
Esposto contro gli occupanti del Carmine. I residenti: via dalla chiesa o non votiamo
I segni della stanchezza sono sempre più visibili. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, occhiaie profonde e lineamenti tirati segnano il profilo dei 348 tra uomini e donne che occupano la Chiesa del Carmine. Il loro pacifico assedio potrebbe ora volgere al termine. Si avvicina l’ora in cui poco meno di un terzo dovrà trasferirsi nello stabile messo a disposizione dal Comune di Napoli. E tra i senzatetto si insinua una strana sensazione: che cosa succederà a noialtri che restiamo? Chi si occuperà di noi? Il sentimento di sfiducia prevale: «Siamo stati presi in giro già troppe volte - dice una giovane donna bionda, madre di due figli già ventenni - Vogliamo garanzie. Garanzie per tutti, non soltanto per quelli che verranno sistemati dal Comune di Napoli». Hanno ragione, in fondo. Come non cedere allo scetticismo se si pensa che solo il Comune di Napoli ha preso a cuore il loro dramma? Ieri mattina è dovuto intervenire ancora una volta il sindaco Iervolino per sollecitare Regione e Provincia, per ricordare che quel dramma casa resta ancora per tutti gli altri 260. Un piccolo esercito che resta senza risposte ufficiali. Ecco dunque il timore che serpeggia e prende corpo tra le persone che hanno appena trascorso la sesta notte sotto le volte della Chiesa di piazza Mercato: qualcuno potrebbe lavorare ai fianchi della nostra pazienza puntando a insinuare divisioni nel fronte che finora è rimasto compatto. Ecco il vero timore degli occupanti. Sul posto segue la vicenda anche Gianfranco Wurzburger, assessore della Municipalità. «A queste persone e al dramma che stanno vivendo - dichiara - va tutta la nostra solidarietà. Ma i residenti della zona sono esasperati e bisogna considerare anche il loro punto di vista. Non resta che lavorare sperando in una rapida conclusione della vicenda». giuseppe crimaldi IL MATTINO
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