
lunedì 28 aprile 2008
sabato 26 aprile 2008
SGOMBERATA LA BASILICA DEL CARMINE

SGOMBERATA BASILICA: MUNICIPALITA',UNICA SOLUZIONE POSSIBILE
(ANSA) - NAPOLI, 26 APR - "Abbiamo lavorato per ventuno
giorni per cercare una trattativa che difendesse i diritti di
ogni cittadino e tutelasse la chiesa del Carmine ed il
quartiere: possiamo dire oggi, come cittadini ed amministratori,
che era l'unica soluzione possibile". Lo affermano Gianfranco
Wurzburger, assessore alla Vivibilità e Rosaria Giugliano,
consigliere della II Municipalità.
"Lo sgombero di questa mattina, avvenuto con serenità e
come unica possibilità - hanno aggiunto - è frutto di giorni e
giorni di trattative. Per i residenti di Napoli da giorni
avevamo individuato due strutture: vivibili ed accoglienti. I
lavori sono ultimati. Ma Napoli non poteva farsi carico anche
degli altri Comuni".
"E poi - dicono i due esponenti della Municipalità - stiamo
parlando sempre di abusivi. Abbiamo lavorato con gli assessori
Di Mezza e Nugnes, sempre per dovere e nell'interesse della
gente, ma non potevamo risolvere problematiche per 17 Comuni
della Campania. In molti momenti ci siamo trovati da soli come
Amministrazione comunale. Nonostante Napoli non abbia alloggi
nemmeno per i propri residenti, abbiamo cercato e trovato
soluzioni valide e in tempi brevi". "Il nostro rammarico
-aggiungono - è che anche in questa situazione dolorosa, molti
hanno cercato di speculare. C'é chi ha tentato di aizzare il
quartiere, chi ha speculato politicamente, chi ha voluto
manipolare gente che aveva bisogno di sostegno e non di essere
confusa dal politicante di turno con ingannevoli promesse".
"Speriamo - concludono - che episodi di questo genere non
danneggino ulteriormente l'immagine e la credibilità della
nostra città già così duramente provata. Abbiamo lavorato
perché questo non accadesse. Abbiamo lavorato perché le
persone, i bambini, le famiglie, gli stessi padri Carmelitani
non subissero troppe ingiustizie. Abbiamo lavorato perché
crediamo che fare politica significhi essere al servizio di
tutti. Nessuno escluso". (ANSA).
(ANSA) - NAPOLI, 26 APR - "Abbiamo lavorato per ventuno
giorni per cercare una trattativa che difendesse i diritti di
ogni cittadino e tutelasse la chiesa del Carmine ed il
quartiere: possiamo dire oggi, come cittadini ed amministratori,
che era l'unica soluzione possibile". Lo affermano Gianfranco
Wurzburger, assessore alla Vivibilità e Rosaria Giugliano,
consigliere della II Municipalità.
"Lo sgombero di questa mattina, avvenuto con serenità e
come unica possibilità - hanno aggiunto - è frutto di giorni e
giorni di trattative. Per i residenti di Napoli da giorni
avevamo individuato due strutture: vivibili ed accoglienti. I
lavori sono ultimati. Ma Napoli non poteva farsi carico anche
degli altri Comuni".
"E poi - dicono i due esponenti della Municipalità - stiamo
parlando sempre di abusivi. Abbiamo lavorato con gli assessori
Di Mezza e Nugnes, sempre per dovere e nell'interesse della
gente, ma non potevamo risolvere problematiche per 17 Comuni
della Campania. In molti momenti ci siamo trovati da soli come
Amministrazione comunale. Nonostante Napoli non abbia alloggi
nemmeno per i propri residenti, abbiamo cercato e trovato
soluzioni valide e in tempi brevi". "Il nostro rammarico
-aggiungono - è che anche in questa situazione dolorosa, molti
hanno cercato di speculare. C'é chi ha tentato di aizzare il
quartiere, chi ha speculato politicamente, chi ha voluto
manipolare gente che aveva bisogno di sostegno e non di essere
confusa dal politicante di turno con ingannevoli promesse".
"Speriamo - concludono - che episodi di questo genere non
danneggino ulteriormente l'immagine e la credibilità della
nostra città già così duramente provata. Abbiamo lavorato
perché questo non accadesse. Abbiamo lavorato perché le
persone, i bambini, le famiglie, gli stessi padri Carmelitani
non subissero troppe ingiustizie. Abbiamo lavorato perché
crediamo che fare politica significhi essere al servizio di
tutti. Nessuno escluso". (ANSA).
SGOMBERATA BASILICA

SGOMBERATA BASILICA: POTREBBE RIAPRIRE AL CULTO MERCOLEDI'
(ANSA) - NAPOLI, 26 APR - La Basilica di S. Maria del Carmine
potrebbe riaprire al culto mercoledì prossimo, con la Messa
celebrata alle 10 come da antica tradizione.
Nella chiesa è in corso la disinfestazione da parte degli
operai della "Napoliservizi", mentre il priore dei Carmelitani
Padre Alfredo di Cerbo, ha fatto l' inventario dei danni dopo 22
giorni di occupazione alla presenza dei funzionari di polizia.
Subito dopo la disinfestazione saranno i volontari
carmelitani a pulire il tempio, dice Padre Francesco uno dei
padri Carmelitani rispondendo ai fedeli che si raccolgono
davanti alla Basilica.
Da lunedi potrebbe anche riprendere l' attività della Mensa
della Caritas, che ha sede nei locali del convento che serve 300
pasti al giorni a barboni ed immigrati.
Da un primo sopralluogo dell' assessore alla vivibilità
della seconda Municipalità Gianfranco Wurzburger e delle forze
dell' ordine sono tre le cappelle laterali del grande tempio che
hanno riportato danni. In una di esse, sulla navata di sinistra
sono stati danneggiati una balaustra in marmo ed un crocifisso.
Nel quartiere c' è soddisfazione, ma anche rabbia per la
lunga occupazione, che è stata considerata dai più una
violenza. (SEGUE).
(ANSA) - NAPOLI, 26 APR - La Basilica di S. Maria del Carmine
potrebbe riaprire al culto mercoledì prossimo, con la Messa
celebrata alle 10 come da antica tradizione.
Nella chiesa è in corso la disinfestazione da parte degli
operai della "Napoliservizi", mentre il priore dei Carmelitani
Padre Alfredo di Cerbo, ha fatto l' inventario dei danni dopo 22
giorni di occupazione alla presenza dei funzionari di polizia.
Subito dopo la disinfestazione saranno i volontari
carmelitani a pulire il tempio, dice Padre Francesco uno dei
padri Carmelitani rispondendo ai fedeli che si raccolgono
davanti alla Basilica.
Da lunedi potrebbe anche riprendere l' attività della Mensa
della Caritas, che ha sede nei locali del convento che serve 300
pasti al giorni a barboni ed immigrati.
Da un primo sopralluogo dell' assessore alla vivibilità
della seconda Municipalità Gianfranco Wurzburger e delle forze
dell' ordine sono tre le cappelle laterali del grande tempio che
hanno riportato danni. In una di esse, sulla navata di sinistra
sono stati danneggiati una balaustra in marmo ed un crocifisso.
Nel quartiere c' è soddisfazione, ma anche rabbia per la
lunga occupazione, che è stata considerata dai più una
violenza. (SEGUE).
SGOMBERATA BASILICA DEL CARMINE
SLOGAN CONTRO PADRI CARMELITANI; SCONTRI VERBALI CON FEDELI
(ANSA) - NAPOLI, 26 APR - Le campane delle basilica del
Carmine hanno suonato questa mattina poco prima delle 10 quando
dopo 22 giorni la chiesa è stata liberata dagli occupanti.
Questi ultimi sono usciti scandendo slogan contro i padri
carmelitani, che amministrano la basilica, e contro la chiesa.
C'é stato uno scambio di insulti con gruppetti di fedeli della
zona del Carmine che da settimane avevano chiesto la
restituzione al culto della basilica, una delle più antiche di
Napoli risalente al XIII secolo.
I padri carmelitani hanno riacceso le lampade intorno
all'immagine della "Madonna Bruna", che è oggetto di grande
devozione a Napoli.
Adesso nella basilica si fa la conta dei danni. Durante
l'occupazione sono state infrante una balaustra in marmo antico
e sono state danneggiate tre cappelle laterali. Scritte con
penne e pennarelli sono state tracciate un po' dappertutto.
"Ci vorranno almeno due giorni per poter riprendere le
funzioni religiose - ha detto l'assessore alla vivibilità della
municipalità Avvocata-Pendino, Gianfranco Wurzburger - e c'é
bisogno di una radicale pulizia".
Operai inviati dal Comune stanno trasportando fuori dalla
basilica alcune masserizie, tra le quali alcune brandine, un
televisore, coperte e cartoni utilizzati come giacigli notturni.
C'é anche uno striscione del "coordinamento di lotta per il
lavoro", una formazione di disoccupati che ha appoggiato
l'occupazione. (ANSA).
SGOMBERATA LA BASILICA OCCUPATA A NAPOLI, SI CONTANO I DANNI
ANSA - NAPOLI - E' stata sgomberata all'alba dalla polizia la Basilica del Carmine, di piazza del Mercato a Napoli, occupata da 22 giorni dai residenti abusivi sfrattati nella vicina Melito. Le campane delle basilica del Carmine hanno suonato poco prima delle 10 quando dopo 22 giorni la chiesa è stata liberata dagli occupanti. Questi ultimi sono usciti scandendo slogan contro i padri carmelitani, che amministrano la basilica, e contro la chiesa. C'é stato uno scambio di insulti con gruppetti di fedeli della zona del Carmine che da settimane avevano chiesto la restituzione al culto della basilica, una delle più antiche di Napoli risalente al XIII secolo. I padri carmelitani hanno riacceso le lampade intorno all'immagine della "Madonna Bruna", che è oggetto di grande devozione a Napoli. Adesso nella basilica si fa la conta dei danni. Durante l'occupazione sono state infrante una balaustra in marmo antico e sono state danneggiate tre cappelle laterali. Scritte con penne e pennarelli sono state tracciate un po' dappertutto. "Ci vorranno almeno due giorni per poter riprendere le funzioni religiose - ha detto l'assessore alla vivibilità della municipalità Avvocata-Pendino, Gianfranco Wurzburger - e c'é bisogno di una radicale pulizia". Operai inviati dal Comune stanno trasportando fuori dalla basilica alcune masserizie, tra le quali alcune brandine, un televisore, coperte e cartoni utilizzati come giacigli notturni. C'é anche uno striscione del "coordinamento di lotta per il lavoro", una formazione di disoccupati che ha appoggiato l'occupazione. Le strutture che il Comune di Napoli ha destinato ad accogliere, in via provvisoria, i soli nuclei familiari residenti in passato nel capoluogo partenopeo, che stamani hanno lasciato la basilica del Carmine, sono una palazzina di tre piani (circa 450 mq) in Via Stadera (122 mq), e l'ex Ufficio Postale di Via Cupa Santacroce (oltre 250 mq). Nei due stabili si è proceduto, nei giorni scorsi a dei lavori di adeguamento, e alla realizzazione di nuovi servizi igienici. Nei locali sono state sistemate circa 200 brandine e predisposti i servizi di prima accoglienza. Gli sfrattati erano entrati nella Basilica della Madonna del Carmine venerdì 4 aprile, durante una messa: e qui si erano fermati, di fatto occupandola, dopo aver lasciato sei palazzine costruite e occupate abusivamente. Erano, al principio, circa 140 persone. Nel giro di pochi giorni il numero degli sfollati che hanno dormito nella chiesa, a turno, è salito a 350: donne e bambini, in particolare, hanno mantenuto il presidio, impedendo fra l'altro lo svolgimento delle funzioni religiose, e attirando così le proteste del quartiere.
giovedì 24 aprile 2008
GLI SFRATTATI LA PROTESTA
Da Arzano, Afragola e Casoria soldi per liberare l’immobile Pansa riconvoca i comuni stamattina nuovo summit
ROSANNA BORZILLO - IL MATTINO Ancora fumata nera per i senzatetto di Melito che occupano la basilica del Carmine da venti giorni. All'incontro convocato dal prefetto per ieri mattina presso la chiesa della Vergine Bruna rispondono sei su diciassette dei comuni coinvolti. Non si profila ancora una soluzione e gli sfollati, guidati da Adele Castiello, ripetono decisi: «Non usciamo se non tutti insieme». Nei giorni scorsi il Comune di Napoli aveva proposto e trovato una sistemazione per i 121 residenti: due locali in via Stadera, un centro commerciale e un ufficio postale. «Non idonei del tutto - dice la Castiello - ma ci adattiamo. Sappiamo che li stanno preparando. Mancano ancora le docce. Le famiglie di Napoli sono a posto possiamo accettare. Ma la riunione di ieri mattina ci è sembrata una presa in giro». I senzatetto lamentano l'assenza dei rappresentanti degli altri Comuni. «Solo sei amministrazioni si sono fatte sentire - dicono - e con quali proposte?». Da Afragola, Casoria e Arzano una una tantum di duemila euro: «Pane e mortadella ce lo possiamo comprare da soli», replicano gli sfollati. Da Melito tre locali, frutto della 219: «Edilizia popolare, ma dobbiamo verificare lo stato degli alloggi». Giugliano ha provveduto soltanto al censimento anagrafico delle famiglie. Infine il comune di Marigliano è venuto senza alcuna proposta: «Vi sembra serio dopo 20 giorni arrivare qui così?», replica il leader del Movimento di lotta per la casa. Dall'altro ieri, infatti, gli occupanti del Carmine si sono costituiti in Movimento e continuano a ribadire la volontà di marciare tutti insieme. Con questo spirito anche una lettera al prefetto Pansa nella quale «chiedono di convocare urgentemente le autorità competenti della regione Campania» perché prendono a cuore il problema come, a parer loro, non è stato fatto fino ad ora e che si convochi un tavolo al quale sia presente la «delegata dei senzatetto». Intanto il prefetto per questa mattina ha chiamato nuovamente i rappresentanti dei 17 Comuni visto il flop di ieri. La soluzione per 60 famiglie non residenti a Napoli va cercata al più presto. Si rischia un'altra domenica senza messa. Dal Comune di Napoli nessuna certezza. «Non possiamo ipotizzare una data - dice l'assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger, interfaccia per Palazzo San Giacomo nella trattativa con i senzatetto - se non abbiamo ipotesi concrete dagli altri Comuni. Ieri mattina abbiamo avuto risposte soltanto per 28 nuclei familiari su 60. Il comune di Napoli è l'unico pronto già da tempo». Intanto domani altri due matrimoni sono stati annullati: siamo a quota cinque. Tre fedeli dopo aver pregato dinanzi all'altare, mentre una radiolina suona a tutto volume, si chiedono: «Forse dovremmo passare ad un'azione di forza. Fare una dimostrazione per riavere la chiesa».
martedì 22 aprile 2008
SFRATTATI: AL LAVORO PER UNA SOLUZIONE
SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: AL LAVORO PER UNA SOLUZIONE
(ANSA) - NAPOLI, 22 APR - Clima disteso e giornata
tranquilla nella chiesa del Carmine a Napoli, occupata dal 4
aprile scorso da un gruppo di circa 300 sfollati. Oltre al
furgone della protezione civile, a presidiare piazza Mercato è
rimasta solo una volante dei carabinieri. Un clima che lascia
pensare a una soluzione della faccenda in tempi brevi. Ma,
avverte l'assessore alla vivibilità della II municipalità
Gianfranco Wurzburger, è ancora presto per fissare una data
certa per lo sgombero della chiesa.
L'attenzione si è spostata dalla basilica ai palazzi delle
istituzioni, Comune e prefettura, impegnate nella ricerca di
edifici dove sistemare gli sfollati. In mattinata, in un vertice
in prefettura cui ha preso parte l'assessore al Patrimonio del
Comune di Napoli, Ferdinando Di Mezza, si è fissata una
riunione fra sfollati e i delegati dei comuni in cui risultano
residenti la maggior parte delle famiglie rimaste senza casa.
L'appuntamento è per domattina a partire dalle 10 nella chiesa
del Carmine occupata. Parteciperanno rappresentanti dei diciotto
comuni interessati, fra cui Giugliano, Arzano, Qualiano, Marano,
Sant'Antimo, Castelvolturno.
Nella serata di oggi si è invece tenuto un altro vertice a
palazzo San Giacomo, fra tecnici del comune e sfollati, per
definire gli ultimi dettagli dell'operazione che dovrebbe
portare nei prossimi giorni i circa 100 sfrattati residenti a
Napoli in due stabili in via Stadera. I lavori proseguono per
rendere agibili i centri di accoglienza. In particolare gli
operai sono al lavoro per realizzare degli spazi per i singoli
nuclei familiari, in modo da assicurare un minimo di privacy ai
futuri residenti, spiega Wurzburger.
I lavori procedono e gli stessi operatori non nascondono un
certo ottimismo. I locali dovrebbero essere pronti fra domani e
dopodomani. Ma dal Comune arriva l'invito a rimanere con i piedi
per terra. Fissare una data senza avere la certezza di poterla
rispettare potrebbe creare problemi anche di ordine pubblico,
visto il proposito manifestato dagli sfollati di "lasciare la
chiesa solo quando sarà trovata una sistemazione per tutti".
Intanto, come avviene da due settimane, ci si prepara per
l'ennesima notte in basilica.(ANSA).
(ANSA) - NAPOLI, 22 APR - Clima disteso e giornata
tranquilla nella chiesa del Carmine a Napoli, occupata dal 4
aprile scorso da un gruppo di circa 300 sfollati. Oltre al
furgone della protezione civile, a presidiare piazza Mercato è
rimasta solo una volante dei carabinieri. Un clima che lascia
pensare a una soluzione della faccenda in tempi brevi. Ma,
avverte l'assessore alla vivibilità della II municipalità
Gianfranco Wurzburger, è ancora presto per fissare una data
certa per lo sgombero della chiesa.
L'attenzione si è spostata dalla basilica ai palazzi delle
istituzioni, Comune e prefettura, impegnate nella ricerca di
edifici dove sistemare gli sfollati. In mattinata, in un vertice
in prefettura cui ha preso parte l'assessore al Patrimonio del
Comune di Napoli, Ferdinando Di Mezza, si è fissata una
riunione fra sfollati e i delegati dei comuni in cui risultano
residenti la maggior parte delle famiglie rimaste senza casa.
L'appuntamento è per domattina a partire dalle 10 nella chiesa
del Carmine occupata. Parteciperanno rappresentanti dei diciotto
comuni interessati, fra cui Giugliano, Arzano, Qualiano, Marano,
Sant'Antimo, Castelvolturno.
Nella serata di oggi si è invece tenuto un altro vertice a
palazzo San Giacomo, fra tecnici del comune e sfollati, per
definire gli ultimi dettagli dell'operazione che dovrebbe
portare nei prossimi giorni i circa 100 sfrattati residenti a
Napoli in due stabili in via Stadera. I lavori proseguono per
rendere agibili i centri di accoglienza. In particolare gli
operai sono al lavoro per realizzare degli spazi per i singoli
nuclei familiari, in modo da assicurare un minimo di privacy ai
futuri residenti, spiega Wurzburger.
I lavori procedono e gli stessi operatori non nascondono un
certo ottimismo. I locali dovrebbero essere pronti fra domani e
dopodomani. Ma dal Comune arriva l'invito a rimanere con i piedi
per terra. Fissare una data senza avere la certezza di poterla
rispettare potrebbe creare problemi anche di ordine pubblico,
visto il proposito manifestato dagli sfollati di "lasciare la
chiesa solo quando sarà trovata una sistemazione per tutti".
Intanto, come avviene da due settimane, ci si prepara per
l'ennesima notte in basilica.(ANSA).
lunedì 21 aprile 2008
Minacce al mercatino: «Ma noi andremo avanti»
L’INIZIATIVA A LARGO BANCHI NUOVI
Dopo la «fuga», sabato scorso, degli ambulanti del Mercatino del biologico che era stato allestito al largo Banchi Nuovi - a causa della richiesta di pizzo da parte di un gruppo di giovinastri del territorio - la II Municipalità per domani ha convocato una seduta straordinaria del consiglio sulla sicurezza urbana. L’altro ieri, gli espositori provenienti da ogni parte della regione con i loro prodotti agricoli si erano sistemati con gli stand nello slargo (a valle del complesso di Santa Chiara) tra via Monteoliveto e via Mezzocannone, quando alcune persone che s’erano portate delle sedie, accomodandosi dietro i banchetti, avevano minacciato: «Questi non lo sanno, ma dovranno versarci 30-40 euro a testa prima di lasciare questa piazza». A quel punto gli espositori, spaventati, avevano raccolto le loro cose decidendo di por fine in anticipo alla manifestazione. «Un episodio che non fermerà la nostra azione di recupero di un territorio che versa in uno stato di abbandono e di degrado», avvertono Alberto Patruno e Gianfranco Wurzburger, presidente e assessore alla vivibilità della Municipalità Mercato-Pendino, che stanno lavorando insieme a tutte le realtà del «decumano del mare» per il rilancio della zona: associazioni, parrocchie, comitati dei residenti e commercianti. La mostra mercato sarà ripetuta a maggio, si chiedono maggiori controlli alle forze dell’ordine.
domenica 20 aprile 2008
MINACCE MERCATINO: CONSIGLIO II MUNICIPALITA' NAPOLI
(ANSA) - NAPOLI, 20 APR - La II Municipalità del Comune di
Napoli martedì terrà una seduta straordinario del Consiglio
sulla sicurezza urbana. La convocazione è stata decisa a
seguito dell'abbandono degli espositori del mercatino biologico,
allestito dalla II municipalità con il contributo della Regione
Campania, che ieri sarebbero stati minacciati da un gruppo di
malviventi.
"Questo spiacevole episodio - denunciano Alberto Patruno e
Gianfranco Wurzburger rispettivamente presidente e assessore
alla vivibilità della II Municipalità - non fermerà la nostra
azione di recupero di una parte del territorio che versa in uno
stato di abbandono e di degrado. Stiamo lavorando insieme a
tutte le realtà del 'decumano del mare', associazioni,
parrocchie, comitati dei residenti e commercianti".
"Crediamo che - continuano - una svolta la si può dare,
possiamo scuotere le coscienze di quella maggioranza di
cittadini onesti che vivono in questi quartieri difficili.
Questi atti di prepotenza criminale - aggiungono Patruno e
Wurzburger - non ci fermeranno, il 16 ed il 17 maggio prossimi
saremo di nuovo al largo Banchi Nuovi con il secondo
appuntamento del Mercatino biologico, affiancheremo i produttori
agricoli con altri stand istituzionali, chiederemo alle
associazioni e ai movimenti che da sempre lottano contro la
camorra di essere al nostro fianco. Così come faremo anche noi
con gli espositori, accompagnandoli domani mattina al
Commissariato Decumani per denunciare l'accaduto".
"Al prossimo appuntamento - proseguono Patruno e Wurzburger -
metteremo in piazza un gazebo per raccogliere segnalazioni e
denunce contro ogni forma di illegalità. Martedì verrà
riunito nella sede di piazza Dante un consiglio di Municipalità
straordinario per discutere dell'emergenza sicurezza urbana".
"Sono tante le promesse in materia di sicurezza urbana -
proseguono Patruno e Wurzburger - come la videosorveglianza che,
per ora, resta un miraggio. Il controllo del territorio,
rallentato, sporadico, insufficiente. Ecco perché in tanti
vanno via - continuano presidente e assessore -ed anche
realizzare attività di rilancio e di sviluppo sul territorio
non è sufficiente a debellare questi fenomeni criminali. Si ha
paura e si è presi dallo scoraggiamento. E l'episodio di oggi
non fa che accrescere la sfiducia".
"Infine - concludono Patruno e Wurzburger - vogliamo scusarci
con gli espositori del "mercatino biologico di Largo Banchi
Nuovi" e con i tanti visitatori per questo ignobile gesto di
piccoli criminali. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti e
soprattutto delle Forze di Polizia per rompere il muro del
silenzio, per continuare a coltivare l'onestà ed il sogno di un
quartiere libero dalla camorra". (ANSA).
MINACCE AL MERCATINO: "QUARANTA EURO PER UNO STAND"
BANCHI NUOVI
Fuggono gli espositori, salta la rassegna biologica
Luisa Russo - IL MATTINO - E il mercatino del biologico fu interrotto per motivi di camorra. E' accaduto ieri al largo Banchi Nuovi dove, su iniziativa della II Municipalità, era in corso l'esposizione di prodotti tipici delle varie province campane - olio, vino, miele, frutta, verdura - presentati direttamente dai produttori. A un certo punto, alcuni giovinastri della zona hanno lanciato un messaggio: "Prima di andarsene, ci dovranno dare 30-40 euro a persona per l'occupazione della piazza". Gli espositori, spaventati, hanno smontato in tutta fretta gli stand e se ne sono andati. C'era chi aveva affrontato un viaggio di duecento chilometri per partecipare alla manifestazione.
Era iniziata venerdì e si sarebbe dovuta concludere ieri alle 19,30 la mostra organizzata dalla municipalità Mercato - Pendino - Montecalvario - Porto d'intesa con l'assessorato regionale all'agricoltura per valorizzare i prodotti sani della nostra terra e nel contempo di rivitalizzare quella che è la parte dei decumani (tra via Medina e l'Università Orientale) più trascurata, e spesso esclusa dagli itinerari turistici, benchè ricca di tesori d'arte. Ma alle 18, deludendo i molti visitatori, s'è smontato tutto. "Eravamo disposti a ferro di cavallo quando alcuni giovani tra i 25 e i 35 anni, che si erano portati delle sedie per fermarsi alle spalle di alcuni stand, fingendo di parlare ad alta voce fra di loro, ci hanno lanciato il messaggio: ci devono dare 30-40 euro a testa prima di lasciare la piazza", racconta uno degli espositori. "Allora, muovendosi con cautela, abbiamo avvertito gli altri colleghi prendendo la decisione di tornarcene ai nostri paesi". Sulposto, una pattuglia del Commissariato Decumani, che ha raccolto alcune denunce. Era presente anche l'assessore alla vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger, impegnato, con il presidente Alberto Patruno, nel recupero del "decumano del Mare". Wurzburger stigmatizza "l'azione prevaricatrice" che rivela "un senso distorto d'appartenenza al proprio territorio". Rammarico del presidente Patruno, che aveva anche preannunciato l'iniziativa al Prefetto, questore e carabinieri "ricordando che negli ultimi mesi c'erano state sparatorie e rapine nella zona, nella speranza che ci fosse una maggiore sorveglianza". La mostra sarà replicata per altri week end, prossimo appuntamento il 16-17 maggio. Previsti anche spettacoli, con artisti come Lino D'angiò e Mario Maglione.
CARMINE, TERZA DOMENICA SENZA MESSA
GLI SFRATTATI LA PROTESTA
il 25 aprile non si terrà il pellegrinaggio regionale dei fedeli della Madonna. Un appello per i bambini
Sedici giorni di occupazione, anche oggi niente riti. Saltano altri due matrimoni, la rabbia del quartiere
Maria Pirro - IL MATTINO - Saltano altri due matrimoni. E il pellegrinaggio regionale dei fedeli della Madonna del Carmine, che ogni 25 aprile raduna oltre cinquecento devoti, non si farà. E' il sedicesimo giorno di stop nella chiesa del Carmine: non solo gli sposi promessi e per i pellegrini, ma tutto il quartiere, spiegano in piazza Mercato, oggi vive un'altra "domenica a lutto". La storica basilica resta occupata da 348 senzatetto, l'elenco dei disagi si allunga: cinquantadue messe cancellate, dieci battesimi rinviati, mentre salgono a cinque i matrimoniannullati; gli ultimi due erano fissati per questa settimana: uno era in programma domani alle 11, l'altro venerdì. Sotto il campanile una ragazza ha le lacrime agli occhi:"Abito nel quartiere - sussurra - e indosso ogni giorno lo scapolare con l'effige della Madonna del Carmelo. Dover rinunciare al matrimonio nella mia chiesa è terribile". Racconta l'altra coppia: "Avevamo dovuto prenotare la cerimonia con due anni e mezzo d'anticipo, perchè questa chiesa è tra le più richieste per le funzioni nunziali. Non è lo stesso sposarsi altrove". Ma tant'è. Il Carmine resta centro d'accoglienza occupato per gli sfollati di Melito. Anche oggi, per la terza domenica di seguito, le messe sono spostate a Sant'Eligio. Da 16 giorni inoltre è sospesa la mensa dei poveri, in grado di sfamare ogni giorno 300 extracomunitari. E' dal 4 aprile scorso che la chiesa è off-limits, una situazione che rischia di generare nuove tensioni tra gli abitanti del quartiere e gli sfollati, come è già avvenuto la settimana scorsa, anche se il Comune assicura che una soluzione è vicina. La prossima settimana i 121 senzatetto partenopei saranno accolti in un vero centro d'accoglienza, in uno stabile di via stadera, ma per gli altri, provenienti da altre città della provincia, la sistemazione è ancora incerta.
Il Prefetto ha contattato le 17 amministrazioni coinvolte. "Auspichiamo - dice l'assessore alla vivibilità della II Municipalità, Gianfranco Wurzburger - una soluzione in tempi brevissimi anche da parte degli altri Comuni. Perchè la gente del quartiere rivuole la propria chiesa, vive questa situazione con grande tristezza. E gli sfollati di Melito non possono continuare a vivere in una situazione tanto precaria e pericolosa, anche sotto il profilo sanitario". Dormono nella basilica anche cinque donne incinte che continuano a rifiutare il ricovero, diversi anziani e un'ottantina di bambini. Wurzburger lancia un appello: "I servizi sociali devono intervenire. I bambini, innanzitutto, devono tornare a studiare, non è possibile che si lascino così abbandonati: rischiano di perdere l'anno scolastico. Si tratta di bambini che già vivono in condizioni disagiate, non si può consentire che subiscano altri danni".
il 25 aprile non si terrà il pellegrinaggio regionale dei fedeli della Madonna. Un appello per i bambini
Sedici giorni di occupazione, anche oggi niente riti. Saltano altri due matrimoni, la rabbia del quartiere
Maria Pirro - IL MATTINO - Saltano altri due matrimoni. E il pellegrinaggio regionale dei fedeli della Madonna del Carmine, che ogni 25 aprile raduna oltre cinquecento devoti, non si farà. E' il sedicesimo giorno di stop nella chiesa del Carmine: non solo gli sposi promessi e per i pellegrini, ma tutto il quartiere, spiegano in piazza Mercato, oggi vive un'altra "domenica a lutto". La storica basilica resta occupata da 348 senzatetto, l'elenco dei disagi si allunga: cinquantadue messe cancellate, dieci battesimi rinviati, mentre salgono a cinque i matrimoniannullati; gli ultimi due erano fissati per questa settimana: uno era in programma domani alle 11, l'altro venerdì. Sotto il campanile una ragazza ha le lacrime agli occhi:"Abito nel quartiere - sussurra - e indosso ogni giorno lo scapolare con l'effige della Madonna del Carmelo. Dover rinunciare al matrimonio nella mia chiesa è terribile". Racconta l'altra coppia: "Avevamo dovuto prenotare la cerimonia con due anni e mezzo d'anticipo, perchè questa chiesa è tra le più richieste per le funzioni nunziali. Non è lo stesso sposarsi altrove". Ma tant'è. Il Carmine resta centro d'accoglienza occupato per gli sfollati di Melito. Anche oggi, per la terza domenica di seguito, le messe sono spostate a Sant'Eligio. Da 16 giorni inoltre è sospesa la mensa dei poveri, in grado di sfamare ogni giorno 300 extracomunitari. E' dal 4 aprile scorso che la chiesa è off-limits, una situazione che rischia di generare nuove tensioni tra gli abitanti del quartiere e gli sfollati, come è già avvenuto la settimana scorsa, anche se il Comune assicura che una soluzione è vicina. La prossima settimana i 121 senzatetto partenopei saranno accolti in un vero centro d'accoglienza, in uno stabile di via stadera, ma per gli altri, provenienti da altre città della provincia, la sistemazione è ancora incerta.
Il Prefetto ha contattato le 17 amministrazioni coinvolte. "Auspichiamo - dice l'assessore alla vivibilità della II Municipalità, Gianfranco Wurzburger - una soluzione in tempi brevissimi anche da parte degli altri Comuni. Perchè la gente del quartiere rivuole la propria chiesa, vive questa situazione con grande tristezza. E gli sfollati di Melito non possono continuare a vivere in una situazione tanto precaria e pericolosa, anche sotto il profilo sanitario". Dormono nella basilica anche cinque donne incinte che continuano a rifiutare il ricovero, diversi anziani e un'ottantina di bambini. Wurzburger lancia un appello: "I servizi sociali devono intervenire. I bambini, innanzitutto, devono tornare a studiare, non è possibile che si lascino così abbandonati: rischiano di perdere l'anno scolastico. Si tratta di bambini che già vivono in condizioni disagiate, non si può consentire che subiscano altri danni".
SALTANO LE MESSE AL CARMINE OCCUPATO
Repubblica
Terzo week - end di occupazione della chiesa del CArmine. Anche oggi saltano le sei messe canoniche e il matrimonio previsto per domani sarà celebrato nella chiesa di Sant'Eligio. Non si fermano gli sgomberati di Melito. Raggiunto l'accordo con i 120 napoletani per il trasferimento in uno stabile di via Stadera, bisogna trovare ora una sistemazione per i 220 che risiedono in altri Comuni della provincia. "Non vorrei che, non avendo il problema in casa, se ne lavassero le mani", il timore di Gianfranco Wurzburger, assessore della seconda Municipalità.
SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: VERSO ALTRA DOMENICA SENZA MESSA
(ANSA) - NAPOLI, 19 APR - Giornata d'attesa per gli sfollati
di Melito (Napoli) che da sedici giorni occupano la chiesa del
Carmine in piazza Mercato a Napoli. L'immobile messo a
disposizione dal Comune di Napoli per gli sfrattati residenti
nella città partenopea sarà pronto a partire dall'inizio della
settimana prossima. La svolta potrebbe essere vicina, ma resta
ancora da sciogliere il nodo della sistemazione dei residenti
negli altri comuni.
Nell'immobile in via Stadera, individuato
dall'amministrazione comunale per sistemare quelli che fra gli
sfrattati risultano residenti nel capoluogo campano, proseguono
i lavori. In giornata si è provveduto alla sistemazione di
infissi e docce. L'edificio dovrebbe essere pronto a partire da
martedì prossimo. Ma gli sfollati continuano a sostenere che
"non lasceranno la chiesa finché non sarà trovata una
sistemazione per tutti". A questo punto si aspettano le
decisioni della Prefettura e dei 17 Comuni in cui risultano
residenti almeno un terzo degli sfollati. "Arzano e Giugliano -
fa sapere l'assessore della municipalità Mercato, Gianfranco
Wurzburger - dovrebbero ospitare 100 persone: siamo in attesa di
una risposta e speriamo che arrivi presto". In effetti un
ritardo da parte degli altri comuni potrebbe determinare delle
tensioni, visti i propositi degli sfollati.
Intanto il quartiere si divide fra la solidarietà e il
rammarico per il mancato accesso alla chiesa e alle funzioni
religiose. Domani si prospetta un'altra domenica senza messa.
"Dal quattro aprile - dice Carmela, residente di piazza Mercato
- non sentiamo più suonare le campane della nostra chiesa. E
questo ci mette una grande tristezza. Comprendiamo le ragioni di
chi protesta ma abbiamo il timore che possa trasformarsi in un
precedente pericoloso". Tutto è pronto per la sedicesima notte
in basilica. Nella piazza, poco distante dall'ingresso, il
personale della protezione civile addetto al rifornimento dei
pasti si dà il cambio, così come gli agenti della polizia che
presidiano la zona da due settimane. (ANSA).
sabato 19 aprile 2008
IL CARMINE RESTA VIETATO MA ORA C'E' UN IMMOBILE

GLI SFRATTATI LA PROTESTA
Ci sarà un’altra domenica di disagi per i fedeli, in via Stadera a Poggioreale i lavori si stanno ultimando
ROSANNA BORZILLO - IL MATTINO - Siamo al conto alla rovescia per gli sfollati di Melito che ormai da quindici giorni occupano la storica basilica del Carmine. La chiesa sarà presto sostituita da un alloggio meno provvisorio: via Stadera 122 è l’indirizzo individuato dal Comune dove i residenti di Napoli troveranno una casa. La stessa zona in cui era stata scelta la prima destinazione, in una ex sede di 280 metri quadri di un ufficio postale, rifiutata dagli sfrattati perché insufficiente. «Si tratta di un centro di accoglienza - sottolinea Ferdinando Di Mezza, assessore al Patrimonio, mediatore della estenuante ricerca - Non è certo un alloggio. Ma a dimensione umana. Ci saranno servizi igienico-sanitari ed un minimo di privacy, quello che avevamo promesso». Docce e bagni, ma soprattutto un tetto vero, in quello che era un ex centro commerciale su tre piani, per le famiglie sloggiate da Melito e che dal 4 aprile stanno vivendo senza acqua calda e un letto decente. Ma resta il problema per i 227 senza tetto non residenti a Napoli. In via Stadera entreranno soltanto i 121 napoletani, per gli altri dovranno farsi carico i 17 comuni di provenienza. «Napoli in questi giorni ha vagliato ipotesi su ipotesi - sottolinea l’assessore alla vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger, che dal primo giorno ha seguito la vicenda in prima persona - La soluzione è vicina. Ma gli altri Comuni latitano. Non abbiamo nessuna risposta. Nessun impegno concreto. Al momento nessun immobile, oltre quello individuato dall'Amministrazione comunale di Napoli, è stato cercato». Intanto gli sfollati, guidati e rappresentati da Adele Castiello, avevano detto che avrebbero abbandonato la basilica del Carmine soltanto tutti insieme e solo con rassicurazioni ben precise di un tetto per tutti. Altra richiesta, l’inserimento nelle graduatorie per ottenere un alloggio. «Su questo stiamo lavorando - conferma Wurzburger - l’altro ieri, nell’incontro con Pasquale Sommese, presidente della commissione Urbanistica della Regione, si è ottenuta la possibilità di avere un’audizione con gli sfrattati di Melito, affinché questi possanno sottoporre alla commissione stessa la loro richiesta». Per i padri Carmelitani, intanto, si profila un’altra domenica di pazienza e silenzio. L’immobile del Comune di Napoli necessita di piccoli lavori di rifacimento. «È tecnicamente pronto, ma occorre qualche giorno - dice Di Mezza - bisognerà allestirlo». Si ipotizza il possibile trasferimento degli sfrattati napoletani entro mercoledì, al massimo giovedì prossimo. Dunque si prospetta un’altra domenica senza messa per i fedeli del quartiere, ormai spazientiti. È c’è chi dubita che non sia l’ultima.
Caos al Carmine Sos del prefetto a 18 sindaci

IL MATTINO - 18 aprile 2008
Mentre continua l’occupazione della Basilica del Carmine da parte dei 348 sfrattati di Melito, si è tenuta ieri in Prefettura una riunione per cercare di sbloccare la situazione che dura ormai da quasi due settimane. I senzatetto provengono da 18 comuni della regione e il prefetto scriverà una lettera ai sindaci per sollecitare una rapida soluzione. Intanto, il Comune di Napoli sta lavorando per dare un tetto ai 121 sfrattati che hanno la residenza nel capoluogo. L’assessore municipale Gianfranco Wurzurburger, che fin dal primo giorno è mobilitato per sloccare la situazione, ha incontrato anche ieri gli occupanti che vivono sempre più in una condizione di disagio igienico.
venerdì 18 aprile 2008
BASILICA OCCUPATA: SOLIDARIETA' DEL QUARTIERE AGLI SFOLLATI
(ANSA) - NAPOLI, 17 APR - Situazione tranquilla nella chiesa
del Carmine a Napoli, occupata da due settimane da un gruppo di
trecento sfollati di Melito. Dopo le polemiche dei giorni scorsi
oggi nella basilica si sono presentati diversi abitanti del
quartiere Mercato per portare la loro solidarietà alle novanta
famiglie sfrattate dalle case che occupavano abusivamente nel
comune in provincia di Napoli.
Intanto sul fronte istituzionale, l'assessore alla
vivibilità della Municipalità, Gianfranco Wurzburger, continua
nella sua opera di mediazione, alla ricerca di una sistemazione
per gli sfollati. L'assessore ha incontrato il presidente della
commissione Urbanistica in Regione Campania, Pasquale Sommese.
Il prefetto si occuperà della sistemazione dei residenti dei
comuni della provincia contattando le amministrazioni locali.
Alla regione il compito di verificare le posizioni in
graduatoria per l'assegnazione degli alloggi. Il comune di
Napoli si sta impegnando nella ricerca di un immobile dove
sistemare gli sfollati che risultano residenti nel capoluogo
partenopeo. Questo è quanto emerso dall'incontro fra
Wurzburger e Sommese. La situazione si sbloccherà con tutta
probabilità non prima della settimana prossima. Si prospetta
quindi un'altra domenica senza messa per i frequentatori della
basilica del Carmine. E altre notti in chiesa per gli oltre
trecento sfrattati, fra cui 100 bambini che da 15 giorni non
vanno a scuola. (ANSA).
giovedì 17 aprile 2008
Un presidio di An c’è chi voleva allontanare la Protezione civile
LITE TRA SFOLLATI E RESIDENTI
Tensione al Carmine «Bandiere del Che esposte sui cancelli»
MARIA PIRRO IL MATTINO Sale la tensione in piazza del Carmine, dove da dodici giorni 348 sfollati dormono nella chiesa e chiedono alle istituzioni un tetto, un aiuto. Un gruppo di commercianti e residenti del quartiere, capeggiati da An, si sono radunati davanti al luogo di culto occupato. Una nuova protesta si intreccia con quella dei senzatetto. Gli abitanti del Carmine rivogliono la loro chiesa. Ma a innescare la scintilla, spiegano in piazza, è stata la comparsa di alcuni simboli di sinistra. «In mattinata - dice Ciro Cinquegrana, commerciante - la facciata della chiesa era tappezzata di bandiere del Che, che sventolavano accanto all'immagine della Madonna. E questa è una provocazione». È intervenuta anche la Digos: una camionetta, una volante e un altro mezzo della polizia, con decine di agenti schierati, sono sopraggiunti per assicurare l'ordine pubblico. Alle 16 si era sparsa la voce che commercianti e residenti avrebbero tentato di una soluzione fai-da-te: lo sfratto entro sera. Quindi, le famiglie che ormai vivono da due settimane nella chiesa del Carmine si sono concentrate lungo la linea dei cancelli, pronte a resistere. Alle 18 uomini del quartiere, in tutto una quarantina, hanno cercato di allontanare dalla piazza il furgone della Protezione civile, arrivato per consegnare il vitto ai rifugiati della parrocchia. «La situazione resta insostenibile, comunque. Occorre una soluzione subito», sbotta il consigliere Luigi Rispoli, nominato dai rivoltosi del Carmine loro portavoce. Una delegazione dei senzatetto è stata ricevuta a palazzo San Giacomo: gli assessori Di Mezza e Nugnes, insieme con i rappresentanti della II Municipalità Wurzburgher e Giugliano, si sono impegnati ad allestire un centro di accoglienza entro tre giorni, dove si trasferiranno parte dei senzatetto. "Noi - precisa l'assessore Di Mezza - ci faremo carico solo dei 121 residenti di Napoli, circa un terzo dei 348 senza casa. Per le altre famiglie devono provvedere i rispettivi comuni di provenienza».
mercoledì 16 aprile 2008
SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: TROVATO IMMOBILE PER SFOLLATI
SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: TROVATO IMMOBILE PER SFOLLATI
(ANSA) - NAPOLI, 16 APR - Una protesta nei confronti della
delegazione di residenti, guidata da Alleanza nazionale, che
ieri aveva chiesto di rendere la Chiesa del Carmine a Napoli
nuovamente accessibile al pubblico. Si è aperta così la
tredicesima giornata di occupazione della basilica del quartiere
Mercato, nel capoluogo partenopeo, ad opera di 90 famiglie di
Melito.
Una delegazione delle sigle di disoccupati Udo, Movimento e
Coordinamento in lotta per il lavoro - che appoggiano gli
occupanti - ha incontrato l'assessore al Lavoro in Regione
Campania, Corrado Gabriele, per manifestare disappunto nei
confronti della protesta inscenata ieri davanti alla basilica da
parte di un gruppo di cinquanta persone capeggiate dal
consigliere provinciale di An, Luigi Rispoli. " Rispoli non è
un poliziotto - ha affermato Franco Rescigno dell'Udo, di
ritorno dall'incontro in Regione - e atti come quello di ieri
non dovrebbero essere tollerati".
La situazione sembra ad una svolta positiva. Sarebbe stato
infatti individuato un immobile dove sistemare gli sfollati. E'
ancora in corso una riunione tra l'assessore della municipalità
Gianfranco Wurzburger e i tecnici del Comune partenopeo per
verificare l'idoneità dell'edificio. In ogni caso per i
trecento sfollati si prospetta un'altra nottata in chiesa. La
quattordicesima. (ANSA).
(ANSA) - NAPOLI, 16 APR - Una protesta nei confronti della
delegazione di residenti, guidata da Alleanza nazionale, che
ieri aveva chiesto di rendere la Chiesa del Carmine a Napoli
nuovamente accessibile al pubblico. Si è aperta così la
tredicesima giornata di occupazione della basilica del quartiere
Mercato, nel capoluogo partenopeo, ad opera di 90 famiglie di
Melito.
Una delegazione delle sigle di disoccupati Udo, Movimento e
Coordinamento in lotta per il lavoro - che appoggiano gli
occupanti - ha incontrato l'assessore al Lavoro in Regione
Campania, Corrado Gabriele, per manifestare disappunto nei
confronti della protesta inscenata ieri davanti alla basilica da
parte di un gruppo di cinquanta persone capeggiate dal
consigliere provinciale di An, Luigi Rispoli. " Rispoli non è
un poliziotto - ha affermato Franco Rescigno dell'Udo, di
ritorno dall'incontro in Regione - e atti come quello di ieri
non dovrebbero essere tollerati".
La situazione sembra ad una svolta positiva. Sarebbe stato
infatti individuato un immobile dove sistemare gli sfollati. E'
ancora in corso una riunione tra l'assessore della municipalità
Gianfranco Wurzburger e i tecnici del Comune partenopeo per
verificare l'idoneità dell'edificio. In ogni caso per i
trecento sfollati si prospetta un'altra nottata in chiesa. La
quattordicesima. (ANSA).
lunedì 14 aprile 2008
ARRIVANO FEDELI E TURISTI NELLA CHIESA SOTTO ASSEDIO
SENZATETTO LA PROTESTA
PIETRO TRECCAGNOLI - IL MATTINO - C’è un improvvisato e tollerato torneo di calcetto a piazza Mercato, con tanto di porte, appoggiate sui bàsoli, arbitro e divise del Milan e del Napoli. Il pubblico, soprattutto ragazzi e ragazze, commenta seduto sui motorini mentre mangia una granita al limone. C'è il sole. E ci sono le elezioni. Di questo si parla nei capannelli fuori ai bar del Carmine. Una domenica normale, non fosse per gli striscioni davanti alla basilica, come una fabbrica occupata e non un edificio sacro. Ci sono anche le messe. Non nella chiesa del Carmine, ma nella parrocchia di Sant’Eligio, dall'altro lato della piazza. Qui, a Sant'Aloja, un tempo i cocchieri portavano i cavalli a benedire, ora invece si accolgono i parrocchiani fuori sede, sfrattati dagli sfrattati. Ieri c'erano le cresime. È venuto il vescovo ausiliario, Antonio Di Donna, che, quando gli si chiede dell'occupazione, preferisce non commentare. Congiunge le mani: un gesto inequivocabile per affidarsi a una volontà e a un’autorità più in alto della propria. Alle 9.30 il carmelitano Domenico Lombardo ha detto messa qui, a Sant’Eligio, per i fedeli del Carmine. Alla fine della liturgia poche parole: «Se i fedeli non possono venire da noi, andiamo noi dalle famiglie». Altro non vuole aggiungere. A parlare sono i fedeli. Molti parrocchiani, una cinquantina, hanno deciso di non votare per protesta: «Ci hanno lasciato soli». In tanti si dissociano dall'esposto dei giorni scorsi. Il diacono Giulio Ricca: «I parrocchiani capiscono, ma sono in pena per la chiesa». ”Vedete” aggiunge una signora «come padre Domenico passa silenzioso per la strada, quasi mortificato, prima si fermava a salutarci tutti». ’A mamma d’o Càrmene soffre per gli sfrattati e per la sua casa, si dice in giro. Non c'è rivolta. Carlo Mignola è un pensionato del Banco di Roma: «Mia moglie è in fin di vita al Monaldi. Mi ha chiesto di venire a invocare per lei la Madonna del Carmine: è molto devota. Però la messa l'hanno detta a Sant'Eligio. Ho pregato lui, va bene lo stesso». Be’, certo, i santi non fanno i «sofistici», sono comprensivi per natura. La basilica barocca non è sbarrata, comunque. Entra chi vuole. Ci sono anche degli impavidi turisti che scattono foto alle tele e al monumento per Corradino di Svevia. «Abbiamo detto anche più volte ai frati di dire mesa lo stesso, pure per noi» ripetono molti senzatetto: «Ma ci hanno risposto di no, ché la chiesa va riconsacrata». Per i fedeli, più della domenica il giorno critico è il mercoledì. «È tradizionalmente dedicato alla Madonna del Carmine. Si dice una messa ogni ora» spiegano i parrocchiani che in piazza guardano la Basilica senza avere il coraggio di entrare. «Vengono devoti da tutta la regione e sono costretti a tornarsene a casa delusi». Le donne lavano per terra, instancabili. Fuori, tra la facciata e l'inferriata hanno steso i panni ad asciugare. Nella navata aleggia un odore di accampamento. Dieci giorni, 348 persone, è il minimo. L'assessore municipale, Gianfranco Wurzburger, è mobilitato da sempre. Ha dovuto trascurare per qualche ora la campagna elettorale. Per martedì, finito il baillame nei seggi, è previsto un incontro. Il Comune potrebbe offrire altri alloggi provvisori, oltre all'ufficio postale di via Stadera, ma solo per i 121 residenti a Napoli. Per godersi il passaggio tv delle loro portavoce, su Canale 5, questi eterni profughi hanno recuperato un televisore e hanno visto «Buona domenica» dall'atrio del Carmine. Sono soddisfatti. Soprattutto per l'impegno di Paola Perego di farli ritornare domenica prossima con un aggiornamento. «È un dramma» ammette Gennaro Orefice un parrocchiano che fa il fotografo. «Però non vorrei che trovata la soluzione per questi disperati, ne arrivassero degli altri che, forti del precedente, invocassero una casa anche per loro. Non se ne esce più, così». Anche perché secondo un detto popolare, ripetuto a mezza voce dagli abitanti («Ma non scrivetelo perché poi si offendono»), «i pazzi e i pezzenti li mandano al Carmine».
domenica 13 aprile 2008
Saltano messe e matrimoni, l’ira dei fedeli

Carmine, seconda domenica senza riti: quartiere in rivolta. Casi di pidocchi nella basilica, scatta la disinfestazione
MARISA LA PENNA Il corteo di camionette della polizia, con svariate dozzine di agenti, è arrivato di buon mattino in piazza Mercato. E chi ha visto lo spiegamento di divise insediarsi davanti alla basilica del Carmine ha subito pensato che la chiesa stesse per essere sgomberata con la forza dei 348 senzatetto che la occupano da dieci giorni. In realtà, nessun ordine è mai stato dato per restituire la chiesa ai padri carmelitani e ai suoi fedeli. I poliziotti sono stati mandati lì (e ci resteranno ancora qualche giorno) per scongiurare - anche con la forza - eventuali nuove iniziative di protesta. Come, per esempio, un assalto ai seggi elettorali. La nona giornata dei senzatetto di Melito - che l’altra sera hanno avviato uno sciopero della fame - è iniziata con l’arrivo degli operai del servizio disinfestazione del Comune (ci sarebbero alcuni casi di pediculosi). Rifiutati i pasti dagli adulti, i volontari della Cri hanno distribuito cibo caldo soltanto ai bambini. Una donna di 37 anni, madre di tre bambini e al terzo mese di gravidanza è stata colta da malore. È arrivata l’ambulanza, i sanitari le hanno diagnosticato uno stato di disidratazione a causa del digiuno. La donna si è rifiutata di andare in ospedale, dichiarando che continuerà a scioperare: le hanno fatto una flebo. Oggi una delegazione di tre rappresentanti degli sfollati parteciperà alla trasmissione «Buona Domenica» in onda su Canale 5. Intanto, si continua a cercare soluzioni per sistemare gli sfollati e per restituire la basilica al culto: ieri è stato annullato un matrimonio e domani nè sarà cancellato un altro. Tutti i riti religiosi sono stati soppressi e c’è malumore tra i fedeli della storica chiesa di piazza Mercato. Padre Alex Zanotelli, per esempio, ha proposto di considerare come centro di accoglienza la struttura della comunità «La tenda», un tempo occupata dai tossicodipendenti. Mentre la presidentessa provinciale della Cri, Enrica Bowinkel, ha messo a disposizione containers. Anche ieri gli assessori Ferdinando Di Mezza e Corrado Gabriele sono stati in continuo contatto con la prefettura per tentare di trovare soluzioni. Di Mezza ha individuato due immobili di proprietà del Comune. Oggi verranno effettuati i sopralluoghi. «Si tratta di strutture che, ovviamente, non possono ospitare tutti quelli che ora occupano la chiesa. Tutt’al più possono dare un tetto ai napoletani. Per quelli che, pur risiedendo a Melito, erano originari di altri Comuni, devono intervenire i loro amministratori», dice Di Mezza. Polemico è anche Gianfranco Wurzburger, assessore alla Vivibilità della II Municipalità. «I bambini indossano gli stessi abiti da nove giorni. Questa mattina una nostra consigliera è andata a comprare delle tute. Ci sono piccini che dovrebbero andare a scuola e sono lì ad affrontare un problema più grande di loro. Che fine hanno fatto i servizi sociali comunali?», si domanda Wurzburger che segue personalmente dalla prima ora la vicenda.
Sfrattati al Carmine, parte lo sciopero della fame
LA CROCE ROSSA: DISPONIBILI A OSPITARLI NEI NOSTRI CONTAINER
Ottavo giorno di occupazione, cresce la tensione. E arrivano le Iene
Nell’ottavo giorno di occupazione della Basilica del Carmine da parte di 348 sfrattati di Melito, l’epilogo della vicenda sembra lontano. E questa convinzione ha indotto, ieri sera, i senzatetto a barricarsi in chiesa e ad avviare uno sciopero della fame (fatta eccezione, naturalmente, per i bambini). Una decisione presa dopo un nuovo summit tenuto in prefettura, nel corso del quale l’assessore comunale alla Protezione civile Giorgio Nugnes ha chiesto che della questione venga investito anche il procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore. Una lunga giornata di attesa da parte degli sfrattati, che evidentemente si aspettavano ben altro esito dalla riunione. Una giornata in cui molte erano state le visite ai senzatetto. Aveva cominciato, in mattinata, l’assessore regionale al Lavoro Corrado Gabriele, invocando l’azione congiunta di Prefettura, comuni di residenza, Provincia e Regione. Poi, davanti alla chiesa, si è trattenuta a lungo l’auto delle Iene. Ma la troupe della trasmissione di Italia1 non è entrata nella basilica ma ha effettuato soltanto delle riprese esterne. Le Iene, poi, si sono recate dal sindaco Iervolino a cui hanno domandato come mai, a Napoli, la videosorveglianza non è stata ancora completamente attivata. Anche padre Alex Zanotelli ha fatto visita ai senzatetto e si è trattenuto a lungo con l’assessore della Municipalità, Gianfranco Wurzburger per affrontare il problema dal punto di vista sia umanitario che del rispetto del territorio, sottolineando la necessità di avere risposte in tempi brevi. Infine, al Carmine si è presentata anche la presidente provinciale della Croce rossa italianai, Enrica Bowinkel, che ha dichiarato la disponibilità da parte dell’organizzazione umanitaria a mettere a disposizione degli sfollati roulotte o container. In serata, però, dopo alcuni momenti di tensione tra gli sfrattati, arriva la decisione di iniziare lo sciopero della fame. marisa la penna IL MATTINO 12.04.2008
Carmine, no degli sfollati «Meglio restare in chiesa»
Bocciata l’ipotesi via Stadera. Nuovo sit-in
Nulla di fatto. Non sono state trovate ancora soluzioni per i 348 sfollati che hanno occupato la chiesa. Per il settimo giorno consecutivo la basilica del Carmine rimane occupata dai senza casa di Melito. Bocciata l’ipotesi di trasferimento del sito individuato dal Comune in via Stadera. Due rappresentanti degli sfollati insieme all’assessore Giorgio Nugnes hanno visitato il sito e hanno respinto l’offerta. Essenzialmente per un motivo: non può ospitare più 50 persone. Impossibile la soluzione per 348. Oggi tavolo in prefettura. Non è escluso che il prefetto possa convocare i 18 comuni di residenza degli sfollati e imporre loro di trovare una soluzione. Al tavolo dovrebbe sedere anche la Regione. Situazione ingarbugliata e tesa fino a tarda sera, con due manifestazioni di proteste degli sfollati. La prima sotto la Prefettura. È intervenuta la Digos che ha identificato i manifestanti, ma non ci sono stati incidenti. L’altra manifestazione è stata inscenata da 30 donne del quartiere che hanno minacciato di strappare il certificato elettorale se non viene restituito loro il luogo di culto. Una teatrale e pacifica protesta svoltasi proprio all’esterno della basilica e conclusasi dopo pochi minuti. Nel pomeriggio invece c’era stato un vertice a Palazzo San Giacomo fra il sindaco Iervolino e l’assessore Ferdinando Di Mezza per cercare di trovare altri immobili. Così l’assessore descrive la situazione: «A Napoli non ci sono case libere. Quello che possiamo fare è individuare un altro ricovero provvisorio ma serve del tempo, almeno 3-4 giorni. Così tuttavia non si risolve il problema». Quanto alle accuse al Comune, secondo cui da sei mesi era a conoscenza della questione che a Melito ci sarebbe stato lo sfratto, Di Mezza replica così: «Non capisco le nostre responsabilità: dovevamo occuparci di problemi di altri Comuni? Ho partecipato a riunioni in Regione alle quali però mancavano sempre i comuni di residenza dei 348 che ora sono al Carmine. E sia ben chiara una cosa, a Napoli, lo ripeto, non ci sono case disponibili perché non ce ne sono proprio». In ogni caso Di Mezza ha chiesto ai vigili urbani e alle forze dell’ordine di «attenzionare» gli immobili comunali perché si temono occupazioni. Resta aperta la questione della denuncia fatta dai padri carmelitani che hanno chiesto alle autorità di intervenire e liberare la chiesa. Una richiesta che sta facendo discutere. Don Luciano Scaccaglia, parroco della chiesa Santa Cristina a Parma, non ha condiviso l’iniziativa del Terz’Ordine Carmelitano: «Una richiesta fuori da ogni logica umana e cristiana - dice - Nel 2005 ho accolto nella mia chiesa un gruppo di 25 immigrati che non aveva un posto dove stare». Poi ancora su Napoli: «Nella mia chiesa - ricorda don Luciano - quando c’è stata l’occupazione, è stata una cosa capita da quasi tutti i parrocchiani. La chiesa è sì un luogo di culto ma anche e soprattutto un luogo dove si trova il popolo. Storicamente, è sempre stata un luogo di asilo per i perseguitati, ed è giusto che oggi lo diventi per chi è sfrattato e non ha nulla». Fibrillazione nella Municipalità di riferimento, dove l’assessore Gianfranco Wurzburger praticamente sta svolgendo un ruolo di mediazione molto importante e ricorda: «Non bisogna mai dimenticare che stiamo compiendo un’azione umanitaria e qualsiasi cosa si faccia, questa è la certezza che deve accompagnare ogni mossa». luigi roano IL MATTINO 11.04.2008
venerdì 11 aprile 2008
SIT-IN CONTRO LA CHIESA OCCUPATA

Sit-in contro la chiesa occupata
Gli sgomberati di Melito non vanno via, protesta dei parrocchianiMercoledì, giorno sacro della madonna del Carmine, esplode la protesta. Al quinto giorno di occupazione della chiesa del quartiere Mercato da parte dei 348 sgomberati da Melito, 70 residenti firmano un esposto e le parrocchiane organizzano un sit-in pacifico e oggi consegneranno in parrocchia le loro schede elettorali. Intanto il Comune di Napoli ha dato il via ai lavori per allestire il campo di accoglienza nell´ex ufficio postale in via Stadera, individuato per ospitare i 121 napoletani. E negli altri 18 comuni di provenienza degli sgomberati, ieri, è scattato un monitoraggio a tappeto: una caccia ad alloggi, scuole, immobili disponibili per accogliere gli occupanti del Carmine. Ancora non c´è una vera soluzione. I tempi si allungano e per la sesta notte mamme e bambini di Melito dormiranno in chiesa. Una delegazione, stamattina alle 12, insieme con l´assessore alla Protezione civile Giorgio Nugnes e l´assessore alla II Municipalità Gianfranco Wurzburger, farà un sopralluogo nell´ufficio postale a Poggioreale. «Prima di lasciare la chiesa vogliamo capire dove ci sistemano, non siamo bestie - dice Adele Castiello, portavoce del gruppo - E poi non ci spacchiamo. O trovano una soluzione per tutti o noi non ci muoviamo. Questo è il nostro ultimatum». E a dare l´aut aut sono anche Emilia Bifolco, Titina Schisano, Rita e Maria Franco, Pasqua Esposito, Lucia Martino e un´altra decina di donne. Sono giovani e anziane. Quasi tutte vestite di nero. Tutte con una madonnina appuntata sul vestito, appesa al collo, che dondola da un rosario. Sono le parrocchiane della chiesa del Carmine, che ieri hanno detto basta. «Non si celebra più messa - dicono le donne ferme per ore sul sagrato della chiesa - e ora è il giorno della nostra Signora. Noi preghiamo per queste famiglie, perché trovino una casa, ma rivogliamo la nostra chiesa. Da sabato è chiusa la mensa per i poveri ed è ferma anche la scuola materna. Tutte le attività della parrocchia sono sospese. Non è giusto».
Grande agitazione e piccolo giallo, invece, per l´esposto arrivato in questura su carta intestata "Terzo ordine carmelitano". In realtà si tratta di un ordine laico e il promotore è un residente, Piero Sommonte, ma le due pagine di denuncia sembravano firmate dai padri della chiesa. «Noi? Aspettiamo», ripetono invece parroco e priore. I fedeli laici del Terzo ordine, però, chiedono al prefetto e al questore «la rimozione della gravissima situazione di illegalità nel santuario del Carmine». «La chiesa è stata trasformata in un indecoroso bivacco - scrivono - Senza dimenticare che nel santuario sono custodite opere di inestimabile valore artistico e storico».
(10 aprile 2008) Cristina Zagaria REPUBBLICA
Gli sgomberati di Melito non vanno via, protesta dei parrocchianiMercoledì, giorno sacro della madonna del Carmine, esplode la protesta. Al quinto giorno di occupazione della chiesa del quartiere Mercato da parte dei 348 sgomberati da Melito, 70 residenti firmano un esposto e le parrocchiane organizzano un sit-in pacifico e oggi consegneranno in parrocchia le loro schede elettorali. Intanto il Comune di Napoli ha dato il via ai lavori per allestire il campo di accoglienza nell´ex ufficio postale in via Stadera, individuato per ospitare i 121 napoletani. E negli altri 18 comuni di provenienza degli sgomberati, ieri, è scattato un monitoraggio a tappeto: una caccia ad alloggi, scuole, immobili disponibili per accogliere gli occupanti del Carmine. Ancora non c´è una vera soluzione. I tempi si allungano e per la sesta notte mamme e bambini di Melito dormiranno in chiesa. Una delegazione, stamattina alle 12, insieme con l´assessore alla Protezione civile Giorgio Nugnes e l´assessore alla II Municipalità Gianfranco Wurzburger, farà un sopralluogo nell´ufficio postale a Poggioreale. «Prima di lasciare la chiesa vogliamo capire dove ci sistemano, non siamo bestie - dice Adele Castiello, portavoce del gruppo - E poi non ci spacchiamo. O trovano una soluzione per tutti o noi non ci muoviamo. Questo è il nostro ultimatum». E a dare l´aut aut sono anche Emilia Bifolco, Titina Schisano, Rita e Maria Franco, Pasqua Esposito, Lucia Martino e un´altra decina di donne. Sono giovani e anziane. Quasi tutte vestite di nero. Tutte con una madonnina appuntata sul vestito, appesa al collo, che dondola da un rosario. Sono le parrocchiane della chiesa del Carmine, che ieri hanno detto basta. «Non si celebra più messa - dicono le donne ferme per ore sul sagrato della chiesa - e ora è il giorno della nostra Signora. Noi preghiamo per queste famiglie, perché trovino una casa, ma rivogliamo la nostra chiesa. Da sabato è chiusa la mensa per i poveri ed è ferma anche la scuola materna. Tutte le attività della parrocchia sono sospese. Non è giusto».
Grande agitazione e piccolo giallo, invece, per l´esposto arrivato in questura su carta intestata "Terzo ordine carmelitano". In realtà si tratta di un ordine laico e il promotore è un residente, Piero Sommonte, ma le due pagine di denuncia sembravano firmate dai padri della chiesa. «Noi? Aspettiamo», ripetono invece parroco e priore. I fedeli laici del Terzo ordine, però, chiedono al prefetto e al questore «la rimozione della gravissima situazione di illegalità nel santuario del Carmine». «La chiesa è stata trasformata in un indecoroso bivacco - scrivono - Senza dimenticare che nel santuario sono custodite opere di inestimabile valore artistico e storico».
(10 aprile 2008) Cristina Zagaria REPUBBLICA
Sfollati in basilica denunciati dai fedeli

Esposto contro gli occupanti del Carmine. I residenti: via dalla chiesa o non votiamo
I segni della stanchezza sono sempre più visibili. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, occhiaie profonde e lineamenti tirati segnano il profilo dei 348 tra uomini e donne che occupano la Chiesa del Carmine. Il loro pacifico assedio potrebbe ora volgere al termine. Si avvicina l’ora in cui poco meno di un terzo dovrà trasferirsi nello stabile messo a disposizione dal Comune di Napoli. E tra i senzatetto si insinua una strana sensazione: che cosa succederà a noialtri che restiamo? Chi si occuperà di noi? Il sentimento di sfiducia prevale: «Siamo stati presi in giro già troppe volte - dice una giovane donna bionda, madre di due figli già ventenni - Vogliamo garanzie. Garanzie per tutti, non soltanto per quelli che verranno sistemati dal Comune di Napoli». Hanno ragione, in fondo. Come non cedere allo scetticismo se si pensa che solo il Comune di Napoli ha preso a cuore il loro dramma? Ieri mattina è dovuto intervenire ancora una volta il sindaco Iervolino per sollecitare Regione e Provincia, per ricordare che quel dramma casa resta ancora per tutti gli altri 260. Un piccolo esercito che resta senza risposte ufficiali. Ecco dunque il timore che serpeggia e prende corpo tra le persone che hanno appena trascorso la sesta notte sotto le volte della Chiesa di piazza Mercato: qualcuno potrebbe lavorare ai fianchi della nostra pazienza puntando a insinuare divisioni nel fronte che finora è rimasto compatto. Ecco il vero timore degli occupanti. Sul posto segue la vicenda anche Gianfranco Wurzburger, assessore della Municipalità. «A queste persone e al dramma che stanno vivendo - dichiara - va tutta la nostra solidarietà. Ma i residenti della zona sono esasperati e bisogna considerare anche il loro punto di vista. Non resta che lavorare sperando in una rapida conclusione della vicenda». giuseppe crimaldi IL MATTINO
giovedì 10 aprile 2008
SFRATTATI:CONTINUA L'OCCUPAZIONE
LUIGI ROANO IL MATTINO 09.04.08 Quinto giorno di occupazione della basilica del Carmine per i 348 sfollati di Melito; quinto giorno senza poter dire messa per i padri carmelitani che non possono dispensare neanche il sacramento del battesimo. Ma un primo spiraglio di soluzione si intravede perché il Comune ha individuato una struttura. Si tratta di 280 metri quadrati nell’ex ufficio postale di via Stadera che non è fruibile subito, servono almeno 48 ore di lavoro perché non ci sono servizi igienici e devono essere installati. La struttura può ospitare al massimo una ottantina di persone. Nella basilica del Carmine però ce ne sono 348 di cui 115 bambini. Che fare? È stato stabilito nel corso di varie riunioni che palazzo San Giacomo si occuperà solo di coloro che hanno residenza a Napoli e si tratta di 121 persone, non una in più. Sempre molte di più rispetto alle potenzialità abitative del sito. Un rebus del quale hanno discusso il sindaco Rosa Russo Iervolino e il cardinale Crescenzio Sepe, nel corso di una telefonata. Il sindaco ha spiegato all’arcivescovo che il Comune si sta impegnando e che tuttavia sta agendo per un fatto umanitario perché da un punto di vista istituzionale non c’è alcun obbligo. Sepe ha ascoltato e con gran garbo ha fatto però capire - almeno questo trapela - che la chiesa non può certo volere soluzioni di forza ma neanche può tenere asserragliati in basilica 348 disperati per molto tempo ancora. Giorgio Nugnes è l’assessore incaricato dal sindaco di risolvere la questione al più presto. Nugnes però è chiaro: «Ogni tentativo di speculazione - spiega - non avrà esito perché chi è in lista d’attesa per avere un alloggio non può essere discriminato da chi con la forza tenta di usurpare un diritto acquisito». Dalla Municipalità monitora costantemente la situazione degli accampati l’assessore Gianfranco Wurzburger. La struttura di via Stadera potrebbe dunque a breve dare la prima svolta a una vicenda singolare anche se non è detto che tutto fili liscio. E questo per due motivi: il primo è che quell’immobile era stato assegnato già a un’associazione. Il sindaco ieri ha emesso una nuova ordinanza con la quale ha revocato l’assegnazione «per gravi motivi sopraggiunti» e firmato un provvedimento ex novo in favore degli occupanti della basilica. Ma non è escluso che i primi assegnatari ricorrano al Tar contro la nuova decisione. Il secondo motivo è che l’ex ufficio postale per motivi di spazio non riesce a soddisfare neanche i 121 residenti napoletani. Per gli altri palazzo San Giacomo ha chiesto aiuto alla Provincia e alla Regione perché si attivino presso i comuni di loro residenza - da Giugliano ad Aversa - perché facciano la loro parte e si prodighino nel ricercare immobili e alloggi dove sistemare trecento persone che da cinque giorni hanno occupato uno dei luoghi di culto più simbolici della città.
mercoledì 9 aprile 2008
Quarta notte di bivacco, tafferugli tra le famiglie

ROSANNA BORZILLO IL MATTINO
Nella cappella laterale della basilica del Carmine i vigili dell’ottava unità operativa hanno allestito un banchetto: ieri è stata la giornata del censimento. In fila ordinatamente gli sfollati di Melito dichiarano capofamiglia, composizione del nucleo familiare, dati anagrafici, numero di bambini, frequenza scolastica. Sono 91 i nuclei familiari per un totale di 348 persone. 115 i minori under 14 che frequentano i plessi scolastici di Melito, Arzano, Giugliano e Secondigliano. 10 le donne incinte e un disabile in carrozzina. 121 residenti a Napoli, il resto suddivisi in 17 comuni della provincia più un nucleo senza fissa-dimora. L'identikit del censimento è tracciato dal tenente Massimo Giobbe. Le donne dichiarano anche i dati dei capifamiglia che tornano solo in serata per trascorrere la quarta notte ai piedi della Madonna bruna. I padri Carmelitani, domenica, avevano chiesto un pattugliamento fisso della chiesa per proteggere il luogo di culto. Ieri non c’era più nemmeno la volante. Durante il censimento scoppiano disordini tra i senzatetto e un gruppo di esterni. Anche i fedeli della chiesa del Carmine non ci stanno. Lamentano l'assenza delle istituzioni e passano al contrattacco. Se entro domani non si arriverà la soluzione non andranno a votare alle prossime consultazioni elettorali. Intanto, nella basilica, si vive in una sorta di limbo. Anche la soluzione delle caserme è sfumata. Servono per il deposito di attrezzature militari: questo il risultato dell'incontro tra amministrazione comunale e prefettura. E le oltre dieci strutture passate al vaglio dal Comune, tra cui scuole, centri sociali, associazioni, non sono agibili. Resta in piedi ancora e solo una struttura di 280 metri quadri tra San Pietro a Patierno e Poggioreale, in via Cupa Santa Croce: piccola ed insufficiente per ospitare tutti. «Ma che speranze ci sono?». Chiedono smarriti a turno all’assessore della II Municipalità Gianfranco Wurzburger che qui, per loro, rappresenta le istituzioni. «Per quanto tempo ancora dobbiamo stare qui?», domanda Giuseppina Di Napoli che è con il marito, quattro figli, e ha una sorella disabile da accudire. Intanto i bambini, moltiplicatisi rispetto ai giorni scorsi, scorazzano nel corridoio centrale, spingendo i passeggini. All’ingresso della chiesa c'è anche «Nanninella»: un cagnolino nero. «Ma gli abbiamo trovato la cuccia!», dice il proprietario. «Mica la potevamo abbandonare». Adele Castiello, la «capopopolo» di questo gruppo improvvisato, ricorda di fare silenzio. «Siamo in chiesa!». «Ci contassero pure - dice - da qui non ce ne andiamo senza un posto dove ci sia stanza da letto, bagno e cucina». Con la quarta notte aumentano anche le richieste, oltre che la disperazione.
martedì 8 aprile 2008
Chiesa occupata, via al censimento e tra gli sfollati scoppiano tafferugli
Il Comune: individuato un immobile, oggi si decide
di Cristina Zagaria REPUBBLICA
Quarta notte in chiesa e terzo giorno di attesa, tra censimenti e tafferugli per i 348 sgomberati da Melito, che vivono nella chiesa del Carmine. In serata, dopo l´ennesimo incontro andato a vuoto in prefettura e l´ennesima risposta negativa dell´esercito di aprire una caserma dismessa, da Palazzo San Giacomo arriva la notizia: «Stiamo valutando diversi immobili comunali. Abbiamo bisogno ancora di 24 ore». Un´altra notte in chiesa. Un altro giorno di ricerche. E la situazione si complica. L´assessore Giorgio Nugnes parla di «speculazione». «Stiamo valutando diverse ipotesi - dice Nugnes - Dopo l´ultimo censimento della polizia municipale, il numero degli sfrattati risulta più che raddoppiato rispetto ai dati precedentemente comunicati. È quindi evidente che è in atto un tentativo di speculazione, al quale l´amministrazione comunale non può e non deve dare risposta, da parte di chi non ha alcun titolo ad ottenere alloggi a discapito di altri cittadini aventi diritto in quanto inseriti regolarmente nelle graduatorie». In una prima lista del Comune, infatti, si parlava di circa 130 persone, ma nella chiesa del Carmine in questo fine settimana c´è stato un via vai di circa 400 persone. Alla fine i conti ufficiali parlano di 91 nuclei familiari per un totale di 348 persone; 115 minori sotto i 14 anni, che vanno a scuola nei comuni di Melito, Arzano e Giugliano; 10 donne incinte e un neonato. «Noi abbiamo solo la dignità. Non ci è rimasto altro e non la svenderemo. Non accetteremo di essere ammassati come animali o soluzioni non sicure per i nostri figli. Avevamo una casa, ce l´hanno tolta. Ora chiediamo solo un posto dove vivere come esseri umani» dice Adele Castiello, portavoce delle donne di Melito. La giornata di ieri così è trascorsa tra speranze, attese e piccoli gesti di solidarietà del quartiere: «Ci hanno portato taniche di acqua calda per lavare i bambini e ci hanno offerto anche di usare i loro bagni» dice Giovanna, che abbraccia la piccola Lisa, 3 anni. Altre 24 ore di bivacco, tra la navata, le cappelle laterali e la sacrestia. Le brandine sono arrivate fin sotto l´altare. Ancora sospese tutte le funzioni liturgiche.
Due i momenti di tensione. Il primo quando i vigili urbani chiedono di censire i presenti. La reazione è stata durissima. Le donne si sono barricate in chiese. Solo grazie alla mediazione dell´assessore della II Municipalità, Gianfranco Wurzburger, i vigili dell´ottava unità operativa, due ore dopo riescono a entrare nel Carmine. Il secondo allarme verso le 19. La questura dopo 72 ore decide di togliere il presidio fisso. Andata via la volante sul sagrato della chiesa scoppia una rissa tra gli sgomberati stessi. In serata il lampeggiante blu del 113 torna a illuminare piazza del Carmine e la situazione è di nuovo sotto controllo. «Stiamo valutando la disponibilità di un´immobile comunale di 280 metri quadri in via Stadera, ad angolo con via Cupa Santa Croce, a Poggioreale» dicono nel primo pomeriggio i tecnici nel Comune. Ma a censimento ultimato l´ipotesi traballa, l´immobile non è adeguato. Così, il sindaco Rosa Russo Iervolino (che si sta occupando personalmente del problema) insieme con l´assessore Giorgio Nugnes (dall´inizio in prima linea con la Protezione civile) e l´assessore al Patrimonio Ferdinando Di Mezza prendono un altro giorno di tempo. Vedetta sul territorio rimane Wurzburger. E a una settimana dallo sgombero dei cinque edifici in via Giulio Cesare a Melito (l´operazione ordinata dalla Procura risale a mercoledì scorso) e a quattro giorni all´occupazione della chiesa del Carmine il caso dei 348 sgomberati non è più solo un´emergenza sociale. La Iervolino dice: «Questo è un problema del quale Napoli si fa carico per ragioni di umanità e di solidarietà, ma si tratta di persone che risiedono a Melito, e che sono state sgomberate da Melito». Ma i commissari del Comune di Melito parlano di emergenza «annunciata e ignorata». L´amministrazione, sciolta per infiltrazioni mafiose, è gestita dallo scorso 18 gennaio da una terna di commissari prefettizi.
di Cristina Zagaria REPUBBLICA
Quarta notte in chiesa e terzo giorno di attesa, tra censimenti e tafferugli per i 348 sgomberati da Melito, che vivono nella chiesa del Carmine. In serata, dopo l´ennesimo incontro andato a vuoto in prefettura e l´ennesima risposta negativa dell´esercito di aprire una caserma dismessa, da Palazzo San Giacomo arriva la notizia: «Stiamo valutando diversi immobili comunali. Abbiamo bisogno ancora di 24 ore». Un´altra notte in chiesa. Un altro giorno di ricerche. E la situazione si complica. L´assessore Giorgio Nugnes parla di «speculazione». «Stiamo valutando diverse ipotesi - dice Nugnes - Dopo l´ultimo censimento della polizia municipale, il numero degli sfrattati risulta più che raddoppiato rispetto ai dati precedentemente comunicati. È quindi evidente che è in atto un tentativo di speculazione, al quale l´amministrazione comunale non può e non deve dare risposta, da parte di chi non ha alcun titolo ad ottenere alloggi a discapito di altri cittadini aventi diritto in quanto inseriti regolarmente nelle graduatorie». In una prima lista del Comune, infatti, si parlava di circa 130 persone, ma nella chiesa del Carmine in questo fine settimana c´è stato un via vai di circa 400 persone. Alla fine i conti ufficiali parlano di 91 nuclei familiari per un totale di 348 persone; 115 minori sotto i 14 anni, che vanno a scuola nei comuni di Melito, Arzano e Giugliano; 10 donne incinte e un neonato. «Noi abbiamo solo la dignità. Non ci è rimasto altro e non la svenderemo. Non accetteremo di essere ammassati come animali o soluzioni non sicure per i nostri figli. Avevamo una casa, ce l´hanno tolta. Ora chiediamo solo un posto dove vivere come esseri umani» dice Adele Castiello, portavoce delle donne di Melito. La giornata di ieri così è trascorsa tra speranze, attese e piccoli gesti di solidarietà del quartiere: «Ci hanno portato taniche di acqua calda per lavare i bambini e ci hanno offerto anche di usare i loro bagni» dice Giovanna, che abbraccia la piccola Lisa, 3 anni. Altre 24 ore di bivacco, tra la navata, le cappelle laterali e la sacrestia. Le brandine sono arrivate fin sotto l´altare. Ancora sospese tutte le funzioni liturgiche.
Due i momenti di tensione. Il primo quando i vigili urbani chiedono di censire i presenti. La reazione è stata durissima. Le donne si sono barricate in chiese. Solo grazie alla mediazione dell´assessore della II Municipalità, Gianfranco Wurzburger, i vigili dell´ottava unità operativa, due ore dopo riescono a entrare nel Carmine. Il secondo allarme verso le 19. La questura dopo 72 ore decide di togliere il presidio fisso. Andata via la volante sul sagrato della chiesa scoppia una rissa tra gli sgomberati stessi. In serata il lampeggiante blu del 113 torna a illuminare piazza del Carmine e la situazione è di nuovo sotto controllo. «Stiamo valutando la disponibilità di un´immobile comunale di 280 metri quadri in via Stadera, ad angolo con via Cupa Santa Croce, a Poggioreale» dicono nel primo pomeriggio i tecnici nel Comune. Ma a censimento ultimato l´ipotesi traballa, l´immobile non è adeguato. Così, il sindaco Rosa Russo Iervolino (che si sta occupando personalmente del problema) insieme con l´assessore Giorgio Nugnes (dall´inizio in prima linea con la Protezione civile) e l´assessore al Patrimonio Ferdinando Di Mezza prendono un altro giorno di tempo. Vedetta sul territorio rimane Wurzburger. E a una settimana dallo sgombero dei cinque edifici in via Giulio Cesare a Melito (l´operazione ordinata dalla Procura risale a mercoledì scorso) e a quattro giorni all´occupazione della chiesa del Carmine il caso dei 348 sgomberati non è più solo un´emergenza sociale. La Iervolino dice: «Questo è un problema del quale Napoli si fa carico per ragioni di umanità e di solidarietà, ma si tratta di persone che risiedono a Melito, e che sono state sgomberate da Melito». Ma i commissari del Comune di Melito parlano di emergenza «annunciata e ignorata». L´amministrazione, sciolta per infiltrazioni mafiose, è gestita dallo scorso 18 gennaio da una terna di commissari prefettizi.
«Da febbraio, cioè da due mesi prima dello sgombero, abbiamo scritto alla Regione per chiedere un tavolo tecnico con tutti i comuni interessati - spiega uno dei tre commissari, Francesco Massidda - Ci sono almeno cinque lettere inviate alla Regione, al Comune di Napoli, di Giugliano, di Arzano. Dei nuclei familiari sfrattati dalle palazzine di via Giulio Cesare, solo 4 sono di Melito, una settantina sono di Napoli e altri sono di Giugliano, Arzano, Casandrino. Doveva essere un problema gestito da tutti. Noi abbiamo fatto il possibile, senza sottrarci a nessun dovere prima umano e poi istituzionale». Antonio D´Acunto, altro commissario, ribadisce che Melito aveva lanciato per tempo l´sos per questo sgombero: «Ma nessuno ci ha dato ascolto». «Ci troviamo tra incudine e martello - aggiungono i commissari prefettizi - Purtroppo non abbiamo case popolari a disposizione e non possiamo davvero trovare una sistemazione per queste famiglie, né potevamo impedire alla magistratura di sgomberare gli edifici».
(08 aprile 2008)
(08 aprile 2008)
lunedì 7 aprile 2008
SFRATTATI: IL COMUNE CERCA UNA SOLUZIONE

SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: COMUNE STA CERCANDO SOLUZIONE
(ANSA) - ROMA, 7 APR - "Il Comune si è impegnato a cercare
una sistemazione per le famiglie sfrattate e abbiamo già
individuato degli immobili che potrebbero essere adatti ad
ospitare le famiglie sfrattate. Siamo in attesa di decisioni",
così l'assessore della seconda municipalità Gianfranco
Wurzburger dopo il no del ministero della Difasa alla proposta
di ospitare provvisoriamente gli sfrattati in una caserma.
Intanto l' occupazione continua con il parroco chiuso
all'interno della sacrestia e una parte del quartiere che
protesta per il mancato accesso al luogo di culto.
I pasti agli occupanti sono distribuiti dalla protezione
civile.
"Il parroco ci ha negato l' uso della mensa", dice Franco
Rescigno dell?unione disoccupati organizzatim che segnala la
presenza di numerosi bambini tra cui alcuni neonati. "Abbiamo
ospitato 44 bambini nelle nostre case - conclude Rescigno -
adesso speriamo che si possa giungere ad una soluzione in tempi
brevi".(ANSA).
(ANSA) - ROMA, 7 APR - "Il Comune si è impegnato a cercare
una sistemazione per le famiglie sfrattate e abbiamo già
individuato degli immobili che potrebbero essere adatti ad
ospitare le famiglie sfrattate. Siamo in attesa di decisioni",
così l'assessore della seconda municipalità Gianfranco
Wurzburger dopo il no del ministero della Difasa alla proposta
di ospitare provvisoriamente gli sfrattati in una caserma.
Intanto l' occupazione continua con il parroco chiuso
all'interno della sacrestia e una parte del quartiere che
protesta per il mancato accesso al luogo di culto.
I pasti agli occupanti sono distribuiti dalla protezione
civile.
"Il parroco ci ha negato l' uso della mensa", dice Franco
Rescigno dell?unione disoccupati organizzatim che segnala la
presenza di numerosi bambini tra cui alcuni neonati. "Abbiamo
ospitato 44 bambini nelle nostre case - conclude Rescigno -
adesso speriamo che si possa giungere ad una soluzione in tempi
brevi".(ANSA).
SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: VIA SOLO SE TUTTI SISTEMATI

SFRATTATI OCCUPANO BASILICA: OGGI VERTICE IN PREFETTURA
HANNO PARTECIPATO IL PREFETTO PANSA, IL SINDACO IERVOLINO, L'ASSESSORE NUGNES, L'ASSESSORE DI MEZZA E L'ASSESSORE DEL II MUNICIPIO GIANFRANCO WURZBURGER
(ANSA) - NAPOLI, 7 APR - "Non ce ne andremo finché non si
troverà una sistemazione per tutti ", questa la risposta dei
150 sfrattati di Melito, che da venerdì scorso occupano la
Basilica del Carmine, al nulla di fatto del vertice in
Prefettura.
Il ministero della Difesa ha espresso parere negativo sulla
possibilità di sistemare le famiglie provvisoriamente nelle
caserme dell'esercito nel quartiere Miano, ipotesi che era stata
prospettata per risolvere la situazione.
Le famiglie sono state sfrattate in seguito ad un' ordinanza
della magistratura dalle palazzine di via Giulio Cesare a
Melito, dove si erano sistemate abusivamente da diversi anni.
Alcuni momenti di tensione si sono verificati all'interno
della basilica quando un gruppo di vigili urbani si è
presentato per effettuare il censimento degli occupanti. I
manifestanti, in un primo momento, si sono opposti rendendo
impossibile le operazioni di riconoscimento, poi grazie alla
mediazione del'assessore della seconda municipalità Gianfranco
Wurzburger, i vigili hanno iniziato a identificare i presenti.
Le operazioni sono ancora in corso.(ANSA).
(ANSA) - NAPOLI, 7 APR - "Non ce ne andremo finché non si
troverà una sistemazione per tutti ", questa la risposta dei
150 sfrattati di Melito, che da venerdì scorso occupano la
Basilica del Carmine, al nulla di fatto del vertice in
Prefettura.
Il ministero della Difesa ha espresso parere negativo sulla
possibilità di sistemare le famiglie provvisoriamente nelle
caserme dell'esercito nel quartiere Miano, ipotesi che era stata
prospettata per risolvere la situazione.
Le famiglie sono state sfrattate in seguito ad un' ordinanza
della magistratura dalle palazzine di via Giulio Cesare a
Melito, dove si erano sistemate abusivamente da diversi anni.
Alcuni momenti di tensione si sono verificati all'interno
della basilica quando un gruppo di vigili urbani si è
presentato per effettuare il censimento degli occupanti. I
manifestanti, in un primo momento, si sono opposti rendendo
impossibile le operazioni di riconoscimento, poi grazie alla
mediazione del'assessore della seconda municipalità Gianfranco
Wurzburger, i vigili hanno iniziato a identificare i presenti.
Le operazioni sono ancora in corso.(ANSA).
Sfollati ancora in chiesa, i fedeli protestano

Niente messa al Carmine, tensione nel quartiere. Oggi vertice in prefettura. Il Comune: dateci le caserme
IL MATTINO 7 aprile 2008
PAOLA PEREZ ROSANNA BORZILLO Sulla basilica del Carmine sono comparsi anche gli striscioni: «Lo Stato ha fatto il suo dovere, quello di cacciarci. Adesso tocca alle istituzioni: fatevi vedere. Diritto e dignità. Anche noi siamo esseri umani». I 140 sfollati di Melito, con 45 bambini al seguito, hanno trascorso la terza nottata in chiesa. Non hanno voluto abbandonare la basilica. Aspettano l'incontro di questa mattina in prefettura, con il Comune impegnato in un pressing sul ministero della Difesa per ottenere la disponibilità delle caserme di Miano. La vicenda è seguita con «preoccupata attenzione» dalla Curia, che per oggi attende una soluzione del problema. Ieri mattina momenti di tensione con la gente del quartiere quando sono state impedite le celebrazioni delle messe. Intanto i padri carmelitani chiedono al prefetto Pansa un drappello di polizia perché la basilica sia vigilata e non si vivano più episodi di questo genere. «Non ci illudiamo - dice Adele Castiello, 50 anni, leader dei senzatetto di Melito - per ora vogliamo solo una stanza. Risvegliarci in un posto, qualunque esso sia, senza avere vicino una persona che non sia un tuo familiare». Da venerdì sono state battute varie piste. L'amministrazione comunale preme perché si ottenga la possibilità di ospitarli temporaneamente presso le caserme di Miano. «Non ce ne andiamo da qui se la soluzione non è credibile e dignitosa», è la risposta. Le famiglie di Melito esasperate attaccano tutti. Ma la solidarietà viene indistintamente da singoli e da istituzioni. Venerdì sera un volontario della protezione civile ha offerto venti pizze. Ieri sessanta panini sono arrivati dall'assessore alla vivibilità della II municipalità, Gianfranco Wurzburger: «Si può non condividere le modalità del gesto, ma non dimenticare il bisogno. C'è gente affamata, in condizioni precarie di salute. Come cittadino mi sembrava doveroso». Adele racconta che qualcuno ha portato pesce e uova pensando che in chiesa si potesse cucinare. Qualche famiglia della zona ha offerto il bagno per poter lavare i più piccoli: sono 45, dai 16 giorni ai 14 anni. «Chi si preoccupa dei giorni di scuola che stanno perdendo?», chiedono i genitori. Anche il Comune, la Regione, la Provincia si sono mobilitati: in chiesa sono comparsi lettini, pasti caldi, fuori una cucina da campo Si cerca di ovviare alle prime necessità. Cresce però la disperazione. «Siamo stanchi - dice Adele - scoraggiati: ma non molliamo. Non sapremmo dove andare. Aspettiamo da qui ed ora una soluzione». L'assessore alla Protezione Civile Giorgio Nugnes ieri mattina ha visitato le famiglie. Il sindaco Iervolino, a margine di una manifestazione elettorale, replicando alle dichiarazioni di Berlusconi, ha dichiarato che «risolvere i problemi della città significa misurarsi con gli sfrattati di Melito, che stanno nella chiesa del Carmine, significa misurarsi con i disoccupati, e quindi è una cosa drammaticamente seria».
PAOLA PEREZ ROSANNA BORZILLO Sulla basilica del Carmine sono comparsi anche gli striscioni: «Lo Stato ha fatto il suo dovere, quello di cacciarci. Adesso tocca alle istituzioni: fatevi vedere. Diritto e dignità. Anche noi siamo esseri umani». I 140 sfollati di Melito, con 45 bambini al seguito, hanno trascorso la terza nottata in chiesa. Non hanno voluto abbandonare la basilica. Aspettano l'incontro di questa mattina in prefettura, con il Comune impegnato in un pressing sul ministero della Difesa per ottenere la disponibilità delle caserme di Miano. La vicenda è seguita con «preoccupata attenzione» dalla Curia, che per oggi attende una soluzione del problema. Ieri mattina momenti di tensione con la gente del quartiere quando sono state impedite le celebrazioni delle messe. Intanto i padri carmelitani chiedono al prefetto Pansa un drappello di polizia perché la basilica sia vigilata e non si vivano più episodi di questo genere. «Non ci illudiamo - dice Adele Castiello, 50 anni, leader dei senzatetto di Melito - per ora vogliamo solo una stanza. Risvegliarci in un posto, qualunque esso sia, senza avere vicino una persona che non sia un tuo familiare». Da venerdì sono state battute varie piste. L'amministrazione comunale preme perché si ottenga la possibilità di ospitarli temporaneamente presso le caserme di Miano. «Non ce ne andiamo da qui se la soluzione non è credibile e dignitosa», è la risposta. Le famiglie di Melito esasperate attaccano tutti. Ma la solidarietà viene indistintamente da singoli e da istituzioni. Venerdì sera un volontario della protezione civile ha offerto venti pizze. Ieri sessanta panini sono arrivati dall'assessore alla vivibilità della II municipalità, Gianfranco Wurzburger: «Si può non condividere le modalità del gesto, ma non dimenticare il bisogno. C'è gente affamata, in condizioni precarie di salute. Come cittadino mi sembrava doveroso». Adele racconta che qualcuno ha portato pesce e uova pensando che in chiesa si potesse cucinare. Qualche famiglia della zona ha offerto il bagno per poter lavare i più piccoli: sono 45, dai 16 giorni ai 14 anni. «Chi si preoccupa dei giorni di scuola che stanno perdendo?», chiedono i genitori. Anche il Comune, la Regione, la Provincia si sono mobilitati: in chiesa sono comparsi lettini, pasti caldi, fuori una cucina da campo Si cerca di ovviare alle prime necessità. Cresce però la disperazione. «Siamo stanchi - dice Adele - scoraggiati: ma non molliamo. Non sapremmo dove andare. Aspettiamo da qui ed ora una soluzione». L'assessore alla Protezione Civile Giorgio Nugnes ieri mattina ha visitato le famiglie. Il sindaco Iervolino, a margine di una manifestazione elettorale, replicando alle dichiarazioni di Berlusconi, ha dichiarato che «risolvere i problemi della città significa misurarsi con gli sfrattati di Melito, che stanno nella chiesa del Carmine, significa misurarsi con i disoccupati, e quindi è una cosa drammaticamente seria».
SFOLLATI NELLA CHIESA DEL CARMINE

6 APRILE 2008 Il MATTINO
In 140 barricati nella basilica dopo lo sfratto a Melito. Interventi di sindaco e prefetto
Hanno trascorso la notte nella basilica del Carmine le famiglie sfrattate dagli appartamenti di Melito, dove alloggiavano abusivamente da circa sei anni. Tra i banchi, i pulpiti e gli altari si sono accampate 140 persone tra cui 45 bambini e cinque donne incinte. Un vertice con il sindaco Iervolino e il prefetto Pansa si è concluso con un nulla di fatto per l’impossibilità tecnica di utilizzare (com’era stato proposto) una delle caserme dell’Esercito. Gli occupanti, dal canto loro, si mostrano decisi a resistere a oltranza. La celebrazione di alcuni battesimi è stata spostata nella vicina chiesa di Sant’Eligio, mentre è stata sospesa anche l’attività della «mensa dei poveri» (i carmelitani ogni giorno offrono 300 pasti caldi). Ieri sera la protezione civile ha portato brandine, coperte e sacchi a pelo. «Rivolgiamo un appello all’arcivescovo», implora la portavoce degli sfollati. E intanto è allarme per il degrado in cui versa tutta la zona di piazza Mercato.
Seconda nottata trascorsa nella basilica del Carmine per le famiglie sfrattate dagli appartamenti di Melito (via Giulio Cesare)- dove alloggiavano abusivamente - e che dall’altra sera occupano la chiesa simbolo di tanti passaggi cruciali della storia di questa città. Il sindaco Rosa Russo Iervolino con l’assessore comunale alla protezione civile Giorgio Nugnes e l’assessore alla vivibilità della II municipalità Gianfranco Wurzburger si stanno impegnando per trovare una soluzione, ma un primo incontro, ieri mattina, con il prefetto Pansa, si è concluso con un nulla di fatto per l’impossibilità tecnica di utilizzare (com’era stato proposto) una delle caserme dell’Esercito. Gli occupanti dal canto loro si mostrano decisi a resistere a oltranza. Niente Messe, oggi, nella basilica del Carmine, mentre la celebrazione di alcuni battesimi sarà spostata nella vicina chiesa di Sant’Eligio. Sospesa anche l’attività della «mensa dei poveri» (i carmelitani ogni giorno offrono 300 pasti caldi). Scene da dopoguerra. Tra i banchi, i pulpiti e gli altari da venerdì stanno dormendo 140 persone tra cui 45 bambini (dai 15 giorni ai dodici anni) e 5 donne incinte (una delle gravidanze è a rischio) anche se il problema riguarda complessivamente 130 famiglie (il 78% delle quali napoletane). Circa sei anni fa, si insediarono abusivamente in sei palazzine di Melito che credevano di proprietà del Comune di Napoli (che valutava la possibilità di acquistarle) ma poi sono spuntati fuori i legittimi proprietari e si sono rivolti alla magistratura: di qui lo sgombero forzato e la riaffermazione della legalità. Una parte delle famiglie è riuscita a trovare ospitalità presso parenti. Altre, invece, dal 2 aprile quando c’è stato lo sgombero, sono rimaste per strada. La prima notte s’erano accampate in una piazza ad Arzano. Poi un tentativo (respinto) di occupare la basilica di Capodimonte. «Martedì sera invece siamo venuti qui per partecipare alla Messa - spiega Adele Castiello - e poi, quando il sacerdote ha avvertito i fedeli che sarebbero state chiuse le porte, io mi sono alzata ed ho detto: Padre, ci dovreste dare la vostra solidarietà». Poco dopo è arrivata la polizia, che li ha identificati. E poi è scattata con prontezza la macchina comunale. L’assessore Nugnes ha inviato i giovani della protezione civile con latte, coperte e altri viveri di prima necessità. Ieri il Comune ha fatto arrivare anche dei pasti caldi. E intanto la ricerca di una soluzione temporanea: «Le caserme sono indisponibili in quanto considerate ancora attive - spiega Giorgio Nugnes -. Alle donne incinte ho proposto un ricovero presso l’ospedale Annunziata ma non hanno accettato per stare tutti insieme, per non dividersi dagli altri nel timore che a quel punto potessero essere sgomberati». Esperita anche la possibilità di utilizzare come ricovero l’ex cinema Italia che però è dissestato, impraticabile. Ieri sera la protezione civile ha portato brandine, coperte e sacchi a pelo. I volontari hanno trascorso lì una seconda notte, con l’ausilio della Croce Rossa. «Rivolgiamo un appello all’arcivescovo, contiamo sulla Chiesa», implora la portavoce degli sfollati (solo a Napoli esistono oltre 20mila vani sfitti). La Curia per ora tace. «Colgo l’occasione - dichiara l’assessore Giorgio Nugnes - per ringraziare il cardinale Sepe per l’enorme disponibilità e per la sua attenzione nei confronti dei più deboli». E Gianfranco Wurzburger che, insieme con due carmelitani, ha trascorso la notte con i senzatetto: «Non è possibile che si butti la gente per strada senza predisporre un’alternativa».
BORZILLO, L. RUSSO E TRECCAGNOLI IL MATTINO
BORZILLO, L. RUSSO E TRECCAGNOLI IL MATTINO
martedì 1 aprile 2008
PORT'ALBA: RECUPERATA L'ISOLA PEDONALE
Port’Alba: percorso protetto per i pedoni e per i diversamente abili
Port’Alba, una delle più antiche porte della città di Napoli, eretta nel 1625 per consentire e per agevolare il passaggio da una parte all’altra della città, divenuta isola pedonale nel 1998, diventata poi una scorciatoia per motociclisti selvaggi. Da questa mattina, grazie al sistema di viabilità pedonale realizzato dalla II Municipalità, sia i pedoni che i diversamente abili potranno transitare senza la preoccupazione di essere investiti dai motocicli che violavano l’area pedonale. Lo annunciano Alberto Patruno e Gianfranco Wurzburger rispettivamente presidente e assessore alla vivibilità del II Municipio.
“Un passaggio pedonale protetto – aggiungono Patruno e Wurzburger - con dissuasori in ghisa posti sull’ingresso di Port’Alba dal lato di via San Sebastiano, a pochi passi dal Conservatorio di Musica S. Pietro a Macella, un percorso limitato al transito dei diversamente abili, sia su carrozzine a mano che elettriche, e ai numerosi pedoni che quotidianamente attraversano la storica porta. Altri dissuasori sono stati installati su via San Sebastiano e su San Pietro a Majella per evitare la sosta selvaggia delle auto”.
“Questo provvedimento – concludono Patruno e Wurzburger – è stato adottato per tutelare principalmente i numerosi cittadini che attraversano via Port’Alba, ma anche e soprattutto per valorizzare un’area di grande interesse storico e artistico del nostro territorio. Ci appelliamo ai nostri concittadini ed in modo particolare ai commercianti di Port’Alba affinché ci aiutino a mantenere quest’area pedonale libera da auto e da motocicli. Noi crediamo che con la collaborazione di tutti, si possa migliorare notevolmente la nostra città”.
Port’Alba, una delle più antiche porte della città di Napoli, eretta nel 1625 per consentire e per agevolare il passaggio da una parte all’altra della città, divenuta isola pedonale nel 1998, diventata poi una scorciatoia per motociclisti selvaggi. Da questa mattina, grazie al sistema di viabilità pedonale realizzato dalla II Municipalità, sia i pedoni che i diversamente abili potranno transitare senza la preoccupazione di essere investiti dai motocicli che violavano l’area pedonale. Lo annunciano Alberto Patruno e Gianfranco Wurzburger rispettivamente presidente e assessore alla vivibilità del II Municipio.
“Un passaggio pedonale protetto – aggiungono Patruno e Wurzburger - con dissuasori in ghisa posti sull’ingresso di Port’Alba dal lato di via San Sebastiano, a pochi passi dal Conservatorio di Musica S. Pietro a Macella, un percorso limitato al transito dei diversamente abili, sia su carrozzine a mano che elettriche, e ai numerosi pedoni che quotidianamente attraversano la storica porta. Altri dissuasori sono stati installati su via San Sebastiano e su San Pietro a Majella per evitare la sosta selvaggia delle auto”.
“Questo provvedimento – concludono Patruno e Wurzburger – è stato adottato per tutelare principalmente i numerosi cittadini che attraversano via Port’Alba, ma anche e soprattutto per valorizzare un’area di grande interesse storico e artistico del nostro territorio. Ci appelliamo ai nostri concittadini ed in modo particolare ai commercianti di Port’Alba affinché ci aiutino a mantenere quest’area pedonale libera da auto e da motocicli. Noi crediamo che con la collaborazione di tutti, si possa migliorare notevolmente la nostra città”.
CANTIERE PIAZZA CARMINE: DIFFIDATA L'ATI ESECUTRICE DEI LAVORI
Wurzburger: chiederò la rescissione del contratto
“Alcuni cittadini ci hanno segnalato che gli operai del cantiere insediato in piazza Carmine, a servizio dei lavori di riqualificazione di via Marina, avevano installato dei pali di sostegno alla recinzione dell’area perforando i basoli vesuviani. Immediatamente abbiamo attivate le verifiche. Infatti sia il Direttore dei lavori che il responsabile per la sicurezza dei lavori di riqualificazione di via Marina si sono recati sul posto constatando che realmente l’impresa aveva collocato dei pali di ferro nel basolato, danneggiando la pavimentazione di piazza Carmine. L’ATI costituita dalle imprese Di Cesare srl, CESVED, Cavatosta e figli, e Ianniello Costruzioni è stata diffidata a ripristinare ad horas lo stato dei luoghi, in quanto l’intervento non era stato autorizzato, né tanto meno concordato con la direzione lavori che rappresenta l’Amministrazione Comunale. Pertanto oltre alla diffida, l’ATI sarà chiamata a rispondere dei danni provocati alla pavimentazione storica di piazza del Carmine nelle sedi competenti. E’ quanto dichiara Gianfranco Wurzburger assessore alla manutenzione urbana della II Municipalità.
“C’è da restare sbigottiti – aggiunge Wurzburger – dinanzi ad un atto di grave incompetenza compiuto da una ditta esecutrice di lavori pubblici; è davvero inaudito che un’Associazione Temporanea di Imprese a cui è stato affidato un lavoro importante e consistente per la riqualificazione di via Marina, vada a danneggiare il nostro patrimonio storico monumentale. Eppure – prosegue Wurzburger – dovremmo trovarci di fronte a dei professionisti, invece con ciò che è stato fatto in piazza Carmine danneggiando il basolato, mi sembra proprio che il lavoro sia stato affidato a degli sprovveduti. Chiederò – conclude Wurzburger – al Sindaco di Napoli ed al Commissario Straordinario per le opere pubbliche di valutare se ci sono gli estremi per la rescissione del contratto. E’ ora di dire basta a chi non sa fare il proprio lavoro!”
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