lunedì 7 aprile 2008

Sfollati ancora in chiesa, i fedeli protestano



Niente messa al Carmine, tensione nel quartiere. Oggi vertice in prefettura. Il Comune: dateci le caserme


IL MATTINO 7 aprile 2008
PAOLA PEREZ ROSANNA BORZILLO Sulla basilica del Carmine sono comparsi anche gli striscioni: «Lo Stato ha fatto il suo dovere, quello di cacciarci. Adesso tocca alle istituzioni: fatevi vedere. Diritto e dignità. Anche noi siamo esseri umani». I 140 sfollati di Melito, con 45 bambini al seguito, hanno trascorso la terza nottata in chiesa. Non hanno voluto abbandonare la basilica. Aspettano l'incontro di questa mattina in prefettura, con il Comune impegnato in un pressing sul ministero della Difesa per ottenere la disponibilità delle caserme di Miano. La vicenda è seguita con «preoccupata attenzione» dalla Curia, che per oggi attende una soluzione del problema. Ieri mattina momenti di tensione con la gente del quartiere quando sono state impedite le celebrazioni delle messe. Intanto i padri carmelitani chiedono al prefetto Pansa un drappello di polizia perché la basilica sia vigilata e non si vivano più episodi di questo genere. «Non ci illudiamo - dice Adele Castiello, 50 anni, leader dei senzatetto di Melito - per ora vogliamo solo una stanza. Risvegliarci in un posto, qualunque esso sia, senza avere vicino una persona che non sia un tuo familiare». Da venerdì sono state battute varie piste. L'amministrazione comunale preme perché si ottenga la possibilità di ospitarli temporaneamente presso le caserme di Miano. «Non ce ne andiamo da qui se la soluzione non è credibile e dignitosa», è la risposta. Le famiglie di Melito esasperate attaccano tutti. Ma la solidarietà viene indistintamente da singoli e da istituzioni. Venerdì sera un volontario della protezione civile ha offerto venti pizze. Ieri sessanta panini sono arrivati dall'assessore alla vivibilità della II municipalità, Gianfranco Wurzburger: «Si può non condividere le modalità del gesto, ma non dimenticare il bisogno. C'è gente affamata, in condizioni precarie di salute. Come cittadino mi sembrava doveroso». Adele racconta che qualcuno ha portato pesce e uova pensando che in chiesa si potesse cucinare. Qualche famiglia della zona ha offerto il bagno per poter lavare i più piccoli: sono 45, dai 16 giorni ai 14 anni. «Chi si preoccupa dei giorni di scuola che stanno perdendo?», chiedono i genitori. Anche il Comune, la Regione, la Provincia si sono mobilitati: in chiesa sono comparsi lettini, pasti caldi, fuori una cucina da campo Si cerca di ovviare alle prime necessità. Cresce però la disperazione. «Siamo stanchi - dice Adele - scoraggiati: ma non molliamo. Non sapremmo dove andare. Aspettiamo da qui ed ora una soluzione». L'assessore alla Protezione Civile Giorgio Nugnes ieri mattina ha visitato le famiglie. Il sindaco Iervolino, a margine di una manifestazione elettorale, replicando alle dichiarazioni di Berlusconi, ha dichiarato che «risolvere i problemi della città significa misurarsi con gli sfrattati di Melito, che stanno nella chiesa del Carmine, significa misurarsi con i disoccupati, e quindi è una cosa drammaticamente seria».

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