
Sit-in contro la chiesa occupata
Gli sgomberati di Melito non vanno via, protesta dei parrocchianiMercoledì, giorno sacro della madonna del Carmine, esplode la protesta. Al quinto giorno di occupazione della chiesa del quartiere Mercato da parte dei 348 sgomberati da Melito, 70 residenti firmano un esposto e le parrocchiane organizzano un sit-in pacifico e oggi consegneranno in parrocchia le loro schede elettorali. Intanto il Comune di Napoli ha dato il via ai lavori per allestire il campo di accoglienza nell´ex ufficio postale in via Stadera, individuato per ospitare i 121 napoletani. E negli altri 18 comuni di provenienza degli sgomberati, ieri, è scattato un monitoraggio a tappeto: una caccia ad alloggi, scuole, immobili disponibili per accogliere gli occupanti del Carmine. Ancora non c´è una vera soluzione. I tempi si allungano e per la sesta notte mamme e bambini di Melito dormiranno in chiesa. Una delegazione, stamattina alle 12, insieme con l´assessore alla Protezione civile Giorgio Nugnes e l´assessore alla II Municipalità Gianfranco Wurzburger, farà un sopralluogo nell´ufficio postale a Poggioreale. «Prima di lasciare la chiesa vogliamo capire dove ci sistemano, non siamo bestie - dice Adele Castiello, portavoce del gruppo - E poi non ci spacchiamo. O trovano una soluzione per tutti o noi non ci muoviamo. Questo è il nostro ultimatum». E a dare l´aut aut sono anche Emilia Bifolco, Titina Schisano, Rita e Maria Franco, Pasqua Esposito, Lucia Martino e un´altra decina di donne. Sono giovani e anziane. Quasi tutte vestite di nero. Tutte con una madonnina appuntata sul vestito, appesa al collo, che dondola da un rosario. Sono le parrocchiane della chiesa del Carmine, che ieri hanno detto basta. «Non si celebra più messa - dicono le donne ferme per ore sul sagrato della chiesa - e ora è il giorno della nostra Signora. Noi preghiamo per queste famiglie, perché trovino una casa, ma rivogliamo la nostra chiesa. Da sabato è chiusa la mensa per i poveri ed è ferma anche la scuola materna. Tutte le attività della parrocchia sono sospese. Non è giusto».
Grande agitazione e piccolo giallo, invece, per l´esposto arrivato in questura su carta intestata "Terzo ordine carmelitano". In realtà si tratta di un ordine laico e il promotore è un residente, Piero Sommonte, ma le due pagine di denuncia sembravano firmate dai padri della chiesa. «Noi? Aspettiamo», ripetono invece parroco e priore. I fedeli laici del Terzo ordine, però, chiedono al prefetto e al questore «la rimozione della gravissima situazione di illegalità nel santuario del Carmine». «La chiesa è stata trasformata in un indecoroso bivacco - scrivono - Senza dimenticare che nel santuario sono custodite opere di inestimabile valore artistico e storico».
(10 aprile 2008) Cristina Zagaria REPUBBLICA
Gli sgomberati di Melito non vanno via, protesta dei parrocchianiMercoledì, giorno sacro della madonna del Carmine, esplode la protesta. Al quinto giorno di occupazione della chiesa del quartiere Mercato da parte dei 348 sgomberati da Melito, 70 residenti firmano un esposto e le parrocchiane organizzano un sit-in pacifico e oggi consegneranno in parrocchia le loro schede elettorali. Intanto il Comune di Napoli ha dato il via ai lavori per allestire il campo di accoglienza nell´ex ufficio postale in via Stadera, individuato per ospitare i 121 napoletani. E negli altri 18 comuni di provenienza degli sgomberati, ieri, è scattato un monitoraggio a tappeto: una caccia ad alloggi, scuole, immobili disponibili per accogliere gli occupanti del Carmine. Ancora non c´è una vera soluzione. I tempi si allungano e per la sesta notte mamme e bambini di Melito dormiranno in chiesa. Una delegazione, stamattina alle 12, insieme con l´assessore alla Protezione civile Giorgio Nugnes e l´assessore alla II Municipalità Gianfranco Wurzburger, farà un sopralluogo nell´ufficio postale a Poggioreale. «Prima di lasciare la chiesa vogliamo capire dove ci sistemano, non siamo bestie - dice Adele Castiello, portavoce del gruppo - E poi non ci spacchiamo. O trovano una soluzione per tutti o noi non ci muoviamo. Questo è il nostro ultimatum». E a dare l´aut aut sono anche Emilia Bifolco, Titina Schisano, Rita e Maria Franco, Pasqua Esposito, Lucia Martino e un´altra decina di donne. Sono giovani e anziane. Quasi tutte vestite di nero. Tutte con una madonnina appuntata sul vestito, appesa al collo, che dondola da un rosario. Sono le parrocchiane della chiesa del Carmine, che ieri hanno detto basta. «Non si celebra più messa - dicono le donne ferme per ore sul sagrato della chiesa - e ora è il giorno della nostra Signora. Noi preghiamo per queste famiglie, perché trovino una casa, ma rivogliamo la nostra chiesa. Da sabato è chiusa la mensa per i poveri ed è ferma anche la scuola materna. Tutte le attività della parrocchia sono sospese. Non è giusto».
Grande agitazione e piccolo giallo, invece, per l´esposto arrivato in questura su carta intestata "Terzo ordine carmelitano". In realtà si tratta di un ordine laico e il promotore è un residente, Piero Sommonte, ma le due pagine di denuncia sembravano firmate dai padri della chiesa. «Noi? Aspettiamo», ripetono invece parroco e priore. I fedeli laici del Terzo ordine, però, chiedono al prefetto e al questore «la rimozione della gravissima situazione di illegalità nel santuario del Carmine». «La chiesa è stata trasformata in un indecoroso bivacco - scrivono - Senza dimenticare che nel santuario sono custodite opere di inestimabile valore artistico e storico».
(10 aprile 2008) Cristina Zagaria REPUBBLICA
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