LITE TRA SFOLLATI E RESIDENTI
Tensione al Carmine «Bandiere del Che esposte sui cancelli»
MARIA PIRRO IL MATTINO Sale la tensione in piazza del Carmine, dove da dodici giorni 348 sfollati dormono nella chiesa e chiedono alle istituzioni un tetto, un aiuto. Un gruppo di commercianti e residenti del quartiere, capeggiati da An, si sono radunati davanti al luogo di culto occupato. Una nuova protesta si intreccia con quella dei senzatetto. Gli abitanti del Carmine rivogliono la loro chiesa. Ma a innescare la scintilla, spiegano in piazza, è stata la comparsa di alcuni simboli di sinistra. «In mattinata - dice Ciro Cinquegrana, commerciante - la facciata della chiesa era tappezzata di bandiere del Che, che sventolavano accanto all'immagine della Madonna. E questa è una provocazione». È intervenuta anche la Digos: una camionetta, una volante e un altro mezzo della polizia, con decine di agenti schierati, sono sopraggiunti per assicurare l'ordine pubblico. Alle 16 si era sparsa la voce che commercianti e residenti avrebbero tentato di una soluzione fai-da-te: lo sfratto entro sera. Quindi, le famiglie che ormai vivono da due settimane nella chiesa del Carmine si sono concentrate lungo la linea dei cancelli, pronte a resistere. Alle 18 uomini del quartiere, in tutto una quarantina, hanno cercato di allontanare dalla piazza il furgone della Protezione civile, arrivato per consegnare il vitto ai rifugiati della parrocchia. «La situazione resta insostenibile, comunque. Occorre una soluzione subito», sbotta il consigliere Luigi Rispoli, nominato dai rivoltosi del Carmine loro portavoce. Una delegazione dei senzatetto è stata ricevuta a palazzo San Giacomo: gli assessori Di Mezza e Nugnes, insieme con i rappresentanti della II Municipalità Wurzburgher e Giugliano, si sono impegnati ad allestire un centro di accoglienza entro tre giorni, dove si trasferiranno parte dei senzatetto. "Noi - precisa l'assessore Di Mezza - ci faremo carico solo dei 121 residenti di Napoli, circa un terzo dei 348 senza casa. Per le altre famiglie devono provvedere i rispettivi comuni di provenienza».
Nessun commento:
Posta un commento