giovedì 3 dicembre 2009

ZTL PIAZZA DEL GESU'

Ztl piazza del Gesù, via al primo varco elettronico

Da domani è attiva la telecamera di Calata Trinità Maggiore per il controllo degli accessi. Le auto che violeranno il varco verranno fotografate e identificate. E per i trasgressori multa da 78 euro. Divieto sarà attivo 24 ore su 24. Il piano è del Comune che rilancia: "Allarghiamo l'isola pedonale fino a via Benedetto Croce"
di Cristina Zagaria
Foto ai furbi e multa a casa. Parte il primo varco elettronico per la zona a traffico limitato di piazza del Gesù. Da domani è attiva la telecamera di Calata Trinità Maggiore per il controllo degli accessi nella Ztl del centro storico. L´occhio elettronico, che da un mese lavora in fase sperimentale, comincerà a scattare le foto alle auto non autorizzate. Per i trasgressori ci sarà un verbale da 78 euro. Il varco sarà attivo 24 ore su 24.

Inibite al traffico via Domenico Capitelli (nel tratto compreso tra via Sant´Anna dei Lombardi e piazza del Gesù), piazza San Domenico Maggiore, via Benedetto Croce (nel tratto compreso tra via San Sebastiano e via Mezzocannone) e via San Biagio dei Librai. Le targhe delle auto che violeranno il varco verranno fotografate e identificate per la sanzione. Hanno diritto al transito i veicoli dei residenti o domiciliati nella Ztl di piazza del Gesù (piazza del Gesù, via Benedetto Croce - tratto da piazza del Gesù e l´ingresso della Chiesa di Santa Chiara, via Domenico Capitelli, via Cisterna dell´Olio, via della Quercia, vico I Quercia, vico II Quercia, vico II Cisterna dell´Olio, vico III Cisterna dell´Olio); chi trasporta persone diversamente abili (muniti del tesserino), trasporto pubblico; forze dell´ordine; mezzi adibiti al trasporto delle merci deperibili e auto per il trasporto delle merci dalle 8 alle 10 e dalle 14 alle 16.

Gli aventi diritto però devono aver comunicato (o farlo immediatamente) la targa del proprio veicolo al Ced della polizia locale di via Raimondi. Per i disabili ci sono due alternative. Se attraversano la zona abitualmente possono registrare da una a tre targhe di auto. Se invece è un passaggio occasionale devono comunicarlo ai vigili, con relativa documentazione (tutto l´iter è sul sito del comune www. napoli. comune. it). Ma fatta la regola, c´è già l´alternativa. I veri furbi, quelli che vogliono ostinatamente dribblare la telecamera e la multa, potrebbero accedere a piazza del Gesù percorrendo dieci metri di controsenso al varco di Cisterna dell´Olio ed entrando nella piazza dall´area di via Domenico Capitelli.


«Sì c´è il controsenso, ma sono solo pochi metri. Sappiamo bene come funziona. Per realizzare la vera isola pedonale, bisogna inibire anche questo accesso, altrimenti è tutto vano», spiega Gianfranco Wurzburger, assessore della II Municipalità. «Da tempo chiediamo barriere fisse - aggiunge - Il blocco di Santa Chiara lo ha realizzato la Municipalità e funziona. Ora bisogna chiudere anche via Benedetto Croce e via Santa Chiara. Soprattutto nel periodo natalizio quest´area deve essere realmente pedonale».

Il piano del telecontrollo è coordinato dall´assessore alla Mobilità, Agostino Nuzzolo, che pronto ribatte: «È evidente che il varco di Calata Trinità Maggiore è solo l´inizio. Presto attiveremo le telecamere anche agli altri ingressi del centro storico, per blindarlo davvero, ma soprattutto potenzieremo le zone a traffico limitato anche a Chiaia e al Vomero». Dice Nuzzolo: «Il via con una sola telecamera permetterà al Comune di ottenere due risultati: da un lato educare i cittadini ed abituarli a questo nuovo sistema di controllo e dall´altro formare una nuova squadra di tecnici ed esperti che potranno gestire il sistema, grazie a un´esperienza diretta» (03 dicembre 2009

mercoledì 2 dicembre 2009

Pizzo sulle luminarie in via Toledo scatta la denuncia

Pizzo sulle luminarie in via Toledo scatta la denuncia

SQUADRETTE di quattro o cinque uomini, armati di assi di legno e lampadine bianche, da alcuni giorni si aggirano in via Toledo e in via Duomo. Propongono ai negozianti di montare le artigianali luminarie natalizie. Il prezzo va dai venti ai trenta euro a metro lineare. Una estorsione. L' ultima, l' ennesima estorsione di Natale. Scatta un' indagine dei carabinieri. Molti commercianti si sono rifiutati. «L' Ept sta montando le luminarie gratuitamente per tutti», hanno risposto. Ma gli uomini delle luci di Natale (senza minacce, ma con modi convincenti) hanno fatto capire che montare le luminarie «era indispensabile». La denuncia della presunta estorsione di Natale arriva da Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità, perché i negozianti chiedono l' anonimato. «Ho avuto più di una segnalazione di questo genere - racconta Wurzburger - Le luminarie tra l' altro ricordano quelle dei camerini degli artisti in teatro, sono lampadine bianche montate su assi di legno colorate, oltretutto, secondo me sono pericolose e non a norma. Ma quello che mi preoccupa sono le modalità e la richiesta del pagamento, nonostante il Comune offra l' illuminazione gratuita». Al momento è solo un sospetto. Ma Wurzburger ha avvisato ufficialmente sia i vigili urbani che i carabinieri. «Se è vero, bisogna fermare subito quest' ennesima estorsione». E da domani sia i carabinieri che i vigili perlustreranno le strade dello shopping per ascoltare i commercianti, ma soprattutto per cercare di cogliere in azione i presunti estorsori delle luminarie natalizie. Risale solo a venerdì scorso la passeggiata antiracket, al Vomero, del questore Santi Giuffrè, l' imprenditrice Silvana Fucito e Tano Grasso. E le passeggiate antiracket continueranno proprio al centro storico e a Chiaia. -CRISTINA ZAGARIA

sabato 21 novembre 2009

Così ho portato via quei ragazzini terrorizzati

È ARRIVATO come l' eroe delle favole. Senza maschera, né respiratore, non ci ha pensato su un momento, prima di precipitarsi nell' edificio invaso dalle fiamme. Una corsa forsennata per le scale e tanto coraggio hanno reso possibile l' impresa. Così Matteo Fumagalli, milanese di 36 anni, poliziotto dell' antiracket della Mobile di Napoli, ha salvato 12 bambini rimasti intrappolati nel palazzo di via Santa Chiara. «Abito a fianco - racconta, mentre è ancora provato dal soccorso - mi hanno avvertito dell' incendio e subito ho pensato a rendermi utile». Matteo non sa che al terzo piano dello stabile ci sono dei bambini. «Con me c' era un carabiniere e un vigile del fuoco. Ci siamo detti, cerchiamo dappertutto. Ho bussato a tutte le porte, alla fine ho trovato in un' unica stanza 7 bambini con una donna. Erano paralizzati dalla paura. Li ho aiutati a salire sul terrazzo, c' era troppo fumo per scendere le scale, molte porte erano già bloccate». Mentre sale, Matteo si imbatte in un altro gruppo di 5 ragazzini. La mamma è uscita per fare la spesa, li ha lasciati in custodia al più grande. Ma l' incendio nel frattempoè scoppiatoe loro sono rimasti prigionieri. «Appena li ho visti gli ho detto di prendersi per mano e di seguirmi. Così, tutti siamo saliti fino al terrazzo. Siamo rimasti lì per qualche minuto, poi siamo scesi con l' aiuto dei vigili del fuoco. I bambini erano spaventati ma ho cercato di tranquillizzarli. Non nascondo di aver avuto paura anch' io. Ho pensato: e se le fiamme arrivano fin qui? Poi, quando siamo scesi, ho tirato un sospiro di sollievo». Tra i 70 sfollati ci sono anche dieci di quei bambini, componenti di un' unica famiglia, ospitati nella sede della II Municipalità, fa sapere l' assessore alla Vivibilità Gianfranco Wurzburger.

Piccoli ladri di giocattoli tagliano i gazebo di Natale

LA PIAZZA appartiene a loro, ai bambini del quartiere. Da quando i vigili urbani l'hanno liberata dai parcheggiatori abusivi l'appuntamento è quotidiano per la partita di pallone. Poi arriva la sorpresa. Non si può più giocare perché il Comune deve allestire dei gazebo: sono bancarelle con tanto di autorizzazione per la vendita degli articoli tipici in occasione di Natale. Che vuol dire giocattoli. La notiziaè quella, per gli scugnizzi. I giocattoli. Da rubare, anche se di un furto da bambini si tratta. Così di notte, armati di forbici, tagliano i teloni candidi dei gazebo ( nella foto) per entrare e prendere trenini e fucili. Restano delusi, non c'è nulla. Sono ancora vuoti, la merce non è stata sistemata e comunque non resterà senza vigilanza. Ma intanto scatta l'allarme racket oppure ritorsione dopo il blitz dei vigili in una zona della città ad alta densità criminale. È successo in piazza del Carmine, finalmente ripulita e restituita alla città. Dove i venti gazebo vengono allineati come un colonnato da una ditta con sede all'Arenaccia. Che ieri mattina trova i teloni tagliati, chiama la polizia, arriva anche la scientifica. Si pensa al peggio. Punto primo il racket, nel quartiere dove anche i pescivendoli pagano il pizzo quotidiano, spesso costretti a comprare l'acqua di mare per pagare la tangente. Il commissariato Vicaria comincia ad indagare, anche se il titolare della ditta nega di aver mai ricevuto minacce. Ma intanto si risale ai tempi recenti della piazza nelle mani dei parcheggiatori della camorra. Mandati via loro, potrebbero essersi vendicati per la conquista del territorio da parte del Comune. Saranno le testimonianze dei residenti e le notizie che arrivano alla Seconda circoscrizionea svelare l'arcanoe la storia dei piccoli ladri potenziali. «Non c'è la mano della criminalità, né l'opposizione dei commercianti locali: pura curiosità dei ragazzini del posto nei tagli inflitti ai gazebo», commenta l'assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger. «Certo non è un atto da giustificare», continua. «Resta puro vandalismo. Chiediamo la vigilanza dei gazebo che potrebbero essere ulteriormente danneggiati se non asportati. Questo ci sembra necessario ed urgente: ma non creiamo falsi miti e i soliti fantasmi su piazza Mercato e sul quartiere che invece ce la sta mettendo tutta per decollare». (i.d.a.)

QUARTIERI SPAGNOLI: SI FERMA IL MINIBUS

Il Pollicino si ferma ai Quartieri Spagnoli

ADDIO "Pollicino", il minibus. «Non abbiamo potuto far niente», dicono i responsabili della II Municipalità, ed è la prima volta che una amministrazione si arrende all' inciviltà dei propri amministrati. La zona in questione sono i Quartieri spagnoli, da due giorni orfani del servizio della E2, la linea che saliva da piazza del Gesù fino a Cariati. C' era stato un primo stop il 7 novembre: l' Anm aveva segnalato la «impraticabilità stradale all' incrocio di via Concordia con via Montecalvario». Impossibile per i mezzi, sia pur piccoli, aggirare gli ostacoli messi in mezzo alle strette viuzze del Quartieri. Sono seguiti alcuni giorni di tentativi di rimettere in piedi la linea, contando anche sul controllo "on the road" dei vigili urbani, poi mercoledì l' Anm ha alzato bandiera bianca. Dalla Municipalità interessata al taglio, il presidente Alberto Patruno e l' assessore alla vivibilità Gianfranco Wurzburger riassumono così la questione: «Non si contano i nostri interventi di rimozione di paletti abusivi, di grate in ferro a protezione di terranei, di fioriere usate per riservarsi autonomamente i posti auto». Invano: «Un percorso di mezz' ora si triplicava - dicono i due - e i rischi erano incalcolabili. Fermate, litigi, intoppi lungo la strada». Ci ha messo del suo, presso gli autisti esasperati, anche l' episodio criminale del ferimento a coltellate, tre giorni fa, del collega in via Brin. Il bilancio della Municipalità è sconsolato: «Interveniamo continuamente con operazioni che hanno puntato a bonificare le strade interessate al passaggio, ma se manca la collaborazione dei residenti i nostri sforzi sono vani». È intorno a via Concordia il punto nevralgico della crisi: motorini, fioriere, un cassonetto della spazzatura sempre spostato. Come se non bastasse, l' Anm ha fatto pervenire un preallarme anche per un' altra linea la C53, che serve Materdei. Stessi problemi, auto in mezzo alla strada, diverbi continui, specie nella zona fra largo Fontanelle e via Beneventano. «Ma almeno qui - dice Wurzburger - dovremmo riuscire coi nostri mezzi a mettere dei paletti che garantiscano il percorso del bus. Ai Quartieri invece bisogna proteggere e pedonalizzare con dei dissuasori l' intero percorso. Serve l' intervento del Comune». Un progetto ci sarebbe pure, ma Patruno e Wurzburger lamentano «il lungo iter burocraticoe la scarsa attenzione su questo problema dell' assessore Realfonzo». I cordoni della borsa dell' assessore al Bilancio sembrano stretti, anche se «ci risulta che l' assessore abbia contratto mutui per altre opere. Sta di fatto che la delibera non è ancora passata. «Ma non ci arrendiamo- diconoi due responsabili municipali - Chiederemo al sindaco di intervenire. Lo dobbiamo ai tanti anziani,e ai residenti che non meritano di perdere un altro servizio per l' inciviltà di pochi».

PIAZZA DANTE: IMMONDIZIA TRA LE FOGLIE DEI BANANI

Immondizia tra le foglie dei banani

DUE tonnellate di rifiuti tra le foglie dei banani. La II municipalità decide di pulire le aiuole dei banani di piazza Dante. E i giardinieri recuperano tonnellate di immondizia, nascosta tra foglie e radici. A fine mattinata le piante sono circondate da montagne altrettanto alte di rifiuti (portati via alle 14). «È impressionante vederli tutti insieme - commenta l'assessore alla Vivibilità Gianfranco Wurzburger - Ma se si guarda bene sono lattine, bicchieri, cartacce, piccoli oggetti, rifiuti dell'incuria quotidiana dei cittadini».

RIFIUTI, STRADE ANCORA ASSEDIATE

IL MATTINO 20/11/2009

È ancora emergenza rifiuti per Napoli. Strade e piazze sono ancora sporche, invase da cumuli di rifiuti che rilanciano l’allarme sanitario e ambientale in tutti i quartieri cittadini. «Dopo uno sciopero è normale - spiega l’amministratore dell’Asìa Daniele Fortini - che ci vogliano 48 ore per tornare alla normalità. In questo caso, poi, la percentuale degli aderenti era altissima: il 71%. Ieri c’era a terra il doppio della spazzatura ma non avevamo né il doppio dei camion né il doppio del personale». Nelle zone più colpite, gli abitanti sono stati costretti a scavalcare grossi accumuli di immondizia riversata sui marciapiedi, come si è verificato in pieno centro storico e nei Quartieri Spagnoli. Dopo lo sciopero di mercoledì da ieri mattina, le squadre dell’Asia sono a lavoro ma il loro intervento non è bastato a far rientrare alcuni focolai di emergenza particolarmente critici. È il caso dei cumuli di rifiuti che hanno sfiorato le finestre della scuola «Paisiello», l’istituto primario e dell’infanzia di piazza Montecalvario invaso da immondizia di ogni genere proprio davanti all’unica via d’accesso all’edificio scolastico. Per entrare a scuola, genitori e bimbi hanno scavalcato i rifiuti, che ostruivano il vialetto antistante l’ingresso della scuola, unica possibile entrata da quando la piazza è oggetto dei lavori per la metropolitana. Le maestre non hanno potuto aprire le finestre del primo piano per arieggiare i locali e i bidelli si sono dati da fare per pulire davanti alla scuola. In realtà l’esplosione dei rifiuti ha fatto riemergere un problema per cui la dirigenza scolastica si è battuta sin dall’inizio dell’anno in corso, chiedendo più volte una diversa collocazione dei cassonetti che, attualmente, si trovano sotto le finestre delle aule materne. La stessa preoccupazione ha spinto, ieri mattina, alcuni rappresentati del consiglio di istituto a recarsi al Comune per protestare contro il posizionamento dell’area container allocata di fianco al viale da cui ogni giorno entrano ed escono i piccoli alunni della Paisiello. La risposta della municipalità, nella persona di Gianfranco Wurzburger, è il sopralluogo previsto il prossimo 25 novembre.

RAID AL MERCATO: DISTRUTTI I GAZEBO DI NATALE

IL MATTINO 18/11/2009
L’allarme
Teloni tagliati e impianti elettrici rubati. La piazza abbandonata: sfregiate anche le statue

La municipalità sistema in piazza Mercato i gazebo per la vendita di prodotti natalizi e parte l’assalto. Nella notte tra lunedì e martedì sono stati tagliati diversi teloni dei nuovi stand e sono state divelte lampade e prese per la corrente elettrica. Sulla vicenda indagano gli agenti del commissariato Mercato guidati dal vicequestore Alberto Francini. Gli investigatori stanno cercando di individuare gli autori dell’atto vandalico e sopratutto di capirne le ragioni. Quello dei prodotti natalizi è, infatti, un mercato ancora opulento e proprio per questo fa gola a molti. Forse a troppi. E la piazza dove fu decapitato Corradino di Svevia resta uno dei bocconi più ghiotti. La zona, poi, è da mesi al centro delle iniziative della municipalità che sta cercando di rimettere ordine nell’are per poterla rilanciare. Per questo prima dell’estate fu deciso lo sgombero degli ambulanti che hanno trovato, poi, altre e diverse sistemazioni nei dintorni della piazza. Molti sono riusciti a fittare negozi e negozietti. Ma in vista delle festività natalizie l’amministrazione ha deciso di dare spazio alle loro attività creando dei gazebo dove saranno messi in vendita alberi di natale, decorazione, palle e palline, regali e regalini. Le richieste a quanto pare sono tante, una trentina, i posti già assegnati una ventina. L’iniziativa, quindi, ha incontrato il favore degli operatori commerciali. Ma il mercato è stato per decenni anche il regno dei parcheggiatori abusivi: a marzo i vigili urbani sono intervenuti per rimandarli a casa e lo hanno fatto con un blitz in grande stile. Dopo una mattinata di sgomberi gli uomini agli ordini del tenente Alfredo Marraffino denunciarono ottanta persone: tre parcheggiatori per associazione a delinquere e occupazione abusiva di suolo pubblico e 77 cittadini, proprietari delle macchine parcheggiate, per favoreggiamento. Ora gli inquirenti non escludono che gli atti vandalici messi a segno lunedì notte possano essere una ritorsione dei «guardamacchine» interessati a riconquistare la piazza. Ma non si tralascia, ovviamente, anche l’ipotesi del racket: nel caos dei clan che si contendono il territorio chiedere il pizzo è diventata un’iniziativa che tanti ritengono di poter prendere impunemente. E una nuova, seppur temporanea, impresa commerciale è sempre un obiettivo per gli estorsori: qualcuno potrebbe aver deciso di taglieggiare i venditori di Natale. La tangente da versare nelle vicinanze del 25 dicembre «per le famiglie dei carcerati», come dicono i taglieggiatori, è un classico del pizzo, uno dei pezzi forti dei clan che in questo modo continuano a strozzare qualsiasi iniziativa economica. Perché alla fine si tratta sempre e solo di questo, dell’impossibilità di far decollare una città , ordinata, libera dalla camorra, e capace di godere e far godere delle sue tante bellezze.
La municipalità
«Vandali, i commercianti non c’entrano»
«Nel taglio dei gazebo non c’è la mano della criminalità, né l’opposizione dei commercianti locali»: l’assessore della seconda municipalità, Gianfranco Wurzburger, non crede che dietro il raid del mercato ci sia la camorra, ma chiede alle forze dell’ordine di vigilare i nuovi stand per evitare nuovi atti teppistici. Che cosa è successo secondo lei? «È possibile siano entrati in azione i ragazzini del posto curiosi di sapere che cosa ci fosse dietro quei teloni». Nulla di grave, dunque? «Ovviamente quello di piazza Mercato non è un atto da giustificare: resta puro vandalismo, ma i commercianti ne sono estranei: erano e sono contenti delle installazioni che rendono la piazza più bella ed ordinata». Come intervenire? «Noi della seconda municipalità chiediamo la vigilanza dei gazebo che potrebbero essere ulteriormente danneggiati se non addirittura portati via. Questo ci sembra necessario ed urgente: ma non creiamo falsi miti e i soliti fantasmi su piazza Mercato e sul quartiere che invece ce la sta mettendo tutta per decollare». d.d.c.

domenica 8 novembre 2009

Sosta selvaggia, trappola nei Decumani


Dopo l’incendio di via Santa Chiara le polemiche: rischio sicurezza nell’area frequentata da migliaia di turisti - IL MATTINO 7 novembre 2009

L’ASSESSORE
Gianfranco Wurzburger, assessore alla vivibilità della II municipalità si è attivato per trovare una sistemazione a chi è rimasto senza casa

Le squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte. Sotto la pioggia battente, fino all’alba, alla ricerca delle cause del rogo devastante di via Santa Chiara. L’ipotesi di un corto circuito che si sarebbe generato all’interno di una delle stanze dell’appartamento al secondo piano del civico 41 dovrebbe trovare conferme in una relazione che questa mattina gli esperti stileranno e invieranno anche alla magistratura. Ma, al di là del lunghissimo sopralluogo, lo scenario di devastazione che ha interessato uno dei palazzi storici del centro di Napoli resta l’immagine più triste e nello stesso tempo eloquente. Insieme con gli appartamenti inceneriti dalle fiamme resta infatti il dramma di 70 persone che non hanno più la casa. È bastato il violentissimo incendio, sono state sufficienti meno di tre ore di guerra con il fuoco a compromettere l’esistenza di una decina di famiglie, che ora si ritrovano in una situazione che vede poche soluzioni all’orizzonte. Tra le prime istituzioni a mobilitarsi in loro favore c’è stata la seconda Municipalità. I suoi vertici - a cominciare dal presidente Alberto Patruno e dall’assessore alla Vivibilità, Gianfranco Wurzburger. I due si sono attivati per cercare soluzioni praticabili da offrire ai senzatetto, che sono 70. tra loro c’è una mamma con i suoi 11 figli. Proprio l’interessamento della municipalità è riuscito a ottenere per questa signora la promessa di una immediata sistemazione all’interno di una casa famiglia: ma la proposta è stata rifiutata dalla donna, che rivendica un alloggio. L'amministrazione comunale di Napoli si è fatta avanti, offrendo un contributo «una tantum» di 3000 euro rivolto comunque a tutti i nuclei familiari di via Santa Chiara che in seguito all’incendio hanno perso la casa. Molti, fortunatamente, sono riusciti a trovare una momentanea sistemazione presso l’abitazione di familiari o amici. Ma c’è chi - ed è appunto il caso della madre di 11 bimbi - è ancora ospitata presso la Municipalità. «Stiamo cercando di trovare un'alternativa valida per questa nostra concittadina - dichiara Gianfranco Wurzburger - magari, per i primi tempi, anche in un plesso scolastico. Un fatto è certo: nessuno dei 70 che hanno perso la casa verrà abbandonato». Intanto, dopo le fiamme, divampano anche le prime polemiche. «L’incendio nel fabbricato di Via Santa Chiara è da considerarsi un evento annunciato - dichiara il capogruppo dell’Udeur al Comune di Napoli, Ciro Monaco - in quanto la fatiscenza degli impianti e le precarie condizioni statiche di tanti fabbricati del centro antico cittadino continuano a destare allarme, proprio in ragione dell’alta densità abitativa che contraddistingue quest’area».


domenica 18 ottobre 2009

Sant’Arcangelo a Baiano il trionfo della decadenza

A Forcella il monastero chiuso e i fantasmi delle monache infelici
Antonella Cilento (scrittrice) - La piazzetta confusa nel traffico, fra le voci e gli improvvisi silenzi di Forcella, i panni stesi e le finestre abusive, è indistinguibile. È forse uno degli spazi storici di Napoli dove è più evidente che il riuso sta per distruggere ogni traccia del passato, perché la città è cresciuta sopra, intorno, tenendo d’assedio l’antico come sterpaglia che ingoi un’autostrada. Piazzetta Sant’Arcangelo a Baiano, il tristemente celebre monastero che porta lo stesso nome, e le strade vicine sono spesso agli onori della cronaca recente, ma quasi sempre per violenza e abbandono. L’elenco delle chiese chiuse, abbandonate da decenni, spogliate da ladri che come topi entrano e saccheggiano, pubblicato su queste pagine la scorsa settimana, include infatti anche l’ex convento che porta lo stesso nome. Una piccola facciata, ristretta dalle finestre che le si sono aperte dentro e addosso, coperta da abitazioni e quotidianità: questo è quello che rimane del convento di Sant’Arcangelo a Baiano e dell’annessa chiesa e hai voglia a leggere nelle guide che qui dentro dovrebbero esserci quadri di Andrea Fumo o che nel palazzo si ammirano dettagli, a Napoli rari e preziosi, dell’architettura catalana. La verità è che vedi solo un vecchio ingresso di chiesa che per puro caso sopravvive dentro un palazzo variegatamene popolato. Sì, è vero, secondo la leggenda qui di notte camminano fantasmi di suore infelici, ma a quanto pare le famiglie di Forcella, che a titolo più o meno abusivo si sono impadronite dell’edificio sacro, tutti questi fantasmi non li devono vedere. Saranno fantasmi quelli che si portano via arredi sacri, quadri, suppellettili, statue e croci dai palazzi e dalle chiese napoletane senza che alcuno se ne accorga? Qui si smonta letteralmente un patrimonio senza che anima viva se ne renda conto o intervenga: un pezzetto per ciascuno e presto non si potrà più dire, come per la vicina e, a detta di quanti l’hanno vista ormai decenni orsono, bellissima Sant’Agostino alla Zecca, che il sito antico sia mai esistito. Pure si sta parlando di aree assai vive della città in secoli non lontani, che rappresentano l’origine stessa della città. Oggi che scrivo casualmente da Pisa e sento pisani parlare della loro città aborrendo la vicina Firenze o fiorentini staticamente orgogliosi del loro patrimonio, faccio ancora più fatica a far capire loro che cosa sia Napoli e come si comporti con le sue ricchezze e la sua storia. Diciamo che, sinteticamente, la schifa. O la ignora. Così al vecchio cantante che ci ferma fuori a una trattoria nella poetica piazza delle Vettovaglie (dove ancor oggi come il nome indica si viene a mangiare e a bere) e ci racconta che Pisa era famosa già ai tempi della civiltà minoica, costruisce una sua affezionata e campanilistica epopea della città natale e getta discredito sui mali costumi capitalistici e puttanieri del finto Rinascimento fiorentino, cosa posso dire del nostro morente, agonizzante corpo barocco? Forse raccontare la storia vera o presunta del convento di Sant’Arcangelo, con i suoi fatti esoterici, le messe nere, le giovani monacate a forza impegnate in orge erotiche con giovani nobiluomini, gli omicidi per vendetta dei tempi di don Pedro da Toledo, ma anche la città pitagorica, nata intorno a una via in forma di ipsilon, la via Forcella, appunto, progettata dal filosofo greco, insomma il luogo delle magie, bianca e nera, dello yin e dello yang, i vicoli delle fatture e del malocchio. Non c’è che l’imbarazzo della scelta, tanto che forse Sthendal, forse uno scrittore di calibro assai inferiore, dedicarono al posto una famosa Cronaca, alquanto scostumata, un feuilleton macabro e pruriginoso che passò ai primi dell’Ottocento come originale di secoli trascorsi ed era invece una palese invenzione romanzesca. Rieccoci dunque alla Napoli decadente e evocativa da cui tutti possono trarre spunto: ogni spunto è buono per non rimettere mano all’opera di restauro e recupero, per non interrogarsi su come mai le pietre toscane sono così ben museificate da risultare quasi stucchevoli e qui, al contrario, tutto è così abbandonato che sembra d’essere in una città in guerra. Ma veniamo alla storia: la chiesa dove oggi ci si parcheggia davanti e si butta la spazzatura fu voluta da Carlo I d’Angiò per festeggiare la sconfitta degli Svevi e la morte di Manfredi e Corradino. Secondo il Pontano la denominazione Baiano derivava da un’antica famiglia appartenente al Seggio di Montagna, ma la piazza era stata chiamata anche Scannacardilli, come un vicino vicolo, (altro toponimo affascinante) o Paparano o, altro bellissimo nome, Piazzaluce. Nel monastero, alimentato da acqua privata per concessione di re Guglielmo, aveva soggiornato anche la Fiammetta di Boccaccio ed il convento è anche citato nel Filocolo. La corruzione e la chiusura nel 1577 del convento pare fu dovuto a don Pedro da Toledo, invaghitosi di donna Vincenza Spinelli, venuta a Napoli con il marito e il cognato, sposo di una delle figlie del vicerè. Il marito di donna Vincenza si risentì dell’interesse del vicerè, un vero sciupafemmine secondo le fonti, e cercò di portare via da Napoli la moglie, ma morì di febbre tifoidea, proprio mentre don Pedro stava per farlo condannare e uccidere a sua volta. Donna Vincenza si trasferì a palazzo e finì col diventare la moglie del vicerè. Il cattivo esempio pubblico ebbe degli effetti sulle giovinette napoletane e iniziò quindi, racconta Sergio Delli, un periodo di grande libertinaggio specialmente fra le monache di Sant’Arcangelo a Baiano, tutte belle e nobilissime. Ci volle un santo, Andrea da Avellino, per chiudere il romitorio trasformato in casa chiusa e riportare la castità, o una sua parvenza, a Napoli. Fantasmi delle suore dai nomi nobiliari pare che ancora vaghino per le stanze oggi invase da letti, computer e parabole. Non sapranno più a che santo votarsi, visto che non è certo la lussuria il peggiore dei peccati in circolazione: incuria, malafede e ignoranza, insieme all’indifferenza e all’avidità, sono oggi più di moda e bon basterà certo un santo a bandirle da Napoli o dall’Italia.

Vandali in piazza Bovio spezzata la coda del leone

Vandali in piazza Bovio spezzata la coda del leone

MARISA LA PENNA Lo hanno rifatto. Dopo cinque anni dall’ultimo restauro, i vandali hanno nuovamente infierito su uno dei leoni di bronzo che decorano le scale d’ingresso del Palazzo della Borsa, in piazza Bovio, staccandone la coda. La denuncia arriva dal Comitato di Santa Maria in Portosalvo il cui presidente, Antonio Pariante, ha presentato un esposto contro ignoti ai carabinieri del Nucleo Patrimonio Artistico. «Quattro anni fa, dopo il precedente barbaro attacco dei teppisti, la coda di bronzo recisa venne ritrovata in un cassonetto della spazzatura, in una traversa della piazza. Pertanto si potè rimediare al danno facendo riattaccare la coda da restauratori di opere d’arte» spiega Pariante. L’aggressione vandalica, dunque, si ripete ai danni di uno dei bellissimi leoni di bronzo realizzati nel 1915 dallo scultore Luigi De Luca e dalla Fonderia Chiurazzi. Le belve raffigurano il «Genio che domina la forza». Anche la precedente «mutilazione» venne denunciata dal Comitato di Santa Maria in Portosalvo. «Grazie all’intervento della Camera di Commercio e del suo presidente, Gaetano Cola, la stessa Fonderia Storica Chiurazzi di Calvizzano provvide alla riparazione. Ma ora - conclude Pariante - della coda non sembra esserci più traccia e questa volta lo scempio rischia di rimanere tale per sempre». Per Pariante sarebbe necessario far «difendere» i nostri beni culturali dai militari. «Il novanta per cento dei monumenti cittadini sono rovinati dai graffiti. Napoli è la città con i monumenti più sporchi d’Italia» sottolinea il presidente del comitato civico. «Mi auspico che l’atto teppistico sia stato ripreso dalle telecamere della piazza in modo da identificare i responsabili» dichiara Alberto Patruno, presidente della II Municipalità. E commenta: «Anche sulla tutela dei beni dovrebbero essere attivare delle iniziative di videosorveglianza. A cominciare dai Decumani. Le telecamere incentivano la sicurezza. Esse rappresentano, infatti, un serio deterrente per i malintenzionati. Dove c’è il cartello che segnala la videosorveglianza non si commettono azioni di questo tipo. Questa è una cosa ormai certa». In quanto alla presenza di militari a tutela dei siti monumentali il presidente Patruno si dice contrario: «L’uso di militari è un servizio molto costoso. Ritengo che la videosorveglianza può egregiamente ottemperare a tale protezione». Per Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità «bisogna scuotere le coscienze dei napoletani perché ci sia un maggiore senso di appartenenza rispetto alla cultura e alla storia della città».

venerdì 28 agosto 2009

torri aragonesi: bonificate

Il Denaro
Torri aragonesi bonificate Va via la signora dei topi
La polizia municipale con l' appoggio dell' Asia è intervenuta nella zona delle Torri Aragonesi, in via Marina, un' area fortememente degradata ed invasa da rifiuti e ratti. Circa mezzo quintale di rifiuti e suppellettili, compresa la carcassa di un gatto, segnalata dai cittadini, sono stati rimossi prima della derattizzazione e della disinfezione eseguita dall'Asia. Una donna tunisina di 46 anni, conosciuta come la "signora dei topi", perchè abituata a dormire in un incavo delle Torri aragonesi, incurante della presenza dei ratti, più volte fotografata e filmata per i siti Internet ed addirittura dai turisti è stata identificata dalla polizia municipale, che l' ha segnalata agli assistenti sociali del Comune. 'L'hanno chiamata la 'signora dei topi': in realta' il suo nome e' Mamaluk ed il problema delle Torri Aragonesi non e' di questi giorni ma lo denunciamo da anni''. Lo dice Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilita' della II Municipalita', a proposito della derattizzazione e della disinfezione eseguita dall'Asia questa mattina in via Marina, nel corso della quale e' stata trovata una donna tunisina di 46 anni. "Non sarà certo la bonifica dello spazio occupato da Mamaluk a risolvere il problema - dice Wurzburger assessore alla Vivibilità della II Municipalità - gli interventi di pulizia fatti non si contano. Invece è necessario tutelare la salute di ogni essere umano". "Nel caso specifico della donna tunisina che dispregiativamente e senza alcun rispetto - prosegue l'assessore - viene chiamata "la signora dei topi" non si tiene in considerazione che ha subito ogni genere di sventura, che è madre di figli in terra straniera, che è abbandonata a se stessa". Sposata con un italiano la donna versa in gravi condizioni sociosanitarie. "Più volte - conclude Wurzburger - abbiamo sollecitato l'Asl ad intervenire anche in modo coatto, Mamaluk ha bisogno di cure e di assistenza socio-psicologica, questo è un caso da Tso "Trattamento sanitario obbligatorio". Probabilmente dopo l'intervento di questa mattina, Mamaluk tornerà di nuovo a dormire alle Torri Aragonesi: è l'unica realtà che comprende, e' l'unica casa che conosce. Spetta a noi lavorare per evitare che Mamaluk non torni ad essere la 'signora dei topi". del 27-08-2009 num. 157

La signora dei topi è tornata a casa

La signora dei topi è tornata a casa:sgombero inutile, Mamaluk senza cure
Transennata la sua "casa", si è dovuta accontentaredi un totem pubblicitario per trascorrere la notte
Corriere della Sera




NAPOLI - Mamaluk ha ritrovato i suoi to­pi. Dopo neanche ventiquat­tr’ore dallo sgombero, dalla bonifica e dalla derattizzazione. Si è dovuta accontentare, però. Il baldacchino della Torre Aragonese, la sua casa in via Marina, era transennato. A cin­quanta metri, un totem pubblicita­rio è bastato per trascorrere la notte, per sistemare specchietti, pettini e qualcuno degli abiti vecchi e puzzo­lenti che di mattina ricicla al merca­tino dei rom di piazza Garibaldi. I topolini, quelli con i quali Mamaluk parla, si tiene compa­gnia, ai quali dà da mangiare, non c’erano. Spaventati eviden­temente dall’azione di forza di mercoledì mattina. Torneran­no, ovviamente. Come è sem­pre stato da quattro anni a que­sta parte. E rincontreranno Mamaluk nella casa sulla Torre. La famiglia si ricomporrà. Rac­contata così, sembra una fiaba, un film. Magari anche a lieto fi­ne. Trasferita nel terzo millen­nio, la storia di Mamaluk che parla ai topi, che si fa accarezza­re dai topi, che dorme con i to­pi, in una città che si professa civile, è semplicemente un’as­surdità.
Povera Mamaluk, mala­ta di mente e non assistita dai servizi della Asl. Povera Napoli che non ha la forza di gestire con i servizi sociali una situazio­ne vergognosa. Poveri turisti che di Mamaluk hanno foto in tutte le pose. Le immagini del degrado, della sporcizia — Mamaluk fa i suoi bisogni in ogni dove — hanno fatto il giro dell’Italia intera. Mentre il ri­schio igienico-sanitario dilaga. Altro che influenza suina, per la quale sono allertati tutti gli ospedali cittadini, con tanta gente messa in isolamento solo sulla base di un sospetto della malattia.
Il bacio tra Mamaluk e suoi topi, purtroppo non è solo una bella suggestione fiabesca, è l’inconcepibile realtà di una Napoli arretrata, incivile. Ed ir­responsabile. Un mese fa, attor­no a un tavolo, riuniti dal presi­dente della Municipalità Merca­to, Gianfranco Wurburger, c’erano i responsabili dei servi­zi sociali e della Asl 1: ebbene, quattro ore a dibattere senza de­cidere nulla. Con la burocrazia sull’applicazione della legge 180 (trattamento sanitario ob­bligatorio) che imperversava, mentre i topi continuavano a baciare, ad accarezzare Mama­luk. Mentre il rischio infezione aumentava. La donna, di origi­ni tunisine, con un passato da insegnante (pare) e un marito che l’ha abbandonata, ha biso­gno di cure mediche specifiche. I servizi sociali non bastano. E il paradosso è che non si capi­sce se a prelevarla debba prov­vedere un’ambulanza del 118 (primo intervento) o quella del­la Asl. Lei, intanto, resta dov’è. Con la lucida follia della donna che parla ai topi. Napoli assiste al film della vergogna.
Monica Scozzafava28 agosto 2009

Forcella: l'incubo dei crolli - palazzi puntellati dal terremoto del 1980

Vivere a Forcella con l' incubo dei crolli
Repubblica — 01 agosto 2009 pagina 1 sezione: NAPOLI

NINO, 8 anni, gioca tra i tubi Innocenti arrugginiti. Giovanna, 81, a casa sua non vede più il sole da trent' anni. E c' è un uomo nel vicolo che raccogliee conservai bulloni che cadono dalle impalcature: «Faccio la collezione, così quando moriremo tutti, troveranno il mio tesoro e sapranno che è stata colpa dell' indifferenza». Forcella, vico Croce Sant' Agostino: quaranta famiglie vivono intrappolate dai puntelli montati dopo il terremoto del 1980. Nel vicolo di fronte è nato Nino Taranto. In quello accanto Bud Spencer. Siamo nel cuore di Napoli. Da 29 anni i palazzi a rischio e le impalcature cadono a pezzi insieme, tra furti e crolli. L' ultimo 48 ore fa, in un palazzo di proprietà del Comune. «STAVO stendendo i panni - racconta Patrizia Ferrara - Ho sentito cadere delle pietre e pensavo fossero i colombi. Poi un boato e una nube di polvere che è salita fino al terzo piano. Tremava tutto». Sono crollati tre solai e alcuni calcinacci. Il palazzo è in stato di abbandono. E a rendere ancora più minacciosa la sua stabilità è una costruzione privata abusiva di almeno due piani, con tanto di parabolica sul tetto, che preme sull' edificio. I vigili del fuoco hanno fasciato il palazzo con nuove transenne e hanno chiuso il tratto di vicolo che sbocca su piazza Salvatore Trinchese. «Così siamo intrappolati. Non abbiamo vie di fuga», spiega la signora Ferrara, mimando la trappola. L' uscita di fronte, quella che dà su via Forcella, è chiusa per tre quarti da altre impalcature. Identica foresta di tubi in vico Tarallari. «In casa con me vivonoi miei tre figlie 11 nipoti che giocano trai tubi come bimbi in gabbia - sull' uscio di casa fa capolino Giulia D' Alpino - Se qui crolla un palazzo crollano tutti». Molti dei puntelli sono così consumati dalla ruggine che non poggiano più per terra, ma sono vertiginosamente sospesi nel vuoto. E i tubi sani invece ci pensano i ladri a farli sparire. Ma l' angoscia non è solo quella dei crolli. Nei ruderi ci sono carcasse di cani e gatti morti, colombi, scarafaggi. Tombini e finestre sono coperti con le reti. Una crepa del marciapiede è stata murata alla ben meglio con un vecchio tappeto e tre sassi, per impedire ai topi di uscire. E tutto diventa normale. «Ho messo una tettoia sull' uscio perché cadevano pezzi di intonaco - racconta Giovanna Mendozza, 81 anni, seduta su una sedia di plastica sotto una capriata di tubi - Non ho un altro posto dove andare. Qui sono nata e qui morirò, senza più vedere il sole». Nel vicolo l' aria è immobile. E il caldo preme dall' alto. Anche in vico Taralli su un palazzo pericolante è stato costruito un attico abusivo, con terrazzo e lampioncini: «Lì fu ucciso Eduardo Bove, il boss», mormora il vicolo. Bove, ammazzato nel 2005, era il referente dei Mazzarella. Se il Comune è latitante, qui i clan hanno lasciato il segno con le costruzioni abusivee la vecchia cappella della Madonna, fatta costruire dal "re", Luigi Giugliano. Sul palazzo del Comune franato giovedì è stata affissa una mail con una dettagliata segnalazione di pericolo della II Municipalità, a firma del consigliere Salvatore Castiello e dell' assessore Gianfranco Wurzburger, dell' 11 giugno. «La gente di Forcella più volte ha denunciato i pericoli, sottolineando anche la costruzione di alcune costruzioni abusive e manifestano il cambiamento di mentalità - denunciano Wurzburger e Castiello - Bisogna rimuovere i tubolari che ormai esistono soltanto in questa zona della cittàe ristrutturare gli edifici con i fondi per il centro storico». La risposta sintetica dell' assessore al Patrimonio è del 15 giugno. «Ho informato la direzione patrimonioe logistica - spiega oggi l' assessore Marcello Da Ponte - Purtroppo l' abuso edilizio è di un privato. Abbiamo diffidato i proprietari». «E allora ci lasciano morire? - si chiedono le 40 famiglie del vicolo - Ad ogni crollo transennano un nuovo pezzo di strada, alla fine ci mureranno vivi dentro casa». - CRISTINA ZAGARIA

Crollo in Vico Croce a S. Agostino - Forcella

Crolli a Forcella, interviene il Comune
Repubblica — 05 agosto 2009 pagina 8 sezione: NAPOLI

IL PALAZZO del Comune in vico Croce a Sant' Agostino, nel cuore di Forcella, entra nella lista dei primi dieci interventi urgenti dell' assessorato al Patrimonio. Il palazzo a cinque piani è puntellato con i tubi innocenti (ormai arrugginiti) dal terremoto dell' 80. La settimana scorsa c' è stato un crollo improvviso di solai e calcinacci e i vigili del fuoco hanno transennato l' intero isolato, chiudendo l' uscita che sbocca su piazza Salvatore Trinchese e scatenando le proteste dei residenti. «Così siamo intrappolati. Non abbiamo vie di fuga. L' uscita di fronte, quella che dà su via Forcella, è chiusa per tre quarti da altre impalcature», denunciano i cittadini preoccupatie arrabbiati. Off-limits anche in vico Tarallari. Una trappola di tubi, palazzi non agibili e abitazioni, in cui vivono 40 famiglie. L' assessore al Patrimonio, Marcello D' Aponte dopo l' ultimo crollo e le proteste di Forcella ha chiesto ai suoi tecnici un sopralluogo e una relazione. «In bilancio quest' anno abbiamo strappato un milione e mezzo di euro da destinare alla messa in sicurezza dei ruderi - spiega l' assessore al Patrimonio - È pochissimo, lo so bene, ma è già qualcosa, se si considera che nel 2008 i fondi destinati a questo settore erano pari a zero euro». Con il milione e mezzo a disposizione D' Aponte vuole intervenire su 10 casi urgenti. «E tra questi ci sarà sicuramente anche Forcella» assicura. I tempi? «Mi impegno ad avviare le pratiche entro settembre, ovviamente ricordando e tenendo conto che a complicare la stabilità del palazzo comunale di vico Croce a Sant' Agostino c' è anche un abuso edilizio. Ma per quanto ci compete, ci impegneremo con tutte le risorse economiche e le forze possibili». Nella relazione consegnata ieri nelle mani di D' Aponte il dirigente della Protezione civile, l' architetto Marianna Cerillo, sottolinea: «Il fabbricato al civico 20 di vico Croce a Sant' Agostino, di proprietà comunale, si presenta abbandonato e in vetuste condizioni». In particolare, dalle verifiche effettuate «si riscontra il crollo parziale di alcuni solai, un datato quadro fessurativo diffusoe generalizzato e fenomeni di schiacciamento alle murature in corrispondenza di sopraelevazione di recente edificazione». In altre parole, crolli, crepe, muri schiacciati. I tecnici del Comune hanno diffidato i proprietari della casa abusiva e i vigili urbani del nucleo antiabusivismo hanno anche sequestrato l' edificio. Ma la situazione rimane ad alto rischio. Infatti il dirigente della protezione civile ricorda all' assessore che «in attesa delle opere di messa in sicurezza, l' area è stata transennata» e dal 30 luglio c' è una pattuglia di polizia municipale 24 ore su 24. L' informativa è stata girata a tutti i servizi tecnici competenti, dall' antiabusivismo al servizio sicurezza abitativa. «Bisogna rimuovere i tubolari che ormai esistono soltanto in questa zona della città e ristrutturare gli edifici con i fondi per il centro storico», intervengono il consigliere Salvatore Castiello e l' assessore Gianfranco Wurzburger della II Municipalità, che da mesi stanno seguendo la vicenda di vico Croce a Sant' Agostino, in prima persona. «Siamo contenti che l' assessore abbia inserito Forcella tra i 10 interventi urgenti - concludono Castiello e Wurzburger - Vigileremo con le 40 famiglie di Forcella che sia veramente così». - cristina zagaria

SFRATTO A MAMALUK, la signora di topi

Sfratto a Mamaluk, la signora dei topi il Comune ripulisce le torri aragonesi
Repubblica — 27 agosto 2009 pagina 4 sezione: NAPOLI

MAMALUK, la "signora dei topi", è stata sfrattata per l' ennesima volta dalle torri aragonesi di via Nuova Marina. Ieri mattina la quarantaseienne di origine tunisina, che da anni condivide con i ratti un materasso di stracci, si è immediatamente allontanata dietro richiesta degli agenti della polizia municipale coordinati dal tenente Alfredo Maraffino. Gli operatori dell' azienda Asia hanno impiegato oltre un' ora per rimuovere e caricare su due autocarri circa mezzo quintale di suppellettili e rifiuti accumulati dalla donna alla base delle torri. Dopo lo sgombero, la Napoli Servizi ha provveduto alla derattizzazione e alla bonifica dell' intera zona. Una pianta di grosse dimensioni e alcuni new jersey - dissuasori in plastica riempiti d' acqua - sono stati posti sulle mura-giaciglio dalla direzione Giardini, al fine di evitare che l' area venga nuovamente occupata. «Non sarà certo la bonifica a risolvere il problema - ha dichiarato in una nota Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità - gli interventi di pulizia eseguiti non si contano. È necessario tutelare la salute di ogni essere umano». Mamaluk ha mostrato infatti segni di squilibrio nervoso. Sposata con un italiano, che pare l' abbia avviata alla prostituzione, ha vissuto per diverso tempo nella zona di piazza Mercato. Sottrattasi ai presunti maltrattamenti del marito, da almeno dieci anni girovaga tra via Marina e piazza Garibaldi, rifiutando il ricovero presso strutture comunali. «Mamaluk ha bisogno di cure e assistenza psicologica - ha concluso Wurzburger- abbiamo sollecitato l' Asl a intervenire anche in modo coatto, così come prevede la legge per chi rifiuta le cure mediche. Probabilmente dopo l' intervento di questa mattina torneràa dormire alle torri aragonesi». L' unità mobile dell' assessorato alle Politiche sociali, presente al momento dello sgombero, nel luglio scorso ha sottoposto la questione al consolato tunisino, che si è detto disponibile a far rimpatriare la donna, qualora ce ne siano i presupposti. - ANNA LAURA DE ROSA

mercoledì 26 agosto 2009

BONIFICA TORRI ARAGONESI, WURZBURGER: RISPETTO PER MAMALUK

RIFIUTI: WURZBURGER, BONIFICA NON RISOLVE PROBLEMA TORRI


(ANSA) - NAPOLI, 26 AGO - "L'hanno chiamata la 'signora dei
topi': in realtà il suo nome è Mamaluk ed il problema delle
Torri Aragonesi non è di questi giorni ma lo denunciamo da
anni". Lo dice Gianfranco Wurzburger, assessore alla
Vivibilità della II Municipalità, a proposito della
derattizzazione e della disinfezione eseguita dall'Asia questa
mattina in via Marina, nel corso della quale è stata trovata
una donna tunisina di 46 anni.
"Non sarà certo la bonifica dello spazio occupato da
Mamaluk a risolvere il problema - continua Wurzburger - gli
interventi di pulizia fatti non si contano. Invece è necessario
tutelare la salute di ogni essere umano".
"Nel caso specifico della donna tunisina che
dispregiativamente e senza alcun rispetto - prosegue l'assessore
- viene chiamata 'la signora dei topi' non si tiene in
considerazione che ha subito ogni genere di sventura, che è
madre di figli in terra straniera, che è abbandonata a se
stessa".
"Più volte - conclude Wurzburger - abbiamo sollecitato
l'Asl ad intervenire anche in modo coatto, così come prevede la
Legge per chi rifiuta le cure mediche. Mamaluk ha bisogno di
cure e di assistenza socio-psicologica, questo è un caso da
'Trattamento Sanitario Obbligatorio'. Probabilmente dopo
l'intervento di questa mattina, Mamaluk tornerà di nuovo a
dormire alle Torri Aragonesi: è l'unica realtà che comprende,
é l'unica 'casa' che conosce. Spetta a noi lavorare,
congiuntamente, per evitare che ciò accada e che Mamaluk non
torni ad essere la 'signora dei topi'". (ANSA).

martedì 28 luglio 2009

LA MOVIDA LA VIOLENZA

LA MOVIDA LA VIOLENZA IL MATTINO 27 LUGLIO 2009
ADOLFO PAPPALARDO Una doppia aggressione. Odiosa, vigliacca perché di chiaro stampo razzista: due gruppi di adolescenti, tra cui alcune ragazze, si accaniscono contro due extracomunitari in due diversi raid. Li picchiano selvaggiamente e scappano via. A piedi, in piazza Vittoria, addirittura in un bus dell’Anm, nella vicina via Arcoleo. È la nuova follia dei quindici-sedicenni che decidono così di dare un calcio alla noia nei fine settimana: individuano la vittima, la colpiscono, e scappano via. Non se ne sa nulla, in genere, perché le vittime, spesso non in regola con i permessi di soggiorno, non fanno denuncia. Ieri notte, invece, è una pattuglia dei vigili urbani a soccorrere i due malcapitati. Ma dei baby-balordi, nessuna traccia. Sono le 22.30 quando due agenti della III sezione motociclisti in normale servizio di pattuglia vengono fermati da una coppia di italiani che gli si parano davanti a piazza Vittoria. Una manciata di secondi prima prima, raccontano, hanno visto una decina di ragazzini accanirsi con un extracomunitario. I caschi bianchi riescono solo a vedere 4-5 ragazzi scappare e un uomo a terra, dolorante e con la faccia insanguinata. Ha appena 19 anni e viene dallo Sri Lanka. Non è un venditore ambulante, lavora presso una famiglia ed è naturalizzato italiano. E agli agenti increduli inizia a spiegare come è stato accerchiato da una decina di ragazzi e picchiato con calci e pugni. Prima al volto e poi, quando a terra ha cercato di farsi scudo alla testa con le mani, si sono accaniti con calci resto del corpo. Assurdo, bestiale pensano gli agenti. Un’autoambulanza carica il diciannovenne e i due caschi bianchi pensano che sia finita lì. E invece, sono passati una quindicin di minuti, fanno pochi metri, percorrono via Arcoleo, e prima del tunnel riescono a vedere un altro gruppo che picchia un ragazzo a terra prima di salire sul 601 che riparte tranquillamente verso piazza Municipio. Lanciano l’allarme via radio e si fermano a prestare soccorso a un ragazzo di 28 anni del Bangladesh a terra mentre due connazionali iniziano a tamponargli con un fazzoletto alcune ferite al volto: ha il labbro spaccato e un occhio pesto. Il racconto è identico al precedente nella sua follia: i tre stavano ad attendere il bus per tornare a casa dopo una giornata a vendere chincaglierie quando dal bus sono scesi una decina di ragazzi, tra cui tre ragazze. Tutti insieme si sono accaniti contro Akramil, pestandolo. Senza dire nulla, solo lanciando urli incomprensibili, raccontano ancora choccati i tre ragazzi agli due increduli agenti, costretti a chiamare rinforzi. Dei ragazzi, purtroppo, nessuna traccia se non la follia di una domenica sera in pieno centro anche se gli agenti ipotizzano ad un unico gruppo. Intanto è allarme-movida anche nel centro storico dopo la decisione del comune, a seguito delle rimostranze degli esercenti, di procrastinare di un’ora l’apertura notturna dei locali di un’ora (alle 3 nei fine settimana). «L’amministrazione deve fare marcia indietro: la movida non può rovinare la vita di chi abita nel centro storico», attacca Gianfranco Wurzburger, assessore della seconda municipalità che torna in campo in difesa degli abitanti di piazza San Domenico Maggiore e dintorni che hanno creato un comitato e minacciano perfino di denunciare il sindaco e il comune.

venerdì 3 luglio 2009

ORDINANZA MOVIDA, WURZBURGER: «NESSUNA MODIFICA. L’ORDINANZA TUTELA TUTTI»

MOVIDA:NAPOLI;LUNEDI' VERTICE PER CONFRONTO SU ORDINANZA


(ANSA) - NAPOLI, 3 LUG - "Lunedì prossimo è stato
annunciato dall'assessorato competente un incontro con i
commercianti per discutere dell'ordinanza sulla movida, relativa
al centro storico in seguito alle proteste e alle critiche di
questi ultimi giorni. Critiche immotivate e ingiustificate per
un'ordinanza che ha lo scopo di regolamentare la chiusura dei
negozi nel rispetto dei cittadini, dei commercianti e
nell'interesse dei turisti". Lo annuncia l'assessore alla
Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger.
"Le critiche dei commercianti ci sembrano alquanto
pretestuose: si parla di "vessazione dei vigili urbani" che -
al contrario - sono gli unici ad aver fatto rispettare
un'ordinanza che intende semplicemente rendere Napoli una città
più civile che tutela ogni categoria e gli stessi giovani. Non
si vuole penalizzare nessuna categoria, né proibire la vita
notturna, ma invitare i ragazzi a rispettare anche la pace
altrui: ecco tutto".
"Tra l'altro - prosegue l'assessore alla Vivibilità - ci
stupisce che soltanto ora i commercianti promettano e decidano
di farsi promotori di organizzare "eventi una sera a settimana,
a proprie spese, nelle piazze del centro storico" in cambio di
una modifica dell'ordinanza. Fino ad ora dov'erano? Perché
tanta attenzione soltanto ora che si cerca di regolamentare la
movida, come è già accaduto in tutte le città italiane?".
"L'ordinanza non va modificata - conclude Wurzburger - semmai
occorre maggiore collaborazione e tolleranza da parte di tutti
affinché il centro storico diventi più vivibile, decoroso e
sicuro. Occorre sorveglianza del territorio. Impuntarsi su orari
di apertura e chiusura non giova: smettiamola di ragionare in
termini di categorie, ragioniamo come cittadini di un'unica
comunità e nell'interesse della collettività".(ANSA).

lunedì 29 giugno 2009

movida: suonano i bonghi fino all'alba - le proteste dei residenti

Movida, scatta la chiusura bisper le discoteche di Bagnoli
I vigili tornano nelle discoteche già contravvenzionate. Protestano i gestori: "Siamo in regola". Controlli anche al centro e a Chiaia

di Cristina Zagaria

Discoteca all'aperto a BagnoliNuovi controlli e nuovi sgomberi. Continua la linea dura dei vigili sulla movida. Ma il popolo della notte si ribella e costituisce un movimento di esercenti e artisti dopo la chiusura bis dei locali lungo il litorale di Bagnoli: La Rotonda, Il Riva, Il Voga e L´Arenile. I titolari erano già stati contravvenzionati venerdì notte, perché privi della concessione da parte del Demanio per l´intrattenimento danzante serale. «I proprietari erano stati diffidati - spiega il tenente Michele Esposito - a non esercitare senza la concessione di agibilità della commissione di vigilanza, scaduta il 26 giugno. Ora saranno deferiti all´autorità giudiziaria». Secondo i titolari dei locali è una grande beffa. «Siamo in regola. Il Comitato portuale venerdì scorso ci ha rinnovato la concessione - spiega il titolare dell´Arenile, Umberto Frenna - Abbiamo pagato per tutto il 2009, manca solo l´atto formale da parte del Demanio al Comune, ma questa non è una nostra inadempienza». Nei quattro locali lavorano oltre 300 dipendenti. Frenna annuncia la costituzione di un movimento del settore: «Coinvolgeremo esercenti, lavoratori, artisti. Ci ribelleremo. A Milano e Roma la movida finisce alle 5. A Napoli alle tre. Chiederemo un incontro all´assessore Luigi Scotti. Il Comune così danneggia solo chi fa impresa ed è regolare». Tensione anche al centro storico, dove sette locali sono stati multati per il mancato rispetto dell´orario di chiusura, in via San Giovanni Maggiore, via Monteoliveto, via dei Carrozzieri e piazza Bellini. «Anche se sono scattati i controlli, la scorsa notte, in largo San Giovanni Maggiore, verso le quattro del mattino, un gruppo di giovani si è messo a suonare all´impazzata tamburelli e bonghetti», denuncia Gianfranco Wurzburger assessore della II Municipalità. «I residenti hanno chiamato il 113, ma non è arrivato nessuno. Qualcuno è sceso in strada e si è sfiorata la rissa».
A Chiaia, gli uomini del tenente Gaetano Frattini, hanno verbalizzato 23 locali per la nuova ordinanza sulla movida, tra cui il Gran Bar Riviera, La Zingara, il Chichitos e altri 14 per occupazione abusiva di suolo pubblico. Multati anche 18 parcheggiatori abusivi mentre in piazza Bellini, sempre la scorsa notte, la polizia ha arrestato due parcheggiatori abusivi per tentata estorsione. Avevano seguito una coppia che aveva parcheggiato l´auto in via Conte di Ruvo minacciandola di pagare altrimenti avrebbero ritrovato l´auto danneggiata o, peggio, di non ritrovarla affatto. La coppia ha raggiunto una volante e ha spiegato quanto era successo e gli agenti hanno rintracciato poco dopo i due parcheggiatori che gestivano le soste lungo la strada abusivamente. Sono stati arrestati. Controlli anche dei carabinieri in piazza del Carmine e piazza Garibaldi, con un bilancio di dodici parcheggiatori fuorilegge denunciati.
(29 giugno 2009)

mercoledì 20 maggio 2009

Napoli, lavori finiti a via San Sebastiano nuovo look per la strada della musica

NAPOLI (20 maggio) IL MATTINO - Restituita alla città via San Sebastiano totalmente riqualificata. Lo hanno annunciato Alberto Patruno e Gianfranco Wurzburger rispettivamente presidente e assessore della Seconda Municipalità. I lavori hanno interessato la sede stradale di tutta via San Sebastiano, da via Benedetto Croce a via Port'Alba. .Marciapiedi e percorsi pedonali protetti. «Un altro pezzo del centro antico - ha detto il presidente Patruno - restituito alla città, grazie al buon governo delle Municipalità».

deturpata la facciata di S. Maria di Montesanto


Imbrattata la chiesa di S. Maria di Montesanto


di Giovanni Chianelli Repubblica

Scritte anarchiche sulla facciata della chiesa Santa Maria di Montesanto, da poco restaurata. Gli slogan sono riferiti all’omicidio Pinelli, come recentemente era successo anche a Torino. Lo denuncia Gianfranco Wurzburger, assessore della seconda municipalità, da tempo attivo sul problema del vandalismo a danno di monumenti. "Una cosa è esprimere la propria opinione, altra imbrattare un bene storico, vanificando gli sforzi economici della comunità. Un’idea sui colpevoli ce la siamo già fatta", ha detto l’assessore.

L’edificio religioso, che si trova di fronte all’uscita della Cumana, è del 1600. Piuttosto imponente, è un simbolo della zona. Neanche trenta giorni fa si sono conclusi i lavori di pulizia della facciata esterna. Oggi, sui circa trenta metri di lunghezza del lato sinistro che da su via Ventaglieri, si può leggere: "Pinelli assassinato, Calabresi assassino", "Pinelli assassinato, terrorista è lo stato", "Discariche + inceneritore= Tumore".

Wurzburger fa ipotesi sugli autori delle scritte. "Credo si tratti dei frequentatori del circolo anarchico di via Ventaglieri. Ma mi chiedo, anarchici o incivili? Qualsiasi denuncia, qualsiasi ideale va rispettato, ma certo la sede adatta per farlo non è la facciata di una chiesa. È un puro atto di esibizionismo e di mancanza di rispetto per le opere pubbliche".

venerdì 15 maggio 2009

PROVINCIALI: NAPOLI; ARRIVA ECO-CANDIDATO, NO MANIFESTI


(ANSA) - NAPOLI, 14 MAG - l'unico candidato alle
provinciali a non aver voluto affiggere manifesti per non
imbrattare la città ma soprattutto per una scelta ecologica.
Gianfranco Wurzburger, 41 anni, attualmente assessore alla
Vivibilità della II Municipalità, è candidato per il Pd alle
provinciali nel collegio Chiaia, Montecalvario, San Giuseppe,
Porto ma, come spiega nella lettera inviata agli elettori: "Il
materiale per la mia campagna elettorale è stampato su carta
riciclata per la quale non è stato abbattuto nessun albero".
Il neo-candidato ha come priorità la legalità ed è questo
un altro dei motivi della rinuncia ai manifesti: "Non credo sia
opportuno mettersi nelle mani di chi delle campagne elettorali
fa un' ulteriore occasione di speculazione e di affari illeciti
- dice Wurzburger - non è un mistero che anche per l'affissione
dei manifesti pubblicitari c'é chi specula non sempre
legalmente". (ANSA).

lunedì 11 maggio 2009

lunedì 4 maggio 2009

IL PATRONO LA RICORRENZA

La sfida di Forcella: basta sangue di camorra
Il parroco di Sant’Agrippino: non è stata solo devozione, per un giorno il quartiere è tornato a vivere

La Municipalità: senza caos e con maggiore vivibilità i cittadini hanno apprezzato la presenza delle istituzioni
04/05/2009 IL MATTINO

PIETRO TRECCAGNOLI Sangue su sangue. Il giorno dopo il miracolo di san Gennaro, Forcella s’è risvegliata con un sogno nuovo e antico: che il sangue del patrono sostituisca il sangue della violenza quotidiana. Qui, sabato scorso, è avvenuta la liquefazione e ora sembra che la speranza, parola che il cardinale Crescenzio Sepe coniuga in tutte le declinazioni, sia rinata. È presto per dirlo. Ma non è poco per sentirlo. E così, com’è giusto che sia, la gente si aspetta di più da chi esercita il potere. Che non sia come sempre, insomma: passato il santo, passata la festa. Don Carmine Nappo, parroco di Santa Maria Egiziaca, da cui dipende Sant’Agrippino, una delle chiese più antiche di Forcella e di Napoli, è ancora entusiasta e commosso dal miracolo del patrono, soprattutto dal miracolo della gente del quartiere. Appesi ai balconi c’erano coperte colorate, dall’alto cadevano petali di fiori. «Non è stata solo un’espressione di folklore» spiega Nappo. «Ma è stata la manifestazione di un’autentica devozione popolare, di una fede tenacemente radicata. Forcella per un giorno è tornata a essere quella che tutti desideriamo: un quartiere che la gente non ha paura di attraversare». Chi vive qui invoca la presenza delle istituzioni. Certo, la delinquenza la teme, ma la parte della sana del rione dei Giuliano non vuole essere abbandonata nelle mani della malavita, nel gorgo di una leggenda nera. La processione è passata davanti al luogo dove fu stroncata la giovane vita di Annalisa Durante, ormai un simbolo del cambiamento. «Forcella è una realtà complessa» aggiunge Nappo. «È un fantasma che fa paura a tutti, però bisogna capire che Forcella non è solo quella che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi sessant’anni. Il rione è antico quasi quanto la stessa Napoli. Qui ci sono stati i primi insediamenti cristiani. E il motto del quartiere, scritto proprio sul portone di Sant’Agrippino è: “Siamo nati per fare il bene”». Un motto troppo spesso dimenticato da chi vive in questi vicoli dove non entra l’odore del mare, dove il sole fatica a illuminare le case, dove i profumi della vita quotidiana si mescolano con il puzzo del fumo degli scooter frastornanti dalle marmitte sfondate. Forcella è l’unica piazza rimasta per i banchetti delle sigarette di contrabbando. I bassi da tempo sono abitati dai migranti, perlopiù cingalesi. Ma ci sono anche molti pakistani, africani, rumeni e ucraini. Qui vive gran parte dei venditori di merce contraffatta che viene venduta sui marciapiedi di Toledo e di via Chiaia. Si riforniscono ai grossisti del falso di altre zone di Napoli, al Lavinaio in particolare. «La presenza della camorra è ancora pervasiva» commenta l’assessore municipale alla Vivibilità, Gianfranco Wurzburger, che per una parte della processione ha portato il baldacchino con le reliquie di san Gennaro. «La gente comune era entusiasta della presenza delle istituzioni. Per un giorno si sono sentiti uguali agli altri. Strade ripulite dalla spazzatura e dalle auto in perenne divieto di sosta. Si chiedevano: “Perché non è sempre così?”. Certo, ma ci vorrebbe anche una collaborazione continua dei cittadini. Non si possono tenere i vigili sempre e solo a Forcella, ventiquattrore su ventiquattro». È facile autoassolversi, però. «Purtroppo» ammette Wurzburger «i riflettori vengono accesi dopo episodi tragici come l’uccisione della Durante. Poi si spengono e tutto torna come prima». San Gennaro, per chi ha fede in lui, ci ha messo la sua mano. E il suo sangue.

sabato 2 maggio 2009

VIA TOLEDO: AUTO IN SOSTA SUL MARCIAPIEDE


Il carro gru c' è, ma non preleva auto


Repubblica — 30 aprile 2009 pagina 1 sezione: NAPOLI


CARRI gru che girano per la città come fantasmi, senza poter prelevare le auto. Vigili appiedati. Giardinieri costretti a rimandare le potature. San Giacomo è in ginocchio: non paga le assicurazioni per i carri attrezzi e da ieri non ci sono più fondi per il carburante delle auto di servizio. IL COMUNE è a secco. Da oggi i vigili sono a piedi. Finito il carburante, spesi anche gli ultimi buoni-gasolio forniti in questi mesi, il generale Luigi Sementa ha inviato un fonogramma a tutte le unità operative, invitando gli agenti a uscire di pattuglia a piedi e a non usare le auto, per risparmiare il carburante rimasto nei serbatoi per le emergenze. Stessa sorte per le auto dei giardinieri comunali: ieri mattina è stato interrotto un intervento nei giardini di Santa Chiara, perché i camion per trasportare i rami potati avevano il serbatoio in riserva. E sorte simile per i carri attrezzi: in quest' ultimo caso il Comune non ha pagato l' assicurazione per i danni causati dalle auto attaccate al gancio. Perciò, paradossalmente, i carri gru possono girare, ma non prelevare le auto in divieto. Caso eclatante ieri mattina in via Toledo 390. Una Fiat Bravo è parcheggiata (o abbandonata) di traverso sul marciapiede. I negozianti dicono che è lì da martedì sera alle 20.30. Sul parabrezza c' è la multa dei vigili urbani (ore 7.50), ma 24 ore dopo, cioè fino a ieri sera alle 20, l' auto è ancora al centro del marciapiede, a impedire il passaggio di pedoni e disabili, tra le ire di residenti e commercianti e le polemiche dei passanti. «Ho chiamato io stesso il capo staff dell' assessore Scotti - dice Gianfranco Wurzburger della II Municipalità, allertato dei disagi dagli stessi cittadini - Mi hanno detto che mi facevano sapere, ma non è arrivata risposta. I vigili hanno fatto il loro dovere, per quanto possibile. Cioè hanno multato l' auto. Ma quando abbiamo chiamato il carro attrezzi ci hanno spiegato che i carri per la rimozione possono girare per strada, ma non prelevare le auto». E, infatti, per ordine del comando dei vigili i carri attrezzi da giorni girano per la città, come "spaventapasseri", come deterrenti mobili, ma quando c' è un' emergenza non possono agganciare l' auto, perché non hanno l' assicurazione. «È tempo di crisi. I soldi sono pochi, ma una città come Napoli non può rimanere senza carri attrezzi o senza auto dei vigili o dei giardinieri - incalza Wurzburger - Possibile che il Comune non abbia messo in bilancio queste spese? Di chi è la responsabilità?». E si va di male in peggio perché l' assicurazione non pagata per i carri gru è solo una piccola parte di un' assicurazione, chiamata assicurazione globale, che permettea Palazzo San Giacomo di risarcire i cittadini in caso di danni. «Se oggi un cittadino cade in una buca o se un' auto passa sotto un ponte comunale e viene colpita da una pietra che si stacca dalla volta, il Comune non ha assicurazione. Chi risarcisce i cittadini?», si chiede Gennaro Martinelli, segretario provinciale della Fp Cgil. «I carri attrezzi continuano a girare, come deterrente, e i vigili continuano a lavorare, anche appiedati, ma così non si può andare avanti a lungo - chiosa Martinelli - Siamo sull' orlo dello sfascio». - CRISTINA ZAGARIA

giovedì 23 aprile 2009

Il raid

Sant’Eligio, fracassati i vetri delle auto in sosta
22/04/2009 Il Mattino


Vetri fracassati a una ventina di auto in tre strade del quartiere Mercato. È accaduto l’altra notte in via Marcello Fossataro, via San Giovanni in Corte e via Catari a Sant’Eligio. La denuncia arriva da Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità. «Le auto regolarmente parcheggiate negli stalli blu, nell´area compresa tra via Duomo ed il Borgo orefici, sono state sistematicamente danneggiate negli ultimi giorni. Riteniamo che siano atti vandalici ai danni di residenti ad opera di qualcuno che, nelle ore notturne, passa il tempo a mandare in frantumi i vetri» dice Wurzburger. E aggiunge: «I residenti sono preoccupati, fino ad oggi non si erano mai verificati episodi di questo tipo. Alcuni pensano che possa essere una baby gang. Altri, invece, ritengono che possa essere qualche azione intimidatoria organizzata per spingere i proprietari delle auto a lasciarle in sosta atrove. O addirittura di una gang del racket del parcheggio». La polizia, comunque, ha constato i danni. Conclude Wurzburger: «Ma è necessario potenziare il controllo del territorio nelle ore notturne e far partire quanto prima la videosorveglianza. Chiediamo agli organismi predisposti di accelerare i tempi per l’installazione delle telecamere. L’area a ridosso di via Duomo, insomma, non è una zona di serie B». m.l.p.

Buche, le Municipalità senza ditta di manutenzione

Appalti scaduti, gare in attesa del via libera della prefettura, ritardi burocratici e mancanza di fondi. E' la lotta quotidiana delle Municipalità contro buche, voragini e avvallamenti. Secondo la mappa dell'assessorato alla Mobilità di Palazzo San Giacomo le zone rosse sono: Chiaia, Vomero, Centro storico. Ma la I, la II e la V Municipalità, quelle più in emergenza, sono senza ditta di manutenzione
di Cristina Zagaria
Appalti scaduti, gare in attesa del via libera della prefettura, ritardi burocratici e mancanza di fondi. Ecco la lotta quotidiana delle Municipalità contro buche, voragini e avvallamenti. Secondo la mappa dell´assessorato alla Mobilità di Palazzo San Giacomo le zone rosse sono: Chiaia, Vomero, Centro storico. Ebbene la I, la II e la V Municipalità, quelle più in emergenza, sono senza ditta di manutenzione.«La gara è stata assegnata a gennaio - spiega Gianfranco Wurzburger, assessore alla Viabilità della II Municipalità - Ma è tutto fermo in prefettura per il protocollo di legalità. Parliamo di due appalti da 500 mila e 70 mila euro». Nella II Municipalità ci sono casi limite come via del Priorato (zona Avvocata) chiusa dalle transenne da mesi, con cinque condomini isolati e un´infinità di richieste d´intervento rimaste inevase al servizio fognature e agli uffici tecnici del Comune. Tra le strade colabrodo anche via Sant´Agostino alla Zecca (Forcella), via Vetreria Vecchia (Porta Nolana), dove c´è un profondo avvallamento da almeno cinque mesi, via Brombeis (alle spalle di piazza Dante), per non parlare di via Toledo (dove sono stati fatti già i primi rattoppi sul basolato con l´asfalto), via San Biagio dei Librai (mal messa soprattutto nel tratto verso via Duomo) e via Pignasecca (all´altezza delle pizzeria Attilio). Anche alla V Municipalità la ditta per la manutenzione ordinaria delle strade non è operativa da tre mesi, nonostante le situazioni disastrose in via Pascale, via Ugo Niutta, via Cimarosa, via Preti, via Bonito, Via D´Antona e via Cardarelli. Per non parlare dell´isola pedonale di via Scarlatti, piena di buche e rattoppi, anche qui, come in via Chiaia e via Toledo, in asfalto. «Aspettiamo fondi dal Comune e dalla Regione. I progetti li abbiamo presentati da mesi», spiega il presidente del Vomero-Arenella, Mario Coppeto. Stessa situazione alla I Municipalità, dove è appena scaduto l´appalto con la ditta di manutenzione. Il parlamentino oggi approverà una delibera per fare i lavori in urgenza. A Chiaia sono strade-colabrodo via Poerio, via Chiaia, piazza Amedeo (appena rifatta) e via Parco Margherita.Intanto lunedì prossimo Napoletanagas aprirà un cantiere in via San Pasquale: «Siamo riusciti a strappare contestualmente la riqualificazione della strada e dei marciapiedi, con la sostituzione di tutte le mattonelle», precisa Alberto Boccalatte assessore della I Municipalità. I lavori dureranno 2 mesi.

(22 aprile 2009)

martedì 14 aprile 2009

movida, servono regole

COMUNI: NAPOLI; II MUNICIPALITA', MOVIDA CON TRANQUILLITA'

(ANSA) - NAPOLI, 14 APR - La II Municipalità di Napoli
interviene con un documento per regolamentare la "movida" nel
centro storico. Su proposta degli assessori alla Vivibilità
Gianfranco Wurzburger e alla Normalità Susy Esposito, e con il
parere favorevole della Commissione consiliare, la Municipalità
raccoglie le proteste dei cittadini della zona che chiedono - si
legge nella delibera di Giunta - "riposo, tranquillità e
soprattutto di non vedere lesi i propri diritti più elementari
quali il riposo notturno e la serenità nelle proprie
abitazioni". E così nel documento, sottoposto all'assessore
comunale alla Legalità Luigi Scotti, si chiede: chiusura per
chi vende panini, gelati, pizzette o cornetti all'una di notte,
proroga soltanto per il venerdì ed il sabato sera. Inoltre, per
i pubblici esercizi che hanno la licenza per fare
intrattenimento musicale ma che vogliono chiedere una proroga
oltre le 2, il rispetto sulle norme relative all'inquinamento
acustico, vigilanza privata dentro e fuori il locale,
regolamentazione della vendita di bevande in bottiglia e
lattina".
"C'é n'é per tutti - spiegano Patruno e Wurzburger -
rispettivamente presidente e assessore alla Vivibilità della II
Municipalità - i locali che rispetteranno questi obblighi
avranno un marchio di qualità perché dimostreranno di voler
tutelare l'ambiente, i cittadini ed il centro storico. Puntiamo
- aggiungono i rappresentanti del Parlamentino - a regolamentare
la movida: altre città lo hanno fatto prima di noi. Non c'é da
meravigliarsi, è semplicemente un atto dovuto per salvaguardare
il centro storico, patrimonio Unesco; per garantire gli stessi
turisti da disordini e disagi; e non ultimo i residenti che
meritano migliori condizioni di vivibilità nel centro storico,
convivenza civile e coesione sociale".
"La nostra idea - concludono Patruno e Wurzburger - potrebbe
essere 'esportata' nelle altre Municipalità, pensiamo a Chiaia
e al Vomero, dove ci sono tanti locali notturni e dove la
'movida' notturna è altrettanto vitale: non si tratta di
penalizzare in alcun modo la movida, né la vitalità di zone
cittadine che possono e devono essere motore trainante per il
turismo, ma piuttosto di regolamentare. In nessuna città si
può permettere completa anarchia di orari di apertura e
chiusura, concorrenza senza limiti tra gli esercizi commerciali,
vendita ad oltranza perché questo significa caos e non
libertà. Siamo certi di trovare l'appoggio di tutti: dai
commercianti ai residenti, dai giovani ai turisti".(ANSA).

lunedì 30 marzo 2009

La Municipalità al Comune: "Movida senza alcolici"

La proposta contro le notti fracassone all´esame di Scotti
di Cristina Zagaria
L'ipotesi su cui sta lavorando il Comune, anche su input della Municipalità è: stop alla vendita di alcolici dopo l´una di notte e anticipare di un´ora (dalle 22 alle 21) il divieto di distribuire bevande in bottiglie e in lattine, ma anche interdizione a vendere pizzette e cornetti da asporto dopo la mezzanotte (con una deroga nei week-end fino alle 2). Questi divieti sono contemplati in una legge nazionale, ma a Napoli al momento l´unico divieto applicato e controllato dalla polizia municipale è quello sulla vendita di bibite in vetro dopo le 22.La II Municipalità, invece, chiede all´assessore Scotti di adottare immediatamente i divieti nazionali, già applicati per esempio a Milano, Genova, Roma, Frosinone, da giunte di centrodestra e centrosinistra. L´assessore alla Vivibilità della II Municipalità, Gianfranco Wurzburger, ha inviato una bozza di regolamento agli uffici di Scotti, che sta fissando la data per una riunione congiunta con residenti e i gestori dei locali, in prima fila Fabrizio Caliendo, proprietario del Kestè, a cui il Comune ha affidato la piazza con un protocollo d´intesa.Intanto Scotti ha già contattato il generale Luigi Sementa, comandante della polizia municipale, perché appena scatterà la nuova ordinanza, ci vorrà un servizio di controllo e prevenzione mirato. L´idea di Scotti non è di svuotare la piazza, ma di definire orari precisi, in modo che la movida non arrivi a stravolgere la vita dei residenti, provati dalle notti fracassone, per i grandi assembramenti di giovani, ma anche per la musica, i bonghi, le risse e gli insulti.Da due settimane intanto la polizia municipale, in piazza del Gesù e in piazza Trinità Maggiore, ha prolungato il servizio di vigilanza con pattuglie fisse, fino alle sei del mattino, contro chi viola le isole pedonali. E inoltre per prevenire il disturbo della quiete pubblica.

(30 marzo 2009)

domenica 29 marzo 2009

Trappola centro storico: tafferugli e denunce per la movida

Proteste dei residenti a largo San Giovanni e piazza San Domenico. Saviano a passeggio nei vicoli, poi incontra Abbado. I residenti: "Barricati in casa"
di Cristina Zagaria
Trappola centro storico. I residenti vivono barricati in casa, intimoriti da risse, rumori, piccoli atti di vandalismo e micro criminalità. Un´insicurezza diffusa che va dai tafferugli venerdì notte a largo San Giovanni, (tra insulti, sputi e acqua gettata dai balconi sulla piazza), ai paletti divelti in via Santa Chiara e via San Sebastiano. E proprio i residenti dicono basta. Decidono di alzare la voce. Tre denunce in sole 24 ore a carabinieri e polizia per disturbo della quiete pubblica tra largo San Giovanni Maggiore, piazza San Domenico e via De Santis. «Stanotte è stato un incubo, fino alle cinque del mattino: chiasso, grida, tamburi, chitarre. Se esistesse un girone dell´inferno per i fracassoni sarebbe questo», dicono i residenti di largo San Giovanni, che chiedono l´anonimato, perché temono ritorsioni. «Se ci ribelliamo troppo ci citofonano tutta la notte o urinano nei portoni» raccontano.Nella notte tra venerdì e sabato è successo proprio questo: alcuni residenti dopo le due di notte si sono lamentati (dai balconi e scendendo in strada) per le grida e la musica. La piazza ha reagito insultando e sputando chi si lamentava. A questo punto qualcuno ha gettato dell´acqua da un balcone e si è sfiorata la rissa generale. «La cosa più grave è che io e altre otto persone abbiamo chiamato a turno il 112, spiegando quello che stava succedendo, ma siccome non c´erano feriti non é intervenuto nessuno. Davvero deve arrivare la tragedia, perché qualcuno intervenga?», si lamenta un medico.A fare qualcosa, però, c´è l´assessore alla Legalità, Luigi Scotti: «Convocheremo a breve una riunione con tutte le parti interessate, per stabilire insieme regole precise su orari e vendita di alcolici in largo San Giovanni, che servirà poi come osservatorio, per allargare, in un secondo momento, le regole a tutta la movida del centro storico».
Tra le parti interessate, oltre i residenti anche Fabrizio Caliendo, proprietario del Kestè, a cui proprio il Comune ha affidato la gestione della piazza con un protocollo d´intesa. «Non ho molto da dire - ribatte Caliendo - Sono d´accordo su regole chiare e per tutto il centro storico. Io posso assicurare che appena vediamo chitarre o tamburi chiediamo ai ragazzi di allontanarsi e per le bottiglie abbiamo una persona addetta a raccoglierle a chiusura del locale. L´assessore Scotti deve capire se vuole farla vivere questa piazza (e come) o svuotarla, come chiedono i residenti».«Il Comune deve intervenire, ma credo che anche il prefetto, a questo punto, debba prendere in mano la situazione, perché è un problema di ordine pubblico. Ci vuole un piano di prevenzione, coordinato tra tutte le forze di polizia», commenta Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità, che, ieri pomeriggio, insieme con un gruppo di residenti ha presentato denuncia alla caserma Pastrengo. In mattinata, altri residenti avevano sporto denuncia per disturbo della quiete pubblica nei pressi della Cappella San Severo e al commissariato dei Decumani ne risulta una terza, sempre per largo San Giovanni, presentata ieri mattina.Ma non è solo il rumore fino a tarda notte a rendere invivibile il centro storico. «Anche stanotte (tra venerdì e sabato ndr) abbiamo avuto la nostra dose di invasioni di auto nell´area pedonale di via San Sebastiano - denuncia Pino De Stasio, consigliere di Rifondazione della II Municipalità - Un alberello e una serie di paletti sono stati divelti vicino la chiesa di Santa Marta e in via Santa Chiara». E ieri sera, in piazza Dante, un´auto dei carabinieri (diretta a corso Umberto, per una rapina), ha travolto un motociclista di 23 anni, affiliato al clan Lepre. Dal Cavone sono arrivate duecento persone che hanno soccorso il ferito e circondato e aggredito una seconda pattuglia di carabinieri e una di Falchi, intervenute in soccorso.
(29 marzo 2009)

venerdì 13 marzo 2009

Legalità: giustizia certa

CONTRAFFAZIONE: WURZBURGER; PENE CERTE PER CULTURA LEGALITA'

(V. 'CONTRAFFAZIONE:POLIZIA VA VIA, CENTRALE CD...' DELLE 14.44)

(ANSA) - NAPOLI, 13 MAR - "Purtroppo la cultura della
legalità si costruisce anche con la deterrenza di una giustizia
certa, che oggi manca". Lo dichiara all'Ansa l'assessore alla
vivibilità della II Municipalità di Napoli Gianfranco
Wurzburger commentando l'episodio avvenuto oggi a Napoli dove a
poche ore dal blitz della polizia in un "ingrosso" di cd
falsi, i contraffattori hano tolto i sigilli riaprendo la
vendita.
"Senza la certezza della pena - spiega Wurzburger - tutti si
sentono in diritto di violare oggi sigilli della polizia, domani
qualsiasi altra legge. Ciò accade qui nella Seconda
Municipalità, come a Forcella o e in altri quartieri di Napoli.
Ci vogliono processi penali veloci e certezza della pena, anche
per dare delle certezze alle persone oneste che sono la
stragrande maggioranza della città ma sono vittime di questa
minoranza che ignora la legalità". (ANSA).