13 agosto 2010

Più sicurezza in via Marina

Riapre il tratto di via Marina dopo i lavori ma l' assessore della II Municipalità di Napoli Gianfranco Wurzburger chiede più sicurezza per una strada «diventata una pista da Formula 1, dopo la sostituzione dei sanpietrini.È necessario installare bande sonore e videosorveglianza per evitare l' ennesima tragedia».

giovedì 12 agosto 2010

Le vite invisibili del Parco Marinella

Decine di immigrati vivono tra rifiuti e liquami nelle baracche senza bagni né acqua allestite all'ingresso della città, nell'area a ridosso del porto dove dovrebbe sorgere uno spazio verde. E nessuno interviene

di CRISTINA ZAGARIA - REPUBBLICA 12 agosto 2010


Per entrare nel ghetto bisogna passare davanti all'ufficio stranieri della prefettura e superare i limiti del Corpo forestale dello Stato. Per entrare nel ghetto, con i loro carrelli, i passeggini, le buste di plastica blu, gli immigrati sfilano davanti a decine di uomini in divisa. Ma sono fantasmi. Nessuno li vede. E così gli invisibili arrivano nella terra di nessuno: il Parco Marinella.
Trentamila metri quadrati, tra via Amerigo Vespucci e i Cantieri del Mediterraneo, tra la città e il porto. Ci sono almeno 20 baracche, ognuna bi-familiare, senza bagno, elettricità o acqua. Anche se non sono costruzioni improvvisate. Sono case costruite lentamente, con le verandine, i tetti di lamiera, le tende, i letti. Trentamila metri quadri, all'ingresso della città, in cui sta crescendo silenziosa una baraccopoli.

L'ultima relazione dei servizi sociali del Comune è di giugno. La II Municipalità aveva individuato un nucleo di famiglie rom. I servizi sociali avevano censito 14 famiglie. Ora sono quasi il triplo. La maggior parte sono rom e vengono dalla città di Calarasi. "Abitavamo a Ponticelli, in via Malibran, siamo arrivati qui da due settimane, c'è anche nostro zio e i miei cugini, io chiedo l'elemosina alla Stazione... ", comincia a raccontare Luana, 9 anni, ma interviene subito una donna, forse sua madre, che la fa entrare nella baracca. Anche gli altri bambini corrono a nascondersi. Ce ne sono tanti. Alcuni piccolissimi. "Lasciateci in pace. Altrimenti vengono a cacciarci. Non diamo fastidio a nessuno", dice una donna. Un cane giallo le scodinzola tra le gambe e anche lei scompare in un casotto con la tenda blu. Le case di lamiera e cartoni sono schiacciate contro il muro che delimita i confini con il porto, nascoste da alti cespugli bruciati dal sole. Un neonato dorme in un passeggino senza ruote, trasformato in culla. Su un tavolo quattro wurstel, pane e una bottiglia di coca cola. Per terra vecchi abiti, decine e decine di scarpe.

Proprio all'ingresso del ghetto, dal lato del mercato ittico, c'è un cumulo di paia di scarpe, tutte da uomo, molte ancora con i cartellini, sono fuori moda, ma sembrano nuove. A pochi metri dalla fila di baracche, tra le sterpaglie, un ombrellone blu e una pompa: una ragazza nera si sta lavando i capelli. E quasi al limite con il parcheggio, che affaccia sulla strada, un'altra baracca con un ragazzone di colore sdraiato su una brandina che dorme, con una sigaretta spenta tra le labbra. Accanto a lui un bimbo in fasce in un cestino. "Io sono nigeriano, la madre è rumena. La madre sta lavorando", blatera il nero e poi fa capire che non vuole essere infastidito.
Il caldo amplifica l'odore di pesce, immondizia, fogna che affoga il campo abusivo. A poca distanza un capolinea di bus. Da un lato i tir che entrano e escono dal porto, dall'altro il traffico lento d'agosto di chi arriva in città.
"La notte accendono fuochi e si lavano tutti nudi davanti alle baracche con secchi d'acqua. Ci sono tantissimi bambini piccoli, spesso da soli, che vivono in condizioni igieniche che sarebbero scandalose anche per uno zoo", dice Ermina F. che abita nel palazzone di fronte al ghetto, proprio sopra il bar "Ciottolo".

Il parco è stato sottoposto a sequestro giudiziario a marzo 2008 per la mancata messa in sicurezza e per insalubrità. Ma il sequestro, ad oggi, consiste solo in recinzioni arrugginite e qualche nastro rosso. L'area, che si continua a chiamare "Parco" e che nei progetti del Comune dovrebbe diventarlo, è terra di nessuno. Il Parco della Marinella, infatti, rientra tra i 649 beni sul territorio campano disponibili al federalismo demaniale. A inizio luglio, il vicesindaco Tino Santangelo ha scritto al demanio, chiedendo di anticipare i tempi per il passaggio di proprietà dallo Stato al Comune. Ma, ad oggi, Palazzo San Giacomo non ha ottenuto risposta.

E così nella terra che non è quasi più del Demanio e non è ancora del Comune, nel 2006 è stato trovato morto un canadese, nel 2008 un ghanese è stato ammazzato con una pugnalata allo stomaco e gettato in un tombino, qualche settimana dopo un marocchino è stato sequestrato, malmenato e rapinato, nell'estate del 2008 è stata scoperta una fabbrica clandestina di pesce essiccato gestita da una donna bulgara. E ora c'è il ghetto. Il limbo degli invisibili. "La storia di questo parco dura da oltre 10 anni - racconta Gianfranco Wurzburger, assessore della II Municipalità - e fino a quando non ci sarà il passaggio di proprietà dal demanio al Comune è tutto fermo, perché gli sgomberi costano. Se l'area continua ad essere abbandonata non si risolve mai niente. Bisogna intervenire e presto. Gli immigrati hanno bisogno di accoglienza e i napoletani hanno diritto al loro parco".

venerdì 2 luglio 2010

Piazza GAribaldi senz'acqua: scavo metronapoli danneggia condotta idrica

Errori Gravi, non devono ripetersi!
Il Mattino 2 luglio 2010

È stato l’assessore alla vivibilità della seconda municipalità, Gianfranco Wurzburger, a ricevere le prime segnalazioni del disagio dei napoletani rimasti senza acqua: «Quando abbiamo appurato che si trattava di un danno ingente abbiamo immediatamente contattato la protezione civile per garantire una fornitura d’acqua alternativa alla popolazione - spiega WURZBURGER- la macchina organizzativa è partita con la consueta rapidità, anche se alla fine non è stato necessario fare ricorso alle autobotti». Per l’intera giornata l’assessore municipale è rimasto in strada dividendosi fra il cantiere della Metro dove erano al lavoro i tecnici dell’Arin e gli esercizi commerciali della zona che erano in crisi per la mancanza d’acqua: «I bar hanno subito il danno più grave, per loro mancanza di acqua significa soprattutto impossibilità di tenere in funzione le macchine per il caffè espresso - dice WURZBURGER - ma anche per i ristoranti è stata una giornata difficile. Fortunatamente non tutti gli hotel che gravitano nella zona di piazza Garibaldi hanno subito disagi, altrimenti sarebbe stato un altro terribile danno di immagine turistico per la nostra città». L’assessore municipale WURZBURGER ha anche deciso di chiedere maggiore chiarezza sui motivi che generano questo tipo di incidenti: «Non è la prima volta che durante lavori di scavo vengono procurati danni ai sottoservizi. Ritengo che sarebbe necessaria maggiore attenzione. Io, da cittadino, non riesco a spiegarmi com’è possibile che non venga individuata la posizione di una condotta portante dell’acquedotto, prima di far entrare in azione una escavatrice. Non credo che sia determinante individuare il colpevole di questa mancanza, però è determinante che per il futuro ci sia maggiore accortezza per non far pagare ai cittadini errori commessi da altri». pa. bar.

lunedì 31 maggio 2010

Piazzetta Trinchese parte il restyling benedetto da Sepe

FORCELLA: via ai lavori per l'immobile di piazzetta Trinchese

Via ai lavori di ristrutturazione nell’area di piazzetta Trinchese, una delle aree più degradate di Forcella. Un piccolo evento per gli abitanti del quartiere, al quale ha fatto sentire la sua vicinanza anche il cardinale Sepe, che ha benedetto i lavori. Soddisfazione è stata espressa anche dalla Municipalità. «Finalmente una ristrutturazione a Forcella», plaude l’assessore alla Vivibilità della Seconda Municipalità, Gianfranco Wurzburger, all’avvio dei lavori di ristrutturazione dello stabile in piazzetta Trinchese. «Forcella ha bisogno di segnali come questi - prosegue Wurzburger - il quartiere ha bisogno di un «volto nuovo» all’insegna della legalità e della trasparenza: ben venga quindi che i lavori siano il segnale della rinascita che da tempo attendiamo inquesta zona della città». «La presenza del cardinale – proseguono l’assessore alla Vivibilità Gianfranco Wurzburger e il consigliere Salvatore Castiello – ancora una volta nel nostro quartiere è un segno di viva speranza ad andare avanti e a credere in un riscatto possibile. Non possiamo dire altrimenti delle istituzioni centrali». Wurzburger punta il dito su Palazzo San Giacomo e spiega anche il perchè: «Aspettiamo l’assessore al Patrimonio D’Aponte che, da agosto scorso, aveva promesso di liberare Forcella dai ponteggi del terremoto del 20 novembre 1980. Siamo ancora in attesa di un suo intervento, nonostante le nostre molteplici sollecitazioni, purtroppo vico Croce Sant’Agostino e vico Tarallari sono ancora chiusi tra i tubolari a sostegno di due immobili di proprietà comunale». «Ancora una volta – conclude il consigliere della Municipalità, Salvatore Castiello - dobbiamo sottolineare che se non ci fosse stato il sollecito intervento del Capitolo della Chiesa Cattedrale, i cittadini di Forcella non avrebbero visto iniziare un restyling nel loro quartiere: Forcella resta sempre e solo teatro di chiacchiere elettorali e raramente punto di partenza di una vera rinascita per chi ha il dovere di amministrare questa città».

venerdì 9 aprile 2010

SUK - PIAZZA GARIBALDI

COMUNI: NAPOLI; WURZBURGER,20 QL RIFIUTI IN PIAZZA GARIBALDI

(ANSA) - NAPOLI, 9 APR - "Venti quintali di rifiuti sono

stati prelevati in piazza Garibaldi dall'Asia, grazie

all'intervento dei carabinieri della Compagnia di Napoli Stella,

dell'VIII Unità Operativa dei Vigili Urbani, dell'assessorato

alla Vivibilità della II Municipalità". Lo rende noto

Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II

Municipalità.

"Si tratta di indumenti, cassette contraffatte e immondizia

di vario genere. Gli ambulanti abusivi sono stati fatti

allontanare e le forze dell'ordine hanno effettuato anche vari

fermi. E' stata fatta una 'operazione legalita'' - sottolinea

Gianfranco Wurzburger - ma siamo ormai alla decima edizione.

Questo perché appena le forze dell'ordine si allontanano, i

venditori di 'rifiuti' riprendono subito la propria postazione.

Ecco perché abbiamo chiesto all'Asia un presidio quotidiano e

costante: il prelievo non deve essere soltanto mattutino ma

ininterrotto". ciò garantirà la pulizia ed il controllo della

piazza. In questo ci affiancheranno sia i Carabinieri che la

Polizia Locale che presiederanno il territorio e che ringraziamo

per l'encomiabile lavoro di questa mattina".

"Piazza Garibaldi è il biglietto da visita della città per

turisti e per gli stessi napoletani. Cerchiamo di non

dimenticarlo - conclude Wurzburger - e di lavorare

congiuntamente perché la piazza non diventi ricettacolo di

immondizia e di vendite illegale di merci". (ANSA).

giovedì 8 aprile 2010

Crolla balcone, paura in via Depretis

Nessun ferito, passanti sfiorati dai calcinacci. Strada paralizzata per ore.

IL MATTINO - giu. co. 8 aprile 2010 -
Paura ieri mattina in via Depretis. Una pioggia di calcinacci è venuta già da un balcone ai piani alti di un antico edificio, terrorizzando i passanti. Il crollo si è verificato a meta mattina, quando la strada è particolarmente trafficata da auto, moto e mezzi pubblici. In pochi attimi si è diffuso il panico tra la gente, la cui attenzione è stata attirata dall'intonaco caduto dal cornicione di un palazzo. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e polizia municipale, che hanno presidiato l'area interessata per l'intera mattinata. Per fortuna non c'è stato nessun ferito. Solo tanto spavento e code di veicoli paralizzati per un paio d'ore in una zona già di per sé ad alta densità di traffico. A segnalare il cedimento improvviso sono stati alcuni passanti ed due centauri, che si sono visti «piovere» dall'alto pezzi di intonaco. Solo il tempestivo intervento di una squadra di pompieri e di una pattuglia di vigili urbani ha evitato che il crollo si potesse tramutare in tragedia per i passanti. Questi, infatti, sono stati appena sfiorati dai calcinacci caduti giù da un cornicione, prontamente spicconato dai vigili del fuoco. «Per fortuna si è trattato di un crollo di lieve entità - commenta Gianfranco Wurzburger, assessore alla Viabilità della II municipalità - ma bisognerebbe piuttosto porre attenzione alle numerose buche che invadono via Depretis e via Sanfelice, che la polizia municipale è costretta a presidiare ogni giorno per scongiurare incidenti». La situazione è tornata alla normalità soltanto a ora di pranzo.

La tragediaL’appello della moglie del 70enne ucciso da una moto in via Vespucci

ALTRO INCIDENTE IN VIA VESPUCCI
GIUSTIZIA PER LA MORTE DI MIO MARITO
IL MATTINO di Giuliana Covella - 7 aprile 2010 «Vorrei essere cittadina di Napoli senza dovermene vergognare, ecco perché rivolgo un appello a chi ha visto quella notte, affinché la morte di mio marito non sia stata vana. Voglio giustizia e la chiedo a Dio e agli uomini». Antonietta D’Urso, 55 anni, insegnante elementare, è la vedova di Carlo Longobardi, il 70enne morto nella notte tra venerdì e sabato in via Vespucci. L’uomo è stato travolto e ucciso da una Honda Transalp all’altezza del bar Ciottolo. Una morte quasi annunciata - è il caso di dire - dato che il pensionato raccomandava sempre alla moglie di stare attenta nell’attraversare. «Fai attenzione - mi ripeteva - perché quelli sfrecciano e ci prendono in pieno come birilli». Un destino beffardo che ha mietuto un’altra vittima poche sere fa in una strada che tutti definiscono killer. L’incidente in cui ha perso la vita Longobardi si è verificato intorno alle 1,40 di sabato notte. L’uomo aveva accompagnato la moglie sotto casa e aveva riportato l’auto in un garage privato in via Marina. Nell’attraversare, è stato falciato da una moto (in sella alla quale c’erano un 26enne e una 20enne) che percorreva la corsia preferenziale e che lo ha fatto balzare una cinquantina di metri più avanti. Inutili i soccorsi. «Quello che è accaduto a mio marito è assurdo - tuona la donna - non è possibile che nessuno abbia visto nulla e soprattutto che lungo quella strada si verifichino incidenti mortali periodicamente. Quello che chiedo alle istituzioni è di rendere sicura via Marina, perché noi cittadini non ci sentiamo tutelati. Nel mio caso non si tratta di una, ma di due vite spezzate, perché senza il mio Carlo non vivo più». Sposati da 17 anni, i due coniugi abitavano al Lavinaio. Sarto in pensione lui, maestra elementare lei, vivevano l’uno per l’altra. «Ricordo quando mi accompagnava al treno per andare a scuola tutte le mattine e mi salutava con un bacio. Avrei dovuto farlo conoscere ai miei alunni alla fine dell’anno scolastico. Ora non lo vedranno più». «Via Marina - polemizza Gianfranco Wurzburger, assessore alla Viabilità della II municipalità - è considerata una strada killer, ma il vero killer è chi dovrebbe metterla in sicurezza e non lo fa, cioè l’amministrazione centrale. Sono anni che chiedo videosorveglianza con autovelox, strisce pedonali con bande sonore e potenziamento dei semafori».

Napoli, parassiti-killer: abbattute le palme

Abbattute le palme di via Marina
IL MATTINO di Marisa La Penna - NAPOLI (7 aprile) - Cancellato ieri mattina l’ultimo scempio prodotto dal famigerato e famelico punteruolo rosso, il parassita killer che ha divorato la quasi totalità delle palme che ornavano le strade e i siti verdi più belli della città.Di buon’ora, una mezza dozzina di operai comunali, sono arrivati in via Marina, a bordo di grossi camion e armati di seghe elettriche e gru. E così, una dopo l’altra, hanno abbattuto quel che restava delle venti non più rigogliose piante che fino a un anno fa decoravano l’arteria che collega gli svincoli autostradali a piazza Municipio, biglietto da visita per chi arriva in città. Un intervento sollecitato più volte dall’assessore Gianfranco Wurzburger della II Municipalità che, polemico, stigmatizza l’operato dell’amministrazione che non ha disposto la rimozione dei tronchi e delle foglie lasciati nelle aiuole dopo l’intervento.In una nota Wurzburger scrive: «È certamente una battaglia vinta intempestivamente, visto che le nostre sollecitazioni agli organismi competenti risalgono al 12 novembre scorso, quando in una nota all’amministrazione chiedevamo di procedere alla rimozione delle palme ormai ammalate e infettate dal punteruolo rosso. Tuttavia, ancora una volta dobbiamo constatare che non è stato compreso né il nostro sollecito, né tanto meno il successivo decreto della Regione che ordina la rimozione delle palme infette perché dannose». «Le palme abbattute - continua Wurzburger - non sono state infatti “incappucciate” ma appoggiate alle aiuole attualmente presenti in via Marina mentre il decreto dice testualmente che ”la pianta deve essere messa in sicurezza con la completa copertura con film plastico o rete anti-insetto”». In ogni caso anche la pianta incappucciata deve rappresentare una misura temporanea perché il tronco reciso della palma, pur coperta dal telo, può rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità. Per l’esponente della II Municipalità, insomma, l’intervento di ieri è stato assolutamente approssimativo. «Da cinque mesi discutiamo del punteruolo rosso in via Marina e delle palme da abbattere e nemmeno ora arriviamo ad una soluzione definitiva e valida nonostante ci sia un decreto regionale chiaro ed esaustivo. Tra l’altro ci sono ancora cinque palme in buono stato che potrebbero essere salvate» conclude l’assessore della II Municipalità. Da circa un anno le palme di via Marina erano il fantasma di loro stesse, con le foglie completamente ingiallite e nessun segno di vita che potesse fare sperare in una ripresa. Il punteruolo rosso le aveva uccise, una dopo l’altra. «Eppure, se si fosse intervenuti in tempo, forse la strage sarebbe stata risparmiata» dichiara l’assessore Silvana d’Ippolito della prima municipalità, che è stata tra i primi a segnalare l’arrivo del famelico parassita.La vostra opinione. In Villa Comunale e in viale Gramsci le 40 palme abbatute sono state sostituite da lecci; in Piazza Vanvitelli, da un lauro canfora, scelto dai cittadini con un sondaggio online sul sito del Comune. In via Marina e in altre zone della città (Viale Augusto, Quartieri Spagnoli, via Tasso, Piazza Carlo III, Barra e Ponticelli) non è stata presa ancora nessuna decisione.

mercoledì 24 febbraio 2010

Napoli, palme da abbattere Nuovi interventi contro il «punteruolo rosso»

NAPOLI (24 febbraio) IL MATTINO - Continua la «strage» di palme in città. Sull’ineffabile «punteruolo rosso», il parassita per il quale non si riesce a trovare un antidoto efficace, interviene la Regione con un proprio decreto.

L’asessorato all’Agricoltura nella delibera, indica una serie di prescrizioni ai Comuni della Campania e anche ai propritari delle palme, per razionalizzare i piani di abbattimento e cura e l’eventuale piantumazione di nuove essenze. A Napoli la situazione è particolatrmente grave, e gli abbtimenti delle piante continuano. Da Fuorigrotta alla Villa comunale, ma anche su via Marina.

«Il decreto della Regione a proposito del punteruolo rosso che infesta molte delle palme cittadine è sicuramente un fatto positivo ma le nostre sollecitazioni agli organismi competenti risalgono al 12 novembre scorso».

Così Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità. «In quella data abbiamo scritto una lettera - spiega - nella quale testualmente chiedevamo a margine della ripresa dei lavori di riqualificazione di via Marina, specificatamente del tratto di marciapiede compreso tra via Catari a S. Eligio e piazza Carmine, di procedere alla rimozione delle palme ormai ammalate e infette dal punteruolo rosso».

«Sarebbe stato un controsenso riqualificare tali aiuole, lasciando inalterato lo stato delle essenze arboree che, oltre ad essere ammalate, erano esteticamente sgradevoli - conclude - Giunge, perciò, a proposito il decreto nel quale si specifica in maniera inequivocabile la gravità della malattia delle nostre palme».

martedì 23 febbraio 2010

Bene decreto su punteruolo rosso!

COMUNI:NAPOLI; WURZBURGER, BENE DECRETO SU PUNTERUOLO ROSSO


(ANSA) - NAPOLI, 23 FEB - "E' di ieri il decreto della

Regione Campania a proposito del punteruolo rosso che infesta

molte delle palme cittadine. Ma le nostre sollecitazioni agli

organismi competenti risalgono al 12 novembre scorso". Lo

sottolinea, in una nota, Gianfranco Wurzburger, assessore alla

Vivibilità della II Municipalità.

"In quella data abbiamo scritto una lettera - spiega - nella

quale testualmente chiedevamo a margine della ripresa dei lavori

di riqualificazione di via Marina, specificatamente del tratto

di marciapiede compreso tra via Catari a S. Eligio e piazza

Carmine, di procedere alla rimozione delle palme ormai ammalate

e infette dal punteruolo rosso". "A nostro giudizio, sarebbe

stato un controsenso riqualificare tali aiuole, lasciando

inalterato lo stato delle essenze arboree che, oltre ad essere

ammalate, erano esteticamente sgradevoli - conclude - Giunge,

perciò, a proposito il decreto nel quale si specifica in

maniera inequivocabile la gravità della malattia delle nostre

palme". (ANSA).

sabato 6 febbraio 2010

Scoppia la "guerra dei cassonetti



Una battaglia urbana con i bidoni della spazzatura che viaggiano lungo i marciapiedi, perché nessuno vuole i rifiuti davanti a casa. Così si creano discariche a cielo aperto. Scatta il blitz del Comune ai Quartieri. E i contenitori vengono ancorati con paletti piantati nell'asfalto
di Cristina Zagaria - Repubblica

È la guerra dei cassonetti. Una guerra fatta di migrazioni, trasferimenti, assembramenti e sparizioni. Una battaglia urbana con i cassonetti che viaggiano lungo i marciapiedi e lì dove si concentrano danno vita a discariche a cielo aperto. Nessuno vuole l´immondizia sotto il portone di casa e nottetempo i cassonetti sgraditi vengono spostati davanti a casa del vicino. E così via.


Ma mercoledì è scattata la prima controffensiva per ristabilire l´ordine ai Quartieri Spagnoli. Maxi blitz. In campo II Municipalità e Comune, ma anche vigili e carabinieri, per riportare i cassonetti al loro posto e blindarli con un recinto di paletti piantati nell´asfalto. Le operazioni sono durate dalle sei del pomeriggio alle due e mezza di notte. In strada con l´Asia, l´assessore all´Igiene, Paolo Giacomelli, e l´assessore alla vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger, con il consigliere Raffaele Mazzocca.

La squadra di tecnici, con la scorta delle forze dell´ordine, è partita da via Pasquale Scura, dove proprio sotto le finestre di un asilo da mesi sono stati ammassati sei cassonetti, diventati il cuore di una discarica. Tra l´immondizia, amianto, un´auto, una vespa, elettrodomestici, letti e interi mobili.

Bonificata via Pasquale Scura sono state coinvolte le strade limitrofe: via del Formale, vico Paradiso, vico Rosario a Porta Medina. Sono stati piazzati sei cassonetti con i paletti in tutte le strade e rimossi oltre 40 paletti abusivi, tra le proteste dei residenti. Anche se c´è anche un folto gruppo di cittadini che chiede ordine e controllo.

«Via Pasquale Scura è da anni una discarica a cielo aperto - spiega Annunziata Martusciello, residenti in via Scura 41 - Quando inaugurarono il nido portai io stessa il sindaco a vedere gli 11 cassonetti sotto le finestre dei bambini, ma da tre anni quest´angolo non trova pace. Ci vengono a buttare di tutto e così noi dobbiamo subire i rifiuti di tutto il quartiere, che non vuole la spazzatura sotto casa».

Infatti, già ieri uno dei sei cassonetti sistemati era sparito. Ma Wurzburger, operai, vigili e carabinieri sono tornati sul posto per un nuovo controllo. «Via Pasquale Scura è l´inizio - dice Wurzburger - vogliamo estendere l´operazione a tutti i Quartieri e poi passare a Forcella, dove davanti alla chiesa di Sant´Agrippino c´è un concentramento di otto cassonetti». Analogo allarme all´incrocio tra via Agostino Depretis e piazza Bovio, proprio in prossimità del cantiere della metropolitana e tra corso Arnaldo Lucci e via Marina, dove ogni quindici giorni si trovano file di 10-15 cassonetti, trasportati da tutta la zona circostante.

mercoledì 27 gennaio 2010

Testimoni della legalità

Vita Pastorale

ASSESSORE TRA I PELLEGRINI

Gianfranco Wurzburger dal 1987 va a Lourdes. Un passato e un presente in politica; un passato e un presente con l’Opera napoletana pellegrinaggi. La sua presenza a Lourdes inizia per caso, poi "l’innamoramento" e il desiderio di tornarci sempre, anche più volte durante l’anno, per rinnovare l’incontro con Maria, per "ricaricarsi" alla Grotta di Massabielle. Neo-assessore alla vivibilità alla II Municipalità di Napoli, riesce a conciliare l’impegno politico con la presenza a Lourdes. «Sin da ragazzo», dice, «ho avuto una formazione da cattolico impegnato in politica. I miei percorsi politici si sono basati sugli insegnamenti di don Sturzo e De Gasperi: essere sempre al servizio del prossimo e lavorare concretamente per restituire, nel mio caso, vivibilità alle strade, ai quartieri, alle famiglie, alla città. Non è semplice lasciare la propria attività politica e istituzionale, staccare con tutti quelli che ti contattano per cercare un aiuto, un sostegno, un intervento nel proprio quartiere. Ma è importante creare un momento tutto proprio, per ritrovare il contatto con la Madonna e con Lourdes».

"Tenere le lampade accese": è il tema del pellegrinaggio a Lourdes di quest’anno. Un invito a mantenere accesa la luce della speranza anche a Napoli, città complessa. Eppure i napoletani sono sempre pieni di speranza. «Noi come politici», dice Gianfranco, «dobbiamo fare in modo che questa speranza sia tenuta viva realizzando nel concreto ciò di cui i napoletani hanno diritto: una città pulita, sicura, accogliente. Le richieste della gente sono legittime: i napoletani cercano la normalità. Certo c’è bisogno del contributo degli stessi cittadini e di un senso civico più sviluppato. Ma come amministratori dobbiamo lavorare perché la stessa municipalità abbia un ruolo forte e di governo, con l’appoggio dell’amministrazione centrale per far decollare tutte le deleghe. Solo così potremo lavorare meglio e tenere accese le lampade della speranza nei nostri quartieri».

r.b.

lunedì 25 gennaio 2010

PIAZZA MERCATO: NO PARKING

Municipalità: un errore di Palazzo San Giacomo
IL TERRITORIO

NAPOLI. Nel marzo scorso fu tra i
primi a promuovere il sequestro del
parcheggio abusivo in piazza Mercato
e a festeggiare con i residenti
per la vittoria sull’illegalità.
A meno di un anno da quello sgombero
Gianfranco Wurzburger (nella
foto), assessore alla Vivibilità della
II municipalità, torna a sorridere
per lo sventato pericolo di un nuovo
posteggio. Stavolta comunale.
«Le nuove strisce blu apparse qualche
sera fa in piazza Mercato, sono
solo frutto di un errore procedurale.
Infatti all’indomani dello
sgombero degli abusivi dalla storica
piazza, tra gli interventi previsti
per mantenere sotto controllo lo
spazio pubblico, c’era anche la possibilità
di affidare temporaneamente
l’area alla società Napolipark,
in modo da creare un deterrente
per coloro che avrebbero tentato
di impossessarsi di nuovo dello
spazio liberato. Questo però sarebbe
dovuto verificarsi nell’immediatezza
poi, visto che la piazza
è stata tranquillamente tenuta
libera e sotto controllo - grazie sia
alla presenza della Polizia Locale
che all’aiuto degli stessi residenti -
Municipalità, Amministrazione Comunale
e commercianti hanno lanciato
tante altre idee per riqualificare
e far risorgere quello che un
tempo era l’antico campo del moricino
». Dunque, quella che sembrava
una beffa del Comune nei
confronti della cittadinanza, si è rivelata
semplicemente un errore di
comunicazione. Intanto, nell’attesa
che le idee per salvare la piazza
dal degrado diventino finalmente
progetti, l’area continua a vivere in
uno stato di abbandono che non
rende onore alla storia passata di
lì.
«Corradino di Svevia, Masaniello, i
martiri del ‘99, sono solo alcuni dei
personaggi che hanno attraversato
e vissuto la piazza. L’obiettivo
da raggiungere – continua Wurzburger
– è la riqualifica dell’intero
territorio, una rinascita sia di tipo
strutturale che socio ambientale,
che può realizzarsi con l’aiuto
dei fondi stanziati per il centro storico
di Napoli». Il “Programma integrato
urbano”? «Esattamente. Però
è chiaro – conclude l’assessore
della II Municipalità – che oltre agli
interventi straordinari previsti dal
Piu servono quanto prima interventi
ordinari: la manutenzione delle
strade, la pulizia delle fogne, il
potenziamento della pubblica illuminazione
e le garanzia per la sicurezza
urbana. Noi rappresentanti
della Municipalità sicuramente
faremo tutto ciò che ci compete per
ridare finalmente dignità ad un luogo
che, nonostante tutto, continua
ad avere una grande storia». sg

FALO' DI SANT'ANTONIO

Falò di Sant'Antonio sradicati sette alberi

Allarme alberi in via Duomo, per i falò di San'Antonio. Sradicati già 7 alberi e ieri nuovo allarme, con intervento delle Volanti. «Anche quest'anno siamo stati costretti a intervenire per prevenire quella che ormai sta diventando un'abitudine pericolosa per la città, per i cittadini e per le sue opere d'arte: il falò di Sant'Antonio. Diversi quintali di legna sono stati prelevati tra ieri e oggi su nostra segnalazione dagli uomini dell'Asia e dai vigili urbani, tra i Quartieri spagnoli e la zona di Forcella». È quanto dichiara Gianfranco Wurzburger assessore alla vivibilità della II Municipalità.

NO AL PARCHEGGIO IN PIAZZA MERCATO


PIAZZA MERCATO RIVOLTA CONTRO LE STRISCE BLU

IL MATTINO - 22/01/2010
Auto in sosta? No, grazie: sarebbe un attentato al percorso di riqualificazione di piazza Mercato. Muore così sul nascere - o meglio, viene sospeso dopo un’ondata di proteste - il tentativo del Comune di disegnare le strisce blu nell’area pedonale. L’arrivo degli operai armati di pennello e vernice, ieri mattina, non passa inosservato. Il primo a tuonare contro la scelta di Palazzo San Giacomo è Luigi Rispoli, presidente del consiglio provinciale: «L'assurda decisione di reinsediare il parcheggio delle auto in piazza Mercato è un colpo alla legalità. Con questo provvedimento, inoltre, si mortifica e vanifica il grande sforzo per la riqualificazione che gli operatori economici della zona stanno portando avanti attraverso il loro consorzio». Dopo l’attacco, l’appello: «Invito quindi il sindaco e gli assessori - conclude Rispoli - a riconsiderare una scelta che ci riporta indietro occupando con un parcheggio quello che per i residenti era diventato il simbolo del riscatto». A stretto giro di posta l’atto d’accusa di Gianfranco Wurzburger, assessore alla vivibilità della seconda municipalità. «Un parcheggio in piazza Mercato avrebbe avuto utilità il giorno dopo l'operazione di sgombero degli abusivi - riflette l’esponente del parlamentino di quartiere - oggi è solo un grave danno per l'intero territorio e per la bellezza monumentale dello storico campo del Moricino». Anche Wurzburger fa riferimento alle legittime aspirazioni di residenti e negozianti: «Gli operatori economici attendono da tempo una vera riqualificazione del sito monumentale. Ci batteremo con ogni mezzo perché ciò non accada per la gente che da poco ha riconquistato lo spazio perduto e per gli operatori commerciali». Gli stessi concetti, annuncia Wurzburger, sono stati oggetto di una telefonata all’assessore competente per sollecitarlo a fare marcia indietro: «Piazza Mercato è stata inserita nel Programma integrato urbano per l'utilizzo dei fondi destinati al centro storico, non possiamo buttare all'aria un'occasione storica per un luogo che ha segnato la vita della città di Napoli. Oggi piazza Mercato rappresenta un simbolo di legalità, è paragonabile ad un bene confiscato alla camorra, quindi non va svenduto».Gli operai rimettono a posto pennelli e vernice, il progetto strisce blu - per motivi che ufficialmente non vengono dichiarati - per adesso tramonta.

L’odissea del parco della Marinella: i lavori non partono

Il Comune ha ottenuto i suoli dal Demanio, ora bisogna solo aspettare la consegna ufficiale

Melina Chiapparino - Il Mattino - 24/01/2010
Il Parco della Marinella è ancora una chimera. Nonostante l’avvio dei lavori tra via Acton e via Marina, per riqualificare l’area portuale e dotarla di nuovi servizi, un cantiere è fermo da più di dieci anni. Si tratta di un’area di circa 35.000 metri quadri, tra via Marinella e via Amerigo Vespucci, dove sarebbe dovuta risorgere la ottocentesca Villa del popolo e, oggi, campeggiano bidonville e degrado. Il progetto, cofinanziato dall’Ue e approvato da una delibera della Regione Campania nel lontano 2002, avrebbe dovuto consegnare ai cittadini uno dei parchi più grandi della città attrezzato con aree verdi, manufatti artistici, fontane e gazebo, entro marzo del 2006. In campo quasi 4 milioni di euro, stanziati e pronti per essere usati, ma l’odissea amministrativa della vicenda non è ancora terminata. Nei documenti del Comune di Napoli, datati 2004 e relativi agli «Interventi previsti per l’area monumentale», si legge che il parco «è in corso di realizzazione», così come nei resoconti comunali delle «risorse strategiche e programmazione economico finanziaria», lo stato d’opera dei lavori è definito al 50% in data dicembre 2007, col rinvio della consegna del parco a dicembre 2008. In realtà, i lavori non sono mai cominciati. Il cantiere, che oggi è una baraccopoli dove rom ed extracomunitari vivono in condizioni igieniche allarmanti, è stato lo scenario di episodi incresciosi, come il ritrovamento del cadavere di un diplomatico canadese e di un ghanese ucciso a coltellate, e anche di fabbriche abusive per l’essicazione del pesce, oltre il ripetersi di risse, furti del materiale del cantiere e atti osceni riferiti dai cittadini che abitano nei paraggi. «Ogni anno vengono effettuati gli sgomberi delle baracche fatiscenti che dopo poco ricompaiono, così che gli extracomunitari vivono in condizioni di salute precarie e pericolose e il quartiere affoga nel degrado». Questo l’appello di Gianfranco Wurzburger, assessore municipale alla Vivibilità e promotore del progetto per la realizzazione del Parco nel lontano 1997, per il quale richiese anche la presenza di un campetto polifunzionale per i ragazzi del quartiere in quanto presidente della circoscrizione Mercato Pendino. Un appello lanciato anche dai cittadini, non ancora rassegnati al crescente degrado dell’area che si trova di fronte l’ospedale Loreto Mare e vicino agli uffici Immigrazione della Prefettura. A monte del problema, c’è una deficienza progettuale che per anni ha compromesso i lavori. Gran parte del terreno destinato al Parco è demanio statale e non proprietà del Comune, che ha eseguito solo lavori per le fognature e le recinzioni nell’arco di un decennio (lavori danneggiati dalla presenza della baraccopoli). Dunque, nonostante l’approvazione del progetto e lo stanziamento dei fondi, le ditte non avevano il permesso di procedere. La settimana scorsa è avvenuto il trasferimento della proprietà demaniale al Comune, ma i lavori non sono partiti perché al trasferimento deve seguire la consegna. Rinviata a data da destinarsi.

giovedì 21 gennaio 2010

No al parcheggio in piazza Mercato

COMUNI: NAPOLI; WURZBURGER, RIQUALIFICARE PIAZZA MERCATO

(ANSA) - NAPOLI, 21 GEN - "Un parcheggio in piazza Mercato

avrebbe avuto utilità il giorno dopo l'operazione di sgombero

degli abusivi, oggi è solo un grave danno per l'intero

territorio e per la bellezza monumentale dello storico campo del

Moricino". E' quanto sostiene, in una nota, Gianfranco

Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità.

"Gli stessi operatori economici attendono da tempo una vera

riqualificazione del sito monumentale - aggiunge - Ci batteremo

con ogni mezzo perché ciò non accada per la gente che da poco

ha riconquistato lo spazio perduto e per gli operatori

commerciali. Ho appena chiamato l'assessorato comunale alla mobilità ed

ho chiesto l'immediata sospensione delle attività per

l'insediamento di un parcheggio su strisce blu sull'area

pedonale di piazza Mercato".

"Piazza Mercato - conclude Wurzburger - è stata inserita

nel PIU (Programma Integrato Urbano) per l'utilizzo dei fondi

destinati al centro storico, non possiamo buttare all'aria

un'occasione storica per un luogo che ha segnato la vita della

città di Napoli. Oggi Piazza Mercato rappresenta un simbolo di

legalità, è paragonabile ad un bene confiscato alla camorra,

quindi non va svenduto". (ANSA).

mercoledì 13 gennaio 2010

RACKET: commissione legalità, assenti i consiglieri comunali

Racket, commissione Legalità a Borgo Orefici: assenti 10 membri su 12 - Il Denaro
Misure di contrasto al racket: la Commissione legalità, presieduta da Sandro Fucito, si è riunita ieri nella sede del consorzio Borgo Orefici dopo l'incontro del 5 gennaio scorso tra il presidente del Consiglio comunale Leonardo Impegno e il presidente del Consorzio Roberto De Laurentiis.Hanno partecipato il commissario dell'Ascom di Napoli, Tullio Nunzi, gli assessori Luigi Scotti (Legalità) e Mario Raffa (Commercio), il consulente antiracket Tano Grasso, il presidente dell'associazione San Giovanni a Teduccio per la legalità Silvana Fucito, l'assessore della Seconda Municipalità e il vice presidente GianfrancoWurzburger, Maria Luisa Rega, il presidente provinciale della Confederazione Nazionale dell'Artigianato, Giuseppe Oliviero e il coordinatore del Consorzio Borgo Orefici e delle botteghe tessili di Piazza Mercato, Fabrizio Conticelli. Assenti, invece, dieci dei dodici componenti della commissione. Wuzburger e Rega hanno espresso "amarezza e sorpresa per la mancanza totale di attenzione e senso di responsabilita' dei consiglieri comunali della Commissione legalità. Dopo i recenti episodi che fanno presupporre un ritorno del racket nella zona ci saremmo aspettati un'attenzione maggiore da parte dei nostri politici: la presenza soltanto di due su dodici ci dimostra l'assoluto disinteresse verso le tematiche e il territorio".

CORSO LUCCI: LA NUOVA AMSTERDAM

SICUREZZA: WURZBURGER, SGOMBERARE PROSTITUTE DA CORSO LUCCI

(ANSA) - NAPOLI, 13 GEN - "Corso Lucci come il quartiere a

luci rosse di Amsterdam: proposta suggestiva ma noi avevamo

chiesto il controllo del territorio e l'allontanamento delle

prostitute": è la critica di Gianfranco Wurzburger, assessore

alla Vivibilità della II Municipalità. "Non ci posso credere:

il 17 novembre scorso - spiega Wurzburger - avevamo scritto

alla Prefettura per chiedere che il corso Lucci venisse

sgombrato dalle prostitute, dietro segnalazione degli abitanti

del posto. Un intervento - prosegue - di ordine pubblico. Ci

sembrava - dice l'assessore - che fosse di competenza della

Prefettura e della Questura". Nei giorni scorsi, invece, la

lettera di una dirigente della Prefettura che demanda

all'Assessorato all'arredo e Decoro Urbano. "Cosa c'entra:

dobbiamo mettere panchine e alberi per le prostitute?", dice

l'assessore alla Vivibilità. "Il tono di alcune risposte mi

sembra davvero una presa in giro per i cittadini: è come

scaricare su altri le proprie competenze. Ho inviato una lettera

al Prefetto nella quale chiedo appunto quali siano le competenze

della Prefettura: non è forse garantire l'ordine pubblico e la

sicurezza urbana?".

lunedì 11 gennaio 2010

VIA MARINA E VIA ACTON: LA TRAPPOLA DEI CANTIERI

Oggi chiude una corsia, tra una settimana transenne al Molosiglio. Si fermano i tram

Paolo Barbuto - IL MATTINO - Oggi scattano i nuovi cantieri su via Marina, tra una settimana si aggiungeranno i lavori su via Acton: il definitivo rientro alle attività ordinarie dopo le lunghe feste natalizie si annuncia drammatico per gli automobilisti napoletani. All’annunciata ripresa degli interventi tra Portosalvo e Corso Garibaldi, con straordinario tempismo si sovrapporranno i lavori per i sottoservizi della linea 6 della metropolitana nella zona che va dal Molosiglio al molo Beverello. Si verrà a creare, così, un lungo canale di lavori in corso: due chilometri e mezzo che si trasformeranno in una trappola per gli automobilisti. Si parte stamattina, dunque, con l’apertura contemporanea di due cantieri su via Marina che partiranno da Portosalvo. Sarà completamente chiusa la carreggiata del lato mare, fino all’altezza dei torrioni, e il traffico sarà incanalato nella corsia preferenziale che verrà negata ai mezzi pubblici e sarà utilizzata a senso unico in direzione dell’incrocio con Corso Garibaldi. Nella prima fase dei lavori, che arriveranno fino all’altezza della pompa di benzina «Erg», le automobili resteranno nella preferenziale solo fino al distributore, poi usciranno e torneranno sulla naturale carreggiata lasciando all’interno della preferenziale solo i mezzi pubblici che proseguiranno il normale percorso. Quando scatterà la seconda fase, a partire dalla fine di febbraio, le auto arriveranno fino all’incrocio con corso Garibaldi all’interno della corsia riservata ai bus. Naturalmente sarà interdetta la circolazione dei tram che verranno sostituiti da un servizio di autobus. Proprio l’immissione dei mezzi pubblici all’interno del flusso di traffico, preoccupa molto: anche nel senso di marcia opposto a quello interessato dai lavori gli autobus si mescoleranno alle automobili, contribuendo a ingolfare il traffico.
Gianfranco Wurzburger, assessore alla vivibilità della II municipalità, lancia una proposta: «Si potrebbe ipotizzare di deviare tutto il traffico dei bus su corso Umberto, naturalmente presidiando le corsie preferenziali per consentire una maggiore fluidità di scorrimento». Proposta lanciata, anche se sarà necessario un periodo di valutazione dell’impatto dei cantieri sulla viabilità, prima di decidere cosa fare. I cantieri di via Marina, inevitabilmente, provocheranno code di traffico che arriveranno fino al Beverello e dentro la galleria Vittoria (è già accaduto nel recente passato), e proprio in quella zona, a partire da lunedì prossimo, si aprirà il nuovo fronte di lavori. Per consentire la realizzazione dei sottoservizi della linea 6 della metropolitana, sarà chiusa per un mese la carreggiata che costeggia il Molosiglio e il porto, e le auto saranno deviate tutte nella corsia preferenziale che diventerà a senso unico in direzione di piazza Municipio. Anche in questo caso si prevede caos in entrambi i sensi di marcia. Per le auto che vengono da Chiaia ci sarà l’impatto con il cantiere, mentre quelle che vengono da piazza Municipio faranno i conti con la mancanza della preferenziale che intaserà di mezzi pubblici la carreggiata. Per far fronte al grande caos di oggi, la polizia municipale schiererà cinquanta agenti nelle zone nevralgiche. Per studiare un piano di azione quando aprirà il cantiere di via Acton, sono previste riunioni nel corso di questa settimana. L’assessore alla viabilità, Agostino Nuzzolo, continua a lanciare il suo invito: «Napoletani, se potete, evitate l’auto, e se la prendete, non passate in via Marina».


Troppi furti e pochi sacerdoti, chiusa San Pietro Martire

Il caso Addio alla cappella dell’università gestita dai domenicani. La decisione per difficoltà economiche

Marisa La Penna - IL MATTINO - Mancanza di sacerdoti, difficoltà economiche, furti e finanche rapine. Sono questi i motivi che hanno indotto le autorità ecclesiastiche a sbarrare al culto una delle più belle testimonianze artistiche del tredicesimo secolo: chiude infatti ai fedeli il portone dell’antica chiesa di San Pietro Martire, al corso Umberto I. Dal 31 dicembre i due anziani sacerdoti hanno sprangato definitivamente il monumentale portone interdicendo così l’accesso ai frequentatori abituali del tempio. La denuncia arriva da Antonio Pariante, presidente del «Comitato civico di Santa Maria di Portosalvo» che, in una nota, scrive: «Dopo una lenta ed inesorabile agonia è stato sbarrato il portone della chiesa di San Pietro Martire che è anche sede della cappella universitaria. Forte è il rammarico dei residenti e dei numerosi fedeli della zona, soprattutto di quelli più anziani che, dopo la chiusura delle altre chiese del quartiere si ritrovano ora a dover rinunciare alla messa». Grande disappunto viene espresso, dunque, dal Comitato Portosalvo che da anni si batte per il riscatto del patrimonio chiesistico napoletano «abbandonato nelle mani dei predatori di opere d’arte e vandali che profanano questi luoghi sacri senza nessun impedimento» come è scritto nel comunicato di Pariante. «In tutto il centro storico di Napoli, che è sotto la tutela dell’Unesco dal 1995 - spiega Pariante - sono circa duecento le chiese chiuse o in rovina a causa della assoluta mancanza di un Piano di Gestione per la corretta tutela e conservazione di questo grande patrmonio storico e artistico rappresentato, in gran parte, proprio dalle bellissime e preziose chiese dell'arte napoletana attulamente in rovinosa estinzione». A tal proposito, grazie proprio alle continue denunce del comitato di Portosalvo, è stata recentemente avanzata una interrogazione parlamentare al ministro dei Beni Culturali per avere risposte sul depauperamento del patrimonio chiesistico napoletano che è pertanto anche patromonio mondiale dell’umanità. «Secondo l’opinione del Comitato di Portosalvo, le responsabilità, in termini di incuria e di abbandono, sono tutte da ricercare in ambito locale». Infine Pariante lancia un messaggio al cardinale: «Sepe è intenzionato a riaprire un buon numero di chiese, ma fa subito i conti con la chiusura della storica e monumentale chiesa di San Pietro Martire». Fondata nel 1294, la chiesa che sorge in prossimità della sede centrale dell’Università Federico II, ha chiuso dunque i battenti. Spiega Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità: «Il padre provinciale dei domenicani ha consegnato, a fine anno 2009, al cardinale Crescenzio Sepe le chiavi di San Pietro Martire». Quindi l’auspicio: «Mi auguro, comunque, che la chiesa venga presto riaperta al culto. Anche perché San Pietro Martire è sempre stato un punto di riferimento per i giovani del quartiere, soprattutto del Borgo Orefici, nonché riferimento per i giovani sudenti universitari che prima di recarsi nelle aule della facoltà di Lettere o Giurisprudenza affidavano le loro preghiere a San Pietro Martire».

RACKET

Raid contro le vetrine vecchi di 2 anni

IRENE DE ARCANGELIS ALL'ASSOCIAZIONE Telefono blu sono molto arrabbiati. Hanno saputo delle vetrine spaccate dai proiettili - che invece, si è scoperto, nella maggior parte dei casi erano poi petardi di Capodanno - e sono andati a cercare nei loro archivi seguendo il filo del ricordo. Lì hanno trovato la conferma: le vetrine colpite dai botti e danneggiate, in bella vista sui giornali e sotto gli occhi dei turisti tra via Duomo e via Pietro Colletta, corso Umberto, sono le stesse che l'associazione aveva fotografato esattamente due anni fa. Alla fine del periodo festivo, gennaio 2007. Vetrine fotografate e immortalate a futura memoria, quella che oggi torna utile per segnalare: è una notizia molto vecchia quella delle vetrine rotte. Le vetrine sono le stesse. Sono stati i commercianti a non sostituirle, nonostante le nostre sollecitazioni all'Ascom. Questione di sicurezza, mentre nel cuore di Napoli in molti punti lo shopping è pericoloso. Dunque se già era chiaro dai sopralluoghi delle forze dell'ordine dei giorni scorsi che i danni alle vetrine erano stati causati da petardi e non da colpi di pistola del racket, arriva un nuovo elemento che fa comprendere come mai non ci siano state denunce di commercianti bersagliati nell'ambito di un allarme racket generalizzato. Perché quei commercianti sanno bene che le vetrine sono rotte da due anni e, a quanto pare, non hanno intenzione di sostituirle perché sanno che resterebbero integre solo fino al prossimo ultimo dell'anno. Il comunicato di Telefono blu è datato 5 gennaio 2007, esattamente due anni fa. Si legge: Shopping pericoloso, i consumatori segnalano decine di negozi con vetrine lesionate in tutta la città, nessuna precauzione per evitare incidenti. Quindi la lettera dell'associazione al Comune e all'Ascom per sollecitare la messa in sicurezza dei negozi che minacciano l'incolumità pubblica: «Dal corso Umberto a via Duomo, via Toledo e via Chiaia come a via Luca Giordano e via Scarlatti decine e decine di vetrine, di svariati negozi, rischiano di frantumarsi addosso ai clienti con conseguenze inimmaginabili per le vistose lesioni che riportano senza nessuna precauzione. Sarebbe il caso - sottolineava due anni fa il delegato regionale del telefono blu, Antonio Pariante - di prevenire altre tragedie per strada con la messa in sicurezza di queste vetrine attraverso una ricognizione su tutto il territorio». Messaggio che non portò a nessun provvedimento. Le vetrine sono rimaste segnate da buchi e lesioni a ragnatela dei petardi, il pericolo per chi ci passa vicino resta. E le foto sono le stesse. Sono quelle, in particolare, dei negozi in via Pietro Colletta, in piazza Nicola Amore, in corso Umberto. Tanto da far pensare che, in realtà, proprio quest'anno negozi danneggiati non ce ne sono stati. E a questo punto l'unico episodio fresco sembra quello del Borgo Orefici, i colpi di pistola contro un laboratorio orafo. È stato proprio al Borgo che si sono incontrati ieri il presidente del consiglio comunale Leonardo Impegno, il presidente del consorzio Roberto De Laurentiis, il presidente della commissione legalità Sandra Fucito, cui hanno partecipato anche i consiglieri comunali Luciano Schifone e Salvatore Parisi, l'assessore della II municipalità Gianfranco Wurzburger, l'assessore al commercio Mario Raffa. L'annuncio: la prima riunione della commissione legalità del Comune per il 2010 si svolgerà al Borgo Orefici, martedì prossimo 12 gennaio. Tra gli obiettivi la riqualificazione urbana, dunque, come strumento per restituire ai cittadini il territorio e sottrarlo alle mani dei malviventi anche attraverso l'implementazione dell'illuminazione pubblica e della videosorveglianza.